Prosegue incessante il viaggio artistico del quartetto svedese, attivo dal 2009 con Cult of Lazarus e giunto con Deimos Sanktuarium al quinto full length.
La band non ha mai disperso le proprie energie compositive in formati minori, tranne un EP nel 2010, preferendo il formato sulla lunga distanza per farci apprezzare il proprio suono. Ogni due anni, corredati sempre da belle cover create da Mattias Frisk, i Vanhelgd ci regalano momenti di grande musica death, intinta nel doom; non fa eccezione anche quest’opera, sette brani di medio lunga durata, dove si rimane intrappolati in un mondo sonoro disperato, angosciante e catacombale. Nel tempo la band ha rilassato i propri ritmi, non perdendo nulla in ferocia e in tensione, anzi mortifere cadenze death doom ci fanno piombare in mondi tetri e sinistri dove le chitarre tessono atmosfere opprimenti senza aver bisogno di correre all’impazzata. L’andamento sinistro e maligno di Profaned is the blood of the covenant è raggelante e velenoso fino alla paralisi completa dei nostri sensi. La band non reinventa la ruota ma conosce molto bene la materia death e sa plasmare con assoluta ispirazione un proprio suono, dove tutto è mirato al lento disfacimento organo sensoriale; tutto è più subdolo, non troviamo violenza gratuita o ritmi forsennati ma atmosfere claustrofobiche che attanagliano le viscere con il growl mefitico di Mattias e Jimmy Johansson a condurre le danze. I brani hanno tutti delle peculiarità: in The ashes of our defeat un pesante suono di organo ci porta indietro nel tempo, regalandoci momenti maestosi e disperati, mentre in The silent observer i ritmi più propriamente death si stemperano nella coda a più voci dal forte sapore epico. Ottimo disco da parte di una band ispirata che non deve dimostrare più niente ed essere ascoltata con attenzione..
Tracklist
1. A Plea for Divine Necromancy
2. Så förgås världens härlighet
3. Vi föddes i samma grav
4. Profaned Is the Blood of the Covenant
5. The Ashes of Our Defeat
6. The Silent Observer
7. Här finns ingen nåd
Line-up
Jimmy Johansson Guitars, Vocals
Mattias Frisk Guitars, Vocals
Jonas Albrektsson Bass
Mathias Westman Drums