GosT – Skull 2019

A parte i generi, la cosa importante è che Skull 2019 ha un suono unico e molto affascinante, un’allegra messe di sangue compiuta da macchine impazzite, o che forse finalmente seguono la loro vera natura.

Riedizione su Century Media Records dell’ep Skull del produttore synthwave e retrowave GosT, in compagnia del suo fedele alterego Baalberith.

Il loro suono è una poderosa armata delle tenebre che si è impossessata di computer, tastiere e soprattutto sintetizzatori e sta suonando la colonna sonora di un bel massacro. GosT è un produttore che è da anni sulla scena, ed è uno dei trait d’union fra la scena synthwave e quella del metal, ambienti che sembrano inconciliabili mentre hanno moltissimi punti in comune, soprattutto hanno persone che passano da uno all’altro: lo stesso GosT da giovane ha suonato in diversi gruppi metal e ha sempre portato dentro di sé quell’attitudine, che si può sentire molto chiaramente in Skull 2019. Il disco è la riedizione in vinili colorati e limitati del suo ep chiamato appunto Skull, ed è un’ottima introduzione per chi ancora non lo conoscesse, mentre invece per chi ha la fortuna di seguire da anni questa scena è un’ottima maniera per riprendere in mano un ottimo lavoro. Skull 2019 possiede una varietà di suoni molto più estesa della media dei gruppi di questo genere, l’attitudine è fortemente metal, e tutto ciò porta ad un’elettronica molto oscura e dal grande fascino. La retrowave e synthwave di GosT è fatta per essere ballata, infatti rispetto a tante altre produzioni ha un tocco di melodia molto più accentuato ed un ritmo molto particolare. GosT usa codici di generi diversi per costruire un qualcosa che è originale ed unico, e che fa incontrate diversi ma con un immaginario molto simile. I metallari qui potranno sentire un esempio di come possa suonare il metal fatto in un’altra maniera, e chi ascolta elettronica qui può capire cosa possa essere un approccio metal. A parte i generi, la cosa importante è che Skull 2019 ha un suono unico e molto affascinante, un’allegra messe di sangue compiuta da macchine impazzite, o che forse finalmente seguono la loro vera natura.

Tracklist
A:
1. Chasm
2. Cursed
3. They
4. Oddened

B:
1. Skull
2. Manic
3. She Lives in Red Light
4. The Call Of The Faithful

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NiKy Nine – Suncore

Un gran bel disco per gli amanti della retrowave e del synthwave, e ottimo punto di inizio per metallari che volessero iniziare ad apprezzare questi generi.

Synthwave potente, diretta e fatta da un appassionato metallaro che risponde al nome d’arte di Niky Nine.

Il francese ha collaborato con Tommy Lee dei Mötley Crüe, Shooter Jennings, e ha anche remixato il santone del vizio Rob Zombie. Per chi ama i suoni retrowave e synthwave la sua opera non è sconosciuta, anche se Niky tende a rimanere dietro le quinte, ma è fin dal 2012 che spinge Lazerhawk ed altri, e i suoi pezzi su Youtube sono molto cliccati ed ascoltati. Suncore è un piccolo capolavoro di questi generi, essendo composto con un’anima metal e con attrezzi come l’Akai Mpc e sintetizzatori analogici, che danno una compattezza ed un calore notevole al suono, con il talento di Niky Nine a fare il resto. A differenza di alcuni dei suoi colleghi in campo synth e retro, la differenza la fa la maniera di comporre e di rendere certe atmosfere. Ci sono tutti gli stilemi che hanno riportato queste sonorità degli anni ottanta e novanta in auge, anche grazie ad una decisa modernizzazione, seguendo un gusto maggiormente elettronico rispetto alle origini. Suncore è un disco molto godibile e che ci rivela diversi aspetti narrativi, dallo spazio profondo a pazze corse su autostrade fatte di laser dove l’orizzonte è viola e postatomico. L’immaginario è quello tipico di questi generi, ma c’è qualcosa in più, come sempre nei dischi della marsigliese Lazerdiscs, etichetta che ama davvero questi suoni ed è la principale protagonista del loro attuale revival. Quello che si può trovare qui e che manca altrove è la forza del metal, perché si sente benissimo che Niky Nine compone e ragiona come solo un metallaro può fare, spingendo oltre la sua musica ed il suo stile. Le melodie elettroniche di questo disco potrebbero benissimo essere le linee di chitarra di un disco di death metal, e la batteria potrebbe aprire spazi anche in generi metallici. Un altro elemento metallico è la meravigliosa copertina dell’altrettanto francese Jeff Grimal, che ha già lavorato con i Gorod, band di death metal tecnico da Bordeaux, per chiudere un cerchio fatto di pogo e di musica altra. Un gran bel disco per gli amanti della retrowave e del synthwave, e ottimo punto di inizio per metallari che volessero iniziare ad apprezzare questi generi.

Tracklist
1.Intro
2.Cars
3.Deadchrome
4.Exhausted Divinity
5.Aftermath
6.Prey
7.Thunder Kiss
8.Tears feat. Bedroom Poet
9.Lost Souls
10.Suncore
11.Outro

Baldocaster – Moonrise

Questa opera prima in musica di Baldocaster è molto valida e può tranquillamente entrare nel novero delle migliori uscite del 2018 in campo retro wave e synth wave.

Baldocaster è semplicemente uno dei migliori produttori di retro wave e synthwave in circolazione, con un suono elettronico accattivante e completo.

L’inglese, ora trapiantato negli States, Baldocaster è un ragazzo che fin da piccolo ha nutrito un grande amore per l’elettronica, amore nato proprio in seguito ad un viaggio negli Stati Uniti. Da quel momento Baldocaster non si è più separato dai sintetizzatori e ha maturato un suo stile particolare, certamente debitore alla tradizione ma molto originale e ben strutturato. Questa sua opera prima in musica è molto valida e può tranquillamente entrare nel novero delle migliori uscite del 2018 in campo retro wave e synth wave. Le sue composizioni sono molto piacevoli e raggiungono molto bene lo scopo di questo genere di musica, ovvero costruire mondi nelle teste degli ascoltatori. Questo genere di musica elettronica che affonda le sue radici negli anni ottanta è uno di quelli, se non l’unico, che lascia completa libertà al suo ascoltatore nell’immaginare ciò che vuole durante l’ascolto. Certamente ha un suo ben preciso immaginario, fatto di colori sgargianti, linee rette e microchip seminali, ma può accadere di tutto fra queste note, tutto ciò che vuole l’ascoltatore. La produzione è potente e fa risaltare ottimamente le grandi doti di Baldocaster. Rispetto agli altri lavori dello stesso genere, Moonrise ha molti più elementi che diversificano il suono, che è di ampio respiro. La fantascienza la fa da padrona e contribuisce a portarci lontano, grazie a quell’elemento di solennità classica che contraddistingue la musica di Baldocaster. Infatti ci sono molti passaggi che potrebbero essere benissimo essere eseguiti da strumenti di musica classica. Un debutto molto buono e che lascia un segno.

Tracklist
1.Sputnik
2.Station X (featuring Caspro)
3.Temple Of The Sun
4.Moonrise
5.Blood Moon
6.Ritual
7.Solar Power
8.Eclipse
9.Here on Earth
10.Blood Moon (Stilz Remix)
11.Sputnik (Zayaz Remix)
12.Here on Earth (Caspro Remix)

Abstract Void – Back To Reality

Post black metal che si fonde mirabilmente con la retrowave e la synthwave: a priori sembrerebbe un matrimonio impossibile, ed invece Abstract Void lo porta avanti in maniera eccezionale, riuscendo ad essere credibile e molto potente.

Post black metal che si fonde mirabilmente con la retrowave e la synthwave.

A priori sembrerebbe un matrimonio impossibile ed invece Abstract Void lo porta avanti in maniera eccezionale, riuscendo ad essere credibile e molto potente. Seconda fatica dopo Into The Blue del 2017, uscito solo in digitale e disponibile in download libero sul suo bandcamp, Back To Reality è un piccolo capolavoro sia per la musica, sia per le emozioni che regala. Ascoltare due generi, che erroneamente si pensavano così lontani, convivere perfettamente aprendo nuovi mondi creativi è una vera gioia. Il post black metal, o blackgaze come preferite, è da anni un genere in continuo movimento e che sta regalando dal punto di vista creativo cose notevoli. Anche la retrowave, o synthwave negli ultimi tempi ha visto molte nuove uscite e tanto fermento, con ottime produzioni e anche una certa vicinanza di alcuni al metal. Qui con Abstract Void si compie un notevole passo in avanti, dato che si crea un mondo totalmente nuovo, uno stile finalmente inedito, in un universo musicale dove si pensava di avere già sentito tutto. Ci sono le tastiere, i synth, le chitarre black, la batteria che viaggia veloce e il cantato in growl, il tutto molto ben bilanciato e fatto benissimo. Ovviamente solo l’ascolto può dare l’esatta idea di cosa sia questo disco, ma preparatevi ad un’esperienza sonora unica. Si viene rapiti per andare in un luogo dove il tempo e lo spazio sono dominati da una matematica precisa che avanza per linee rette, che disegna emozioni con i pixel e i bit, ma che sa anche gridare ed avere un animo black. La bellezza di questo disco è struggente e a volte arriva a fare male, perché è come un computer che urla, premonitore di un futuro che potrebbe arrivare molto presto. Perfetta fusione fra due mondi musicali che stanno benissimo assieme, e che sono stati fatti incontrare da una mente musicale superiore, con un gusto ed una bravura unici.

Tracklist
1.Wind of Reminiscence
2.As I Watch the Sunset Fade
3.Back to Reality
4.Disconnected
5.Joy Night
6.A Reflection of Dying Past
7.Sigh

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