Warfather – The Grey Eminence

The Grey Eminence riporta in auge suoni estremi che di questi tempi non trovano molti adepti

Non sono pochi i fans del death metal (che non chiamerò questa volta old school, ma più semplicemente classico) che scalpiteranno per il nuovo album dei Warfather, progetto nato dalla mente di Steve Tucker, non solo un semplice musicista ma un pezzo di storia del genere: l’appellativo meritato per i suoi trascorsi nei Morbid Angel in primis (chiamato alla corte di Trey Azagthoth per sostituire David Vincent all’indomani dell’uscita di Domination), ma anche come collaboratore occasionale di molte altre top band come Nile e Ceremony.

Lasciato il basso per la sei corde, ma sempre ben piazzato davanti al microfono, il buon Steve raggiunto da Jake Koch e Bryan Bever, regala un successore al primo lavoro del gruppo, quel Orchestrating the Apocalypse uscito un paio di anni fa che aveva diviso fans e addetti ai lavori.
Chiaro che pure The Grey Eminence, come il suo predecessore si avvicina al sound dell’angelo morboso, del resto tanti anni passati con la regina delle band death metal americane non possono non aver lasciato il segno, così che l’album, prodotto a meraviglia, esce come una bordata in puro stile statunitense, oscuro, malato e terribilmente evil.
Tucker al netto di una prova superlativa al microfono, non manca di dispensare solos e riff forgiati sull’altare della follia, il sound dei Warfather non si discosta da quello prodotto dal gruppo di Gateways to Annihilation ed Heretic e, scusate, ma è un gran bel sentire.
The Grey Eminence vive e si rigenera ad ogni passaggio, e il gruppo si impegna ad articolare con sicurezza e padronanza di mezzi parti di intricato e malatissimo metal estremo; il sound, meno immediato per esempio rispetto a quello dei colleghi scandinavi, riesce comunque a risultare fluido, alzando il livello qualitativo rispetto al primo lavoro, specialmente per songwriting e produzione.
Dunque meno monocorde e più pulito nei suoni, The Grey Eminence riporta in auge suoni estremi che di questi tempi non trovano molti adepti, con le nuove leve orientate verso sonorità old school di matrice nordeuropea.
Un pesante macigno di musica estrema che ha nel suo insieme il proprio punto di forza con qualche picco (l’opener Orders of the Horde è un biglietto da visita niente male, seguita dalla devastante For Glory or Infamy) ed una qualità medio alta mantenuta per tutta la durata che, nel genere, non è poi così facile ascoltare di questi tempi.
Inutile affermare come The Grey Eminence sia un ascolto obbligato per gli amanti del death metal classico, lasciate ad altri qualsiasi menata su originalità e facili paragoni e fatelo vostro, lo merita.

TRACKLIST
1. Orders of the Horde
2. Headless Men Can No Longer Speak
3. Judgement, The Hammer
4. For Glory or Infamy
5. The Dawning Inquisition
6. Heedless Servant
7. Carnage of the Pious
8. Grey Eminence
9. Fair and Final Warning

LINE-UP
Steven Tucker – Guitar, Vocals, Warfather
Jake Koch – Guitar
Bryan Beve – Drums

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