Unmercenaries – Fallen In Disbelief

Fallen In Disbelief, esordio degli Unmercenaries, si rivela in extremis la migliore uscita dell’anno nell’ambito del doom russo, una scena , questa, che ci aveva abituati molto bene negli anni passati ma che, nel 2014, non ha offerto stranamente lavori sopra la media, almeno nei suoi versanti più estremi quali funeral e death doom.

Gli Unmercenaries non sono certo degli sconosciuti, infatti trattasi di un progetto voluto da Gungrind, chitarrista degli Who Dies In Siberian Slush, il quale, ovviamente, alla voce non poteva che avvalersi di Evander Sinque, frontman di quell’ottima band nonché anima della MFL Records, la label moscovita (MFL è l’acronimo di Moscow Funeral League, per amor di precisione) che pubblica il lavoro; assieme ai due musicisti russi troviamo alla batteria Jürgen Fröhling dei My Shameful, mentre le tastiere sono suonate in veste di ospite dalla ben nota I.Stellarghost degli Abstract Spirit.
Inevitabilmente, specie nei primi due brani, affiorano tratti comuni con i WDISS e, francamente sarebbe stato strano il contrario, ma se ciò avviene è solo per una naturale contiguità stilistica e non a causa di un songwriting asfittico: infatti, se Among the Stars, traccia d’apertura, conserva quelle caratteristiche tipiche del doom moscovita prima d’aprirsi nella sua parte centrale a melodie struggenti delineate dalla brava tastierista, la successiva A Portal, dopo una breve e cacofonica sfuriata strumentale che ritroviamo anche in chiusura, si staglia in tutta la sua dolente solennità, andando a costituire un monolite di dolore nel quale la chitarra di Gungrind recita le proprie magnifiche litanie a supporto del ben noto growl di Evander; questo brano è in assoluto uno dei migliori ascoltati nel genere quest’anno, rivelandosi un’ipotetica summa tra i parametri della scuola ex-sovietica e l’influsso nobile degli Skepticism.
Circles Of Disbelief mantiene elevatissimo il pathos del lavoro e si rivela oltremodo interessante per la presenza alle clean vocals di Daniel Neagoe, il quale ricambia così il favore ad Evander, che aveva cantato una breve parte nel capolavoro degli Eye Of Solitude “Dear Insanity; come talvolta accade (e a mio avviso ciò non è in assoluto un male) la presenza dell’ospite indirizza in qualche modo il sound verso la band di appartenenza di quest’ultimo: è innegabile, infatti, che la traccia possieda i tratti malinconici e drammatici al contempo che contrassegnavano il precedente “masterpiece” degli EOS, “Canto III”. Considerando anche che Evander è uno dei pochi “umani” in possesso di un growl in grado di reggere il confronto con quello di Daniel, appare evidente che qui abbiamo tutti gli ingredienti per la riuscita di un altro brano magnifico, al quale le tastiere di I.Stellarghost donano davvero una particolare enfasi.
A Beggar’s Lesson si snoda per lo più su una linea melodica che richiama le atmosfere austere ed affascinanti dell’estremo est europeo, e la sua considerevole lunghezza viene stemperata da un finale molto evocativo che suggella in maniera ideale uno splendido album.
Senza dimenticare il prezioso contributo del drummer tedesco Jürgen Fröhling e dello stesso Gungrind per quanto riguarda la parte ritmica, l’unico rimpianto è che questo lavoro sia stato pubblicato successivamente alla compilazione delle inevitabili charts di fine anno; oddio, non credo il fatto di trovarsi tra i primi posti nella mia personale graduatoria avrebbe cambiato la vita agli ottimi Unmercenaries, ma è fuor di dubbio che un posticino tra i migliori 5 album doom dell’anno l’avrebbero tranquillamente trovato.
Poco male, per loro, e molto bene, invece, per noi appassionati, che ci ritroviamo come regalo di Natale (il disco è uscito proprio il 25 dicembre …) una nuova grande band capace di proporre ai massimi livelli il nostro genere preferito.

Tracklist:
1.Among the Stars
2.A Portal
3.Circles Of Disbelief
4.A Beggar’s Lesson

Line-up:
Gungrind – guitars,acoustic guitar,bass
E.S. – vocals
Jürgen Fröhling – drums

Guests:
I.Stellarghost – keys
Daniel Neagoe – additional vocals at “Circles Of Disbelief”

UNMERCENARIES – Facebook

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Sūn Byrd – In Paradiso
    by Leonardo Pulcini on 20 Novembre 2025 at 19:00

    I Sūn Byrd portano il soul dal Nord Europa in un album che sa stranamente di Italia, di sud e feste al tramonto.

  • Intervista Macaco Cacao, dalla consolle al mondo.
    by Massimo Argo on 20 Novembre 2025 at 15:17

    Macaco Cacao, due dj che hanno una concezione molto particolare della musica, e che fanno cose molto originali.

  • E’ morto Nicola Vannini
    by Reverend Shit-Man on 20 Novembre 2025 at 9:00

    In un panorama dei necrologi musicali che, da almeno un decennio a questa parte, somiglia sempre più a una valle di lacrime, un altro triste avvenimento, in tal senso, va a funestare anche questo 2025. Nella giornata di ieri, infatti, ci ha lasciati, all'età di 65 anni, Nicola Vannini.

  • Frontiere Sonore – PUNTATA 06
    by Simone Benerecetti on 19 Novembre 2025 at 9:13

    Trasmissione radiofonica con Federico “il Deca” De Caroli e Simone Benerecetti. In scaletta: Federica Deiana, Cøldstar, G. Cistola & D. Germani, The Balboas, Jez Pike, Pink Butter, Jonathan Elias, Anthony Moore with AKA & Friends, Mephisto Walz, Angels of Libra (feat. Nathan Johnston).

  • The Queen Is Dead Volume 177- Dor, Lancasters, Evoken
    by Massimo Argo on 18 Novembre 2025 at 14:52

    Un approfondimento su tre dischi imperdibili: il viaggio introspettivo dei Dor, la psichedelia analogica dei The Lancasters e l’oscurità funeral doom degli Evoken. Analisi, atmosfere e suggestioni di tre opere che esplorano mondi sonori profondi e unici.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »