E non dite che nel nostro paese non si suona stoner rock !
Dalle Alpi alle terre che si affacciano sui deserti africani (che non saranno quelli americani ma in quanto a sabbia e caldo…) il nostro stivale pullula di gruppi heavy rock che all’hard rock moderno aggiungono sfumature settantiane e stoner di origine controllata, made in Sky Valley, così da uscirsene con bombe rock che, se lanciate in un cratere, sveglierebbero anche il più addormentato dei vulcani, devastando di lava e cenere le città della nostra penisola.
Nati più di dieci anni fa e con una più che rispettata attività live in compagnia di The Quill, Exilia e Karma To Burn, i padovani The Brain Washing Machine arrivano al secondo lavoro sulla lunga distanza dopo gli ottimi riscontri ottenuti con Seven Years Later, debutto licenziato nel 2013.
Il loro hard rock unisce come descritto rock zeppeliniano, alternative e stoner, niente di nuovo direte voi, di questi tempi: vero, ma il gruppo veneto lo fa con una grinta da heavy metal band, un appeal americano e quel tocco stonerizzato che sa tanto di desertiche passeggiate.
L’opener, che riprende il monicker del gruppo, è un clamoroso attacco alle coronarie tra ultimi Zeppelin e i primi Soundgarden, quelli selvaggi di una Seattle imprigionata dalla pioggia e lontana dai riflettori del music biz.
Il sound è deciso, urgente, le note desertiche arrivano stonate ma piene di grinta heavy (la title track, Waiting The Blow), mentre il quartetto si fa apprezzare anche nei momenti leggermente più introspettivi, come se riprendesse respiro per tornare ad esplodere in riff che avvicinano terribilmente ora i Black Label Society e gli Alice in Chains, ora i Kyuss con i Jane’s Addiction in un turbinio di varianti rock di rara efficacia.
Ottima la prova dei quattro musicisti, con il drummer Sidd a lasciare le braccia sulle pelli distrutte del suo drumkit, il cantante Baldo a trovare a tratti la magia del giovane Perry Farrell, il bassista Berto intento ad assecondare il suo compagno di ritmiche e la sei corde del chitarrista Muten, incisiva e graffiante.
Un ascolto obbligato per gli amanti del genere, ancora una volta prodotto una band italiana: sono bei tempi, questi, per l’underground nazionale a livello qualitativo.
TRACKLIST
1.The Brain Washing Machine
2.Are You Happy?
3.Connections
4.Reset
5.Restless Night
6.The Show
7.Waiting The Blow
8.Let Your Body Go
9.Feel Inside
10.Holy Planet
LINE-UP
Marco “Baldo” Baldassa – Vocals
Riccardo “Muten” Morandin – Guitars
Alberto “Berto” Chillon – Bass
Luca “Sidd” Baggio – Drums