The Human Condition – Pathways

Considerando che Pathways è il primo album del gruppo, il risultato può sicuramente considerarsi discreto, rimanendo confinato nel purgatorio dei lavori di genere.

Un viaggio rallentato e melanconico nel doom metal classico è il debutto sulla lunga distanza dei The Human Condition, un lavoro di genere che lascia buone impressioni e speranze per il futuro.

Il quintetto britannico, attivo da un po’ di anni,arriva all’agognato esordio solo quest’anno, dopo un demo, ormai dirialente a cinque anni fa, e la firma per Topillo Records.
Pathways è un lavoro incentrato sul doom classico, su questo non ci piove, anche se qualche arrangiamento richiama il doom/death dei primissimi Paradise Lost ed Anathema.
Un album che sulla drammatica ed introspettiva condizione umana costruisce ogni passaggio ed ogni riff con cui la band ha costruito questo monumento di desolante solitudine, con la musica del destino come colonna sonora.
Come scritto, qualche passaggio più intenso distrae da un mood in linea con i gruppi storici del genere, da ricercare tra le band storiche del periodo a cavallo tra gli anni ottanta ed il decennio successivo, lasciando ad altri le solite influenze sabbathiane e cercando nell’inesorabile ed evocativa lentezza del sound di Candlemass, Solitude Aeturnus, Solstice e Revelation.
Un dettaglio migliorabile è sicuramente la voce, un po’ troppo monocorde e qualche passaggio ripetuto in molti dei brani, per il resto il sound viaggia sui binari classici del genere e brani come The Things I Should Have Said e Chrysalis troveranno sicuramente estimatori tra i consumatori di musica del destino.
Considerando che Pathways è il primo album del gruppo, il risultato può sicuramente considerarsi discreto, rimanendo confinato per ora nel purgatorio dei lavori di genere.

TRACKLIST
1.The Tempest
2.The Things I Should Have Said
3.The Gifts I Gave
4.Pathways
5.Chrysalis
6.22 Years
7.My Will Has Gone

LINE-UP
James Moffatt – Bass
Phil Purnell – Drums
Jonathon Gibbs – Guitars
Kieron Tuohey – Guitars
Nathan Harrison – Vocals

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