Ai The Way Of Purity sono affezionato per due motivi: intanto, sono stati la prima band della WormHoleDeath che ho recensito per In Your Eyes, poi il fatto d’essere il braccio musicale dell’Animal Liberation Front non può che spingermi a tifare per loro.
Però qui dobbiamo parlare anche e, soprattutto, di musica e allora non si può fare a meno di constatare che il deathcore feroce, per quanto ricco di spunti melodici esibito in “Crosscore” prima e in “Equate” poi, in questo nuovo album abbia assunto le sembianze di un più immediato alternative metal dalle spiccate pulsioni elettroniche. L’ennesimo cambio di vocalist, con la bravissima Kirayel oggi dietro al microfono, ha comportato anche la rinuncia al corrosivo growl femminile che caratterizzava le precedenti uscite.
Inevitabilmente questo quadro non può che preludere ad un lavoro molto più fruibile dal punto di vista musicale, pur senza rinunciare al suo ruolo di veicolo di denuncia delle nefandezze causate dallo specismo. Without Name, uno dei musicisti che stanno dietro a questo progetto che si è circondato sempre di un alone di mistero, ha dichiarato che la sterzata stiistica è volta al raggiungimento di un maggior numero di persone, cosa che sicuramente l’efferatezza del sound messo in mostra in passato non favoriva.
The Majesty Of Your Becoming, nonostante personalmente apprezzassi più la precedente incarnazione dei The Way Of Purity, è comunque un buonissimo lavoro che probabilmente darà ragione ai suoi autori rendendosi appetibile ad un numero molto più elevato di persone, cosa che comunque un po’ cozza con l’atteggiamento tenuto dalla band nei confronti dei media, che non è certo da portare come uno dei massimi di esempi di attenzione al marketing.
Gli undici brani in scaletta scorrono molto piacevolmente esibendo un’anima elettronica che non chiude del tutto la porta alla base metallica della band, che si manifesta più di una volta con i classici riff squadrati, specie nel remake di Eleven: non a caso, quello che era uno dei brani trainanti di “Equate” qui viene ripulito il giusto per renderlo un potenziale hit, anche se il vero crack dell’album è la successiva From The Nest To The Grave, traccia in possesso di un refrain splendido.
Ma in realtà sono molti i brani che meritano una menzione, a partire dall’opener Dare To Be Yourself e la title track, ottime prove di alternative metal impreziosita da una voce perfetta per il genere come quella di Kirayel. Nella seconda parte dell’album in ogni caso i The Way Of Purity spingono maggiormente sull’acceleratore, finendo più volte per avvicinarsi al sound di una band come gli Exilia, differenziandosene proprio in virtù della maggiore componente elettronica. L’album si chiude nel migliore dei modi con un’altra traccia dal grande appeal commerciale quale è Tide.
Se, come detto, preferivo i The Way Of Purity quando si scagliavano con tutta la veemenza possibile nei confronti di Cartesio e delle sue sconcertanti teorie riguardo agli animali, non posso fare a meno di apprezzare ugualmente questa svolta, alla luce dell’indubbia qualità delle composizioni e di una certa compattezza del lavoro a livello stilistico. Se poi, grazie a questo, anche una sola persona dovesse decidere di non contribuire più allo sterminio di milioni di esseri viventi solo per soddisfare il proprio palato o la propria vanità, l’obiettivo di partenza sarebbe comunque centrato.
Tracklist:
1. Dare To Be Yourself
2. The Roots Of Evil
3. The Majesty Of Your Becoming
4. Disfigured By Karma
5. Sarin
6. Jackob
7. Eleven
8. From The Nest To The Grave
9. Noah
10. The Clouds Behind Your Eyes
11. Tide