The Eternal – Waiting For The Endless Dawn

Premetto che, in quanto fan della prima ora dei My Dying Bride, mi ritengo orfano di quella grande band che furono i Cryptal Darkness, a mio avviso i più pregiati e credibili epigoni dei maestri di Halifax che ci sia stato modo di ascoltare.

Tutto questo ha a che fare con il nuovo album degli australiani The Eternal, non tanto per stile musicale (qui siamo in presenza di un gothic metal raffinato ed orecchiabile, ma insidiosamente malinconico in più momenti), ma in quanto il cantante e chitarrista Mark Kelson vi diede vita nel 2003 proprio dopo aver chiuso la storia dei Cryptal Darkness, i quali lasceranno ai posteri un capolavoro come They Whispered You Had Risen.
The Sombre Light of Isolation, full length d’esordio con il nuovo monicker, sgombrò subito il campo da equivoci, facendo intendere che le emozioni nei The Eternal si sarebbero dovute ricercare in una sapiente costruzione melodica, piuttosto che nelle struggenti litanie chitarristiche del più estremo gothic death doom.
I nostri, dopo una quindicina d’anni di attività, non hanno certo raggiunto quel successo commerciale che forse poteva essere plausibile con l’offerta di sonorità più morbide e alla portata di un maggior numero di ascoltatori, per cui immagino che Kelson, cinque anni dopo l’ultimo full length, abbia pensato che fosse il caso di badare meno al mercato lasciando fluire la propria ispirazione senza porsi particolari paletti: eccoci quindi alle prese con Waiting For The Endless Dawn, album ben poco ammiccante per un pubblico abituato all’usa e getta, con la sua ora e un quarto di durata ed i venti minuti della sola opener The Wound.
La cosa più importante, però, fatte tutte queste considerazioni, è che l’album si rivela una prova magnifica, che porta a scuola gran parte delle band che si cimentano con il genere, incluse anche alcune tra le più note.
Nell’operato dei The Eternal i riferimenti sono importanti, così non si può fare a meno di ritrovare in certi brani un sentore dei Swallow The Sun più orecchiabili e suadenti degli ultimi lavori (e infatti nella sesta traccia abbiamo la sempre gradita partecipazione di Mikko Kotamaki), oppure di ritrovare come ospite alle tastiere anche quel Martin Powell che con il suo violino rese unici non solo i My Dying Bride ma anche gli stessi Cryptal Darkness.
Nonostante la loro lunghezza, tutti i singoli brani per assurdo sarebbero delle potenziali hit, essendo dotati di chorus difficilmente removibili dalla memoria, ma i The Eternal paiono aver volutamente esagerato in tal senso, quasi a sfidare l’ascoltatore nel carpire la bellezza in una struttura molto meno scontata di quanto possa apparire a prima vista.
The Wound, A Cold Day to Face My Failure, la meravigliosa In the Lilac Dusk (il brano che vede la partecipazione di Kotamaki) sono le tre tracce che meglio impressionano (e che da sole formerebbero il minutaggio di un normale quanto splendido full length …) ma, in generale, Waiting For The Endless Dawn è un lavoro dal livello medio davvero elevato, al quale manca solo quel pizzico di sintesi che deriva appunto dalla durata che potrebbe spaventare chi non possiede la pazienza dell’ascoltatore medio del doom.
Come già accennato, l’album va adeguatamente lavorato nonostante una sua apparente levità stilistica, proprio perché dato il suo protrarsi diversi passaggi chiave potrebbero sfuggire nel corso dei primi ascolti: sicuramente siamo di fronte alla prova più ambiziosa dei The Eternal, i quali non hanno lasciato nulla di intentato per mettere sul piatto quella che potrebbe essere la loro opera definitiva; ora tocca gli appassionati l’onere di fornire un riscontro adeguato a questa meritevole band australiana.

Tracklist:
1. The Wound
2. Rise from Agony
3. A Cold Day to Face My Failure
4. I Lie In Wait
5. Don’t Believe Anymore
6. In the Lilac Dusk
7. Waiting for the Endless Dawn

Line up:
Richie Poate – Guitars, Songwriting (tracks 1-4, 6)
Mark Kelson – Guitars, Vocals, Mandolin, Lap steel, Songwriting (tracks 1-4, 6, 7), Lyrics (tracks 1-4, 6, 7)
Marty O’Shea – Drums, Songwriting (track 1)
Dave Langlands – Bass, Songwriting (track 1)

Guests
Martin Powell – Keyboards
Mikko Kotamäki – Vocals (track 6)
Emily Saaen – Vocals (additional)
Erica Kennedy – Violin

THE ETERNAL – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Garrett Sparrow – RAMBO
    by Leonardo Pulcini on 9 Settembre 2025 at 15:23

    Garrett Sparrow, Sfogliare “RAMBO” è come aprire il quaderno di un liceale: scarabocchi, pensieri confusi e sentimenti a cui dare un nome. Ma a scuola conclusa, sarebbe un peccato buttarlo.

  • The Saint & la Bestemmia present: Adventure with the Saint Episode n°54
    by Il Santo on 8 Settembre 2025 at 16:22

    Oggi ascoltiamo: Johnny Brunette Trio, Bad Brains, Von Masoch, The Sons of Hercules, Nations on Fire, The Cannibals, The Flowers, The Crawdaddys, Thee Hypnotics, Man or Astro-Man, No Trend, The Bad Beats, Das Klown, The Sore Losers, Dee Rangers, Witchdoctors

  • Hüsker Dü, in arrivo un box set dal vivo
    by Reverend Shit-Man on 6 Settembre 2025 at 20:30

    Continua l’opera meritoria della Numero Group, label specializzata in ristampe e restaurazioni tra gli archivi di band fondamentali del post–hardcore americano degli anni Novanta (Karate, Unwound, Codeine e altre) e in generale di altre formazioni indie rock, con l’obiettivo di ridare vita e pubblicare chicche inedite e altre registazioni perdute o dimenticate, o mai pubblicate.

  • Rebirth – Nastyville … Il rock è una fenice!
    by Claudio Frandina on 5 Settembre 2025 at 17:44

    Correte subito ad ascoltare il singolo di spinta “Rockin' Through The Night”, pezzo che miscela il sound più nuovo con basi classiche del rock, e seguite i ragazzi sui social per rimanere aggiornati.....

  • Malvos – In the mood
    by Massimo Argo on 5 Settembre 2025 at 9:37

    Per anni ci siamo e ci hanno detto che da grandi ( meglio, da vecchi) ci saremmo scordati i Ramones, i Misfits e il punk rock, e invece siamo ancora qui ad ascoltare bellissimi dischi come questo.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »