Con una line up leggermente rinnovata dall’ultimo, bellissimo, Esoteric Symbolism, uscito lo scorso anno e di cui vi avevamo parlato con toni entusiastici su queste pagine, torna la prog metal band australiana Teramaze, creatura metallica guidata dal chitarrista Dean Wells.
Infatti nel nuovo lavoro Nathan Peachey prende il posto del buon Brett Rerekura dietro al microfono, mentre la formazione a quattro che aveva registrato il precedente lavoro si aggiunge di tre elementi, Mat Dawson alla chitarra, Luis Enrique Eguren al basso e Dave Holley alle tastiere.
Non si scende sotto l’eccellenza, neppure con questo album, ed il gruppo nato nella terra dei canguri, ci regala un’altra perla di prog metal di altissimo livello, incastonato nel genere, un altro album da non perdersi se si è amanti dei suoni sofisticati, eleganti e raffinati che il metal dalle sfumature progressive sa donare.
Emozioni, come ci ha ormai abituato la band, il nuovo album è ricco di spunti emozionali che, prendono per il colletto la tecnica strumentale ( elevatissima), la relegano in un angolo e finalmente liberi nella loro funzione ci avvolgono per tutta la durata di Her Halo.
Sono emozioni dal piglio drammatico, malinconico, molte volte intimista che aggiunge all’influenza Fates Warning il sound ancora più malinconico e moderno dei Pain Of Salvation.
Il risultato sommato all’interpretazione sopra le righe del giovane e sconosciuto vocalist, non può che essere una straordinaria alchimia di suoni progressivi, che alternano le classiche sfuriate metalliche, a momenti di classe melodica sopraffina in un turbinio di atmosfere sinfoniche che strizzano l’occhio a quella verve modernista cara al gruppo australiano.
Della durata meno prolissa del suo predecessore, Her Halo acquista quel minimo di facilità nell’ascolto che lo rende più assimilabile, anche se la musica del gruppo ha comunque bisogno di essere maneggiata con cura, per assaporare ogni momento, ogni nota e le tante e diverse sfumature che l’accompagnano.
An Ordinary Dream (Enla Momento) apre le ostilità e veniamo subito travolti da una suite di dodici minuti, tra splendido chitarrismo, eleganti tasti d’avorio ed il regale biglietto da visita che il nuovo cantante ci pone tra le mani.
Non male come inizio, visto che da qui in poi, i suoni si induriscono, l’alternanza tra melodia ed elettricità metallica diventa preponderante e la band da spettacolo con To Love, a Tyrant e la titletrack.
Stupendo il refrain di For the Innocent ed al limite del clamoroso quello che fa Wells con la sua sei corde in Trapeze, brano strumentale al limite dello shred.
Broken addolcisce l’atmosfera, risultando una semiballad, così come l’inizio della conclusiva Delusions of Grandeur, trasformatasi in corso d’opera in una prog metal songs che entra dalla porta principale del teatro di sogno.
Prodotto da Jacob Hansen ex Anubis Gate, una garanzia, specialmente se si parla di metal progressivo e nobile, Her Halo conferma l’assoluta qualità della band australiana, ed il talento dei suoi protagonisti, a cui si aggiunge Nathan Peachey, vocalist di cui sentiremo ancora parlare, disco bellissimo, fidatevi.
TRACKLIST
1. An Ordinary Dream (Enla Momento)
2. To Love, a Tyrant
3. Her Halo
4. Out of Subconscious
5. For the Innocent
6. Trapeze
7. Broken
8. Delusions of Grandeur
LINE-UP
Dean Wells: guitars
Nathan Peachey: vocals
Mat Dawson: guitars
Dean Kennedy: drums
John Zambelis: guitars
Luis Enrique Eguren: bass
Dave Holley: keyboards