Uncoffined – Ceremonies of Morbidity

Sicuramente, se si cerca del death doom della vechcha scuola suonato con proprietà e competenza, l’approdo in terra albionica è una sorta di certificato di garanzia.

Gli Uncoffined provengono, appunto, da Durham ed esprimono in maniera ideale questo stile musicale: Ceremonies of Morbidity è il loro secondo full length che conferma il buon livello già raggiunto con il precedente Ritual Death and Funeral Rites, grazie alla coesione di un gruppo di musicisti capaci di mettere a frutto l’esperienza maturata in passato.
Il motore della band è la cantante batterista Kat Shevil, attiva nella scena britannica fin dai primi anni novanta, guida del manipolo di dannati che ne accompagna l’efferato rantolo; Ceremonies of Morbidity è un lavoro che, con soli cinque brani, supera l’ora di durata ma tutto sommato il peso di tutto ciò non si avverte più di tanto: se si apprezza il genere non sarà un problema convivere con il sound pachidermico ma sufficientemente dinamico offerto dal quartetto.
Grazie ad una produzione efficace ma che lascia al sound quella “sporcizia” che ben gli si addice, l’album lascia il segno, mantenendo una sua drammaticità di fondo, dovuta anche all’inserimento di numerosi samples che rimandano agli horror in bianco e nero dello scorso secolo, e si pone una spanna al di sopra delle uscite di stampo analogo che mi è capitato di commentare ultimamente, alle quali mancava quella profondità che, invece, gli Uncoffined riescono ad imprimere con forza al lavoro.
Della tracklist segnalo gli ultimi due brani, Ill Omens of Death and Disease e Awakened from Their Dormant Slumber, che forse più degli altri si snodano lungo le coordinate che preferisco, quando il death doom volge lo sguardo ai dsichi d’esordio di Cathedral e Anathema, o all’unico splendido full length pubblicato dagli effimeri Decomposed: qui gli Uncoffined esprimono il meglio, ma non demeritano assolutamente anche nel resto di un album che ribadisce con forza, semmai l’avessimo dimenticato, quale sia la vera patria del genere.

Tracklist:
1. The Horrors of Highgate
2. Plague of the Uncoffined
3. Ceremonies of Morbidity
4. Ill Omens of Death and Disease
5. Awakened from Their Dormant Slumber

Line-up:
K.Shevil – Vocals, Drums
G.Hall – Guitars
Jonny Rot – Guitars
Gory Sugden – Bass

UNCOFFINED – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • GINO and the GOONS – s/t
    by Reverend Shit-Man on 12 Settembre 2025 at 20:00

    Come avrebbero suonato i Ramones se, invece di Joey Ramone, al microfono ci fosse stato Johnny Thunders? E’ la domanda che, diverse volte, si è posto chi vi scrive, mentre ascoltava il nuovo (e sesto complessivo) album, omonimo, degli statunitensi Gino and the Goons – uscito quest’anno su Slovenly Recordings – perché è esattamente l’incastro

  • Sir Petrol Evil design
    by Massimo Argo on 12 Settembre 2025 at 14:06

    Sir Petrol Evil design, un debutto molto notevole, un viaggio diverso e frastagliato, mai scontato e sempre bellissimo, dentro di noi e dentro il sé.

  • Múm Finally We Are No One
    by Gabriella Capraro on 11 Settembre 2025 at 17:46

    Múm Finally We Are No One, pubblicato dalla FatCat Records nel 2002, è un emblematico esempio di come la trasformazione, alle volte, rappresenta una dolce e rivoluzionaria evoluzione.

  • Zatokrev Bring mirrors to the surface
    by Massimo Argo on 11 Settembre 2025 at 14:29

    Dopo dieci anni da “Silk Spiders Underwater…” tornano gli svizzeri Zatokrev con un disco che pulsa fortissimo, un piccolo capolavoro di post metal e post hardcore

  • Garrett Sparrow – RAMBO
    by Leonardo Pulcini on 9 Settembre 2025 at 15:23

    Garrett Sparrow, Sfogliare “RAMBO” è come aprire il quaderno di un liceale: scarabocchi, pensieri confusi e sentimenti a cui dare un nome. Ma a scuola conclusa, sarebbe un peccato buttarlo.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »