Thermit – Saints

Un album che vale la pena cercare come l’arca perduta

Mi chiedo spesso il motivo per cui delle ottime band licenzino album autoprodotti, risultando comunque ben fatti sotto ogni punto di vista, mentre altre hanno la fortuna di accasarsi con label importanti (a livello underground) per poi deludere con lavori approssimativi, specialmente per quanto riguarda produzione e master.

Saints è l’esempio lampante di come dietro ad album con i crismi dall’autoproduzione si nasconda spesso un piccolo gioiellino metallico, supportato da un buon songwriting e da un ottimo lavoro in sala.
Loro sono i Thermit, gruppo heavy/thrash polacco attivo dal 2009 e con un paio di lavori minori alle spalle (un demo ed un ep), arrivano quest’anno al traguardo del debutto con Saints, album suonato alla grande, prodotto quel tanto che basta per valorizzare il gran lavoro strumentale dei cinque musicisti di Poznam che, con piglio e sfrontatezza, affrontano la materia metallica mettendo in campo grinta, freschezza ed un’ottima preparazione strumentale.
Saints si avvale di una sezione ritmica varia e martellante (Przydep alle pelli e Fabian al basso) che non disdegna repentini cambi di tempo e un approccio che, a tratti, non è eresia chiamare progressivo.
Le chitarre seguono con solos e riff le intricate partiture, mentre un cantante tripallico spettacolarizza il tutto con una prova grintosa, melodica e personale, cambiando registro su ogni brano e mettendo l’ombrellino sul cocktail metallico preparato dal gruppo.
I santi sono tutti sotto il palco a fare headbanging, esaltati da questa raccolta di brani che non lascia scampo, la storia del metal fa capolino tra lo spartito dell’album non facendo mancare il supporto in termini di ispirazione, sia delle storiche thrash bad della Bay Area che l’heavy classico di estrazione europea.
Un lavoro ritmico sontuoso elargito da quel mostro di bravura che di nome fa Fabian, ultimo arrivato in casa Thermit, con il suo basso fa la differenza come Lewandowski al centro dell’area di rigore, e contribuisce a rendere Saints un debutto coi fiocchi, con Zombie Lover, la splendida Smoke & Soot, dove la band regala spunti hard blues e di fatto suonando il primo brano thrash blues della storia, il ruvido mid tempo Fairyland, con le due asce (Jendras e Modly) sugli scudi; ancora,  l’esaltante Louise, dove Trzeszcz fulmina il microfono con una prova sopra le righe e, quando i Thermit decidono di suonare heavy metal, la titletrack prende i Judas Priest per il colletto e Painkiller al confronto sembra una sigla di cartoni animati per bambini.
Un album che vale la pena cercare come l’arca perduta, spettacolare nel saper amalgamare, con spunti a tratti geniali, heavy metal, thrash, hard rock. prog e blues; ascoltatelo e ditemi quante marce in più hanno questi ragazzi: con band molto più famose il confronto diventa imbarazzante. Una bellissima scoperta.

TRACKLIST
1. Lady Flame
2. Zombie Lover
3. Perfect Plan
4. Smoke & Soot
5. The Story About Bird & Snake
6. Fairyland
7. The Last Meal of the King
8. Louise
9. Mr. Two-Face
10. Saints

LINE-UP
Przydep – Drums
Jendras – Guitars
Młody – Guitars
Trzeszcz – Vocals
Fabian – Bass

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