The Nepalese Temple Ball – Arbor

E’ con un ritmo cadenzato e regolare che il combo inglese ci introduce al loro primo full-length, fatica autoprodotta ed autodistribuita direttamente dalle grigie periferie industriali di Birmingham; una agonica marcetta vagamente militare che s’intreccia con nove intensi minuti di grassi riff post-hardcore mutuati da intensi ascolti in materia di sludge.

Un cantato disperato e feroce ci accompagna sino allo scioglimento di questa prima, monumentale traccia che lascia immediatamente il campo alla track più veloce ed impietosa dell’intero disco.
Knee Deep è una traccia massiccia, in cui il cantato doppio del bassista Stitch e del chitarrista Tim si intrecciano su un pattern sonoro tagliente e indelicato, fusione di sonorità del black metal più raw-oriented ed ancora quelle forme di sludge/post-hardcore dedite all’attacco delle sinapsi dell’ascoltatore.
In un susseguirsi organico e ben calibrato di ferocia musicale il disco cambia ritmo, donando aperture arpeggiate di chitarre fumose su partiture lente, oleose: Mongolian Terror Trout e Gas Bird sono la colonna centrale dello stoning di questo gioiellino digitale, monumentali costruzioni mentali scaturite dagli abissi onirici di sedute yoga dedite al male.
I successivi diciannove minuti sono l’acme del disco intero, due tracce: Desert Baron e Statues In The Garden Of Death sono la simmetrica specularità sonor di un delirio allucinatorio, in cui le atmosfere glaciali e siderali di certi blackmetallers francesi, Darkspace su tutti, confluiscono, con incedere marziale in monolitici urti contro muri di funeral doom cupo ed evocativo.
Chiudono Astral Beard e The Axeman, la prima un inno alle radici musicali dei The Nepalese Temple Ball, Neurosis ed Isis su tutti, ma con un occhiolino a sfuriate molto moderne, vedi Mastodon. Accoppiate nel’ascolto, le ultime due track, formano una cartina tornasole per quello che è stato questo disco, e finalmente emergono le influenze più profonde, radicate e inintelligibili, come il sulfureo noise-jazz d’avanguardia dei californiani Oxbow.
Bella prova questo Arbor, prima fatica ufficiale dei The Nepalese Temple Ball dopo ben 8 anni di attività! Si spera di aspettare meno, per rientrare nei meandri del loro sound.

TRACKLIST
1 – A Snake for Every Year
2 – Knee Deep
3 – Mongolian Terror Trout
4 – Gas Bird
5 – Desert Baron
6 – Statues in the Garden of Death
7 – Astral Beard
8 – The Axemen

LINE-UP
Stitch Heading | Bass, Vocals
DavePhilips | Drums
Lee Husher | Guitars, vocals, soundscapes
Tim Galling | Vocals, guitars

THE NEPALESE TEMPLE BALL – Facebook

https://thenepalesetempleball.bandcamp.com/album/a-r-b-o-r

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • E’ morto Gary “Mani” Mounfield
    by Reverend Shit-Man on 21 Novembre 2025 at 22:32

    Un altro orrendo lutto sconvolge la comunità mondiale del rock ‘n’ roll. E’ di queste ultime ore l’annuncio della scomparsa del bassista inglese Gary Mounfield, noto anche con lo stage name “Mani“. Aveva da poco compiuto 63 anni. La notizia è stata confermata dal fratello del musicista. Per il momento, le cause della sua dipartita

  • Davide Cedolin – Ligurian Pastoral Vol.II
    by Massimo Argo on 21 Novembre 2025 at 17:08

    Recensione di 'Ligurian Pastoral Vol. II' di Davide Cedolin: folk rurale ligure, chitarre acustiche e paesaggi sonori che curano, tra boschi, mare e natura.

  • :: ACUFENI :: FASTIDI AURICOLARI CONTEMPORANEI #36
    by Marco Valenti on 21 Novembre 2025 at 11:07

    Cleaning Women vs Gridfailure vs Heathe vs Horror Within vs NosoKoma. Sono questi cinque nomi che si contenderanno la vittoria della battle royal che caratterizza l'episodio numero trentasei di :: acufeni ::

  • Sūn Byrd – In Paradiso
    by Leonardo Pulcini on 20 Novembre 2025 at 19:00

    I Sūn Byrd portano il soul dal Nord Europa in un album che sa stranamente di Italia, di sud e feste al tramonto.

  • Intervista Macaco Cacao, dalla consolle al mondo.
    by Massimo Argo on 20 Novembre 2025 at 15:17

    Macaco Cacao, due dj che hanno una concezione molto particolare della musica, e che fanno cose molto originali.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »