Notevole prova di forza da parte degli esordienti Xenosis, giovane band britannica in forza alla label nostrana Wormholedeath, tramite la proposta di un progressive death che tiene fede all’etichetta in virtù di continui cambi di tempo e di atmosfera nel corso di tutta la durata di Of Chaos And Turmoil, senza perdere mai di vista la componente estrema del sound.
La title-track e la successiva Building Seven, poste in apertura, delineano in maniera chiara quali siano le caratteristiche del combo della Cornovaglia: innumerevoli variazioni sul tema, quasi mai fine a se stesse, inserite in maniera appropriata all’interno di un tessuto sonoro costruito su un riffing violento ma cangiante e contrassegnato dall’ottimo growl di Ryan Denning, il quale si lascia andare di rado a passaggi puliti, per lo più recitati.
In diversi frangenti emergono alcune assonanze con il lato più aggressivo e sperimentale dei Mudvayne del terremotante disco d’esordio, per l’uso decisamente fuori dagli schemi consueti del basso e della base ritmica, oltre che per la timbrica vocale di Ryan talvolta molto simile a quella di Chad Gray; in altri momenti vengono esibite le naturali influenze provenienti sia dalla scuola death d’oltremanica, sia dalla componente più tecnica del genere, con i Death quale inevitabile punto di riferimento.
Si potrebbe pensare, quindi, che il tentativo di convogliare tutti questi aspetti abbia dato come frutto un prodotto difficilmente digeribile ma, per fortuna, non è così: i quattro dimostrano d’avere le idee molto chiare in ogni frangente, supportati da un tecnica individuale all’altezza del compito; la varietà stilistica diventa così un valore aggiunto, piuttosto che un ostacolo, nel favorire l’accessibilità di un disco solo apparentemente ostico.
Chiaramente, il rischio per i Xenosis è quello di risultare troppo cervellotici per gli appassionati del death più canonico e troppo brutali per chi ama le atmosfere più soffuse e raffinate del prog ma, del resto, se da una parte è lecito apprezzare dischi che traggono la loro forza dall’integrità stilistica, dall’altra non si può fare a meno di lodare ed incoraggiare chi non si pone troppi limiti compositivi, provando ad abbattere i confini, spesso eretti in maniera artificiosa, tra i diversi generi musicali.
Un ottimo lavoro che, come è intuibile, si renderà ancora più apprezzabile dopo ripetuti ascolti.
Tracklist :
1. Of Chaos & Turmoil
2. Building Seven
3. Homeland Insanity
4. Soulless Army
5. All Seeing Eye
6. Bromance
7. I Am Caesar
8. Abyssuss
9. Nature Erased
10. Bilderberger King
Line-up :
Ryan Denning – Bass & Vocals
Dean Slaney – Guitars
Jules Maas-Palmer – Guitars
Ross Mitchell – Drums