Abigor – Höllenzwang (Chronicles of Perdition)

Gli Abigor pubblicano un lavoro molto ben composto e musicalmente vario, con canzoni dalla struttura vicina alle composizioni jazz, dove non si sa mai cosa ci sia dopo la prossima nota, ed è quello che piace a chi vuole che la musica sia scoperta e non assuefazione.

Violento ritorno degli Abigor, uno dei gruppi di punta della scena black metal austriaca e non solo.

Il gruppo è attivo dal 1993, e ha sempre avuto forte peculiarità all’interno della già variegata scena del metallo nero. Höllenzwang (Chronicles of Perdition) è un disco che ribadisce in maniera molto chiara cosa sia la materia per loro. Le chitarre, che sono sempre state uno dei punti di forza del gruppo, dettano le linee melodiche davvero prepotenti ed inusuali. Il duo austriaco disegna un black metal potente e mai conforme, cercando sempre la soluzione migliore e che possa far avanzare l’ascoltatore nella comprensione del black metal. Le vie del black metal possono e devono essere molteplici, e questa è una delle migliori. Le uscite della Avantgarde Muisic non sono mai banali, riescono sempre a cogliere nel segno. Gli Abigor pubblicano un lavoro molto ben composto e musicalmente vario, con canzoni dalla struttura vicina alle composizioni jazz, dove non si sa mai cosa ci sia dopo la prossima nota, ed è quello che piace a chi vuole che la musica sia scoperta e non assuefazione. Rimane molto poderosa la parte oscura, perché questa è musica pesante, figlia delle tenebre e per menti tenebrose, però non per menti ottenebrate che ascoltano ogni cosa venga loro propinata. In definitiva questo lavoro tiene strettamente fede a ciò che afferma a partire dal titolo, questa è la cronaca della perdizione, ed è dolce perdersi in questo pandemonio sonoro, debitore della scena black metal austriaca, per certi versi molto innovatrice e garanzia di qualità. I pezzi sono complessivamente di ampio respiro e la produzione fa rendere al meglio il tutto.

Tracklist
1. All Hail Darkness And Evil
2. Sword Of Silence
3. Our Lord´s Arrival – Black Death Sathanas
4. None Before Him
5. The Cold Breath Of Satan
6. Olden Days
7. Hymn To The Flaming Void
8. Christ´s Descent Into Hell
9. Ancient Fog Of Evil

Line-up
TT.
PK.

ABIGOR – Facebook

Rasgo – Ecos Da Selva Urbana

Ecos Da Selva Urbana sorprende ed attacca al muro, essendo un album veloce e violento, caratterizzato da un impatto irresistibile nel suo mantenere la natura thrash metal ricamandola di sfumature alternative, tanto da rispolverare l’ormai vecchio idioma crossover abusato negli anni novanta.

Ecco il classico album che senza tanti giri di parole sorprende ed attacca al muro, essendo veloce e violento, caratterizzato da un impatto irresistibile nel suo mantenere la natura thrash metal ricamandola di sfumature alternative, tanto da rispolverare l’ormai vecchio idioma crossover abusato negli anni novanta.

Ne sono autori  i portoghesi Rasgo, nati quattro anni fa e oggi all’esordio con questa mazzata nei denti intitolata Ecos Da Selva Urbana, album composto da dieci brani che sono fiale di nitroglicerina fatte esplodere tramite un metal alternativo che, strutturato su un thrash metal veloce ed impatto, si anima con violente scariche hardcore e punk, alimentati da un’attitudine alternative che ne fanno un gioiellino metallico, con l’unica colpa di essere uscito con almeno vent’anni di ritardo.
Poco male, noi ce lo godiamo nel suo essere spregiudicato, estremo e ignorante, cantato in lingua madre, quindi ancorato all’underground senza possibilità di affiorare in superficie.
Ci facciamo quindi travolgere dai Rasgo e dalla loro carica metallica, un fiume in piena che raccoglie svariati input da più di una scena ma che, per quasi tutta la sua durata, dalla title track che funge da opener, passando per Propaganda Suicida, Vulgo Vulto e A Besta, inchioda al muro senza pietà tra Anthrax, Death Angel e Suicidal Tendencies, suonato e vissuto da musicisti dall’esperienza consolidata nella scena underground del loro paese.
Ecos Da Selva Urbana vi lascerà senza fiato, dovrete correre per non essere falciati dalle note sparate dal mitragliatore Rasgo.

Tracklist
1.Ecos da Selva Urbana
2.Homens ao Mar
3.Propaganda Suicida
4.Faca Romba
5.Vulgo Vulto
6.O Líder
7.Ergue a Foice
8.A Besta
9.Existe
10.Cão da Morte (Mão Morta)

Line-up
Filipe Sousa – Bass
Ricardo Rações – Drums
Rui Costa – Guitars
Pedro Ataíde – Guitars
Paulo Gonçalves – Vocals

RASGO – Facebook

AURI

Il video di “Night 13”, dall’album omonimo in uscita a marzo (Nuclear Blast).

Il video di “Night 13”, dall’album omonimo in uscita a marzo (Nuclear Blast).

Echi di un altro mondo risuonano dalle profondità della leggendaria tana del coniglio. Musica che si diffonde, accompagnata da momenti di silenzio e sequenze di un sogno escapista, che trascende il tempo e la presenza terrena.
Gli AURI hanno preso vita attraverso tre persone, unite dal bisogno comune di ascoltare un tipo di musica che non può essere descritto solo a parole. Un suono magico da ascoltare quando si cade nella tana del coniglio di Alice.
La cantante finlandese Johanna Kurkela ha prestato la sua voce unica, mentre Troy Donockley e Tuomas Holopainen dei NIGHTWISH hanno lanciato i loro incantesimi con vari altri strumenti. Con ospiti selezionati scelti tra musicisti ed amici, l’album prende definitivamente forma sotto la direzione del tecnico del suono Tim Oliver all’interno dello splendore pastorale dei Real World Studios nell’Inghilterra meridionale.

Lo scorso venerdì gli AURI hanno pubblicato il loro primo singolo in digitale. La canzone “Night 13” può essere acquistata qui:
http://nblast.de/AURINight13

Il debutto omonimo degli AURI arriverà nei negozi il 23 marzo su Nuclear Blast e sarà disponibile in digipak CD, 2LP, Earbook limitato e digitale.
I pre-ordini sono attivi: http://nblast.de/AURIAuri

Tracklist “Auri”:

01. The Space Between
02. I Hope Your World Is Kind
03. Skeleton Tree
04. Desert Flower
05. Night 13
06. See
07. The Name Of The Wind
08. Aphrodite Rising
09. Savant
10. Underthing Solstice
11. Them Thar Chanterelles

Tutto è iniziato con una visione. Un’immaginazione virtuosistica di buon auspicio che si libra in aria, composta di frammenti multi sfaccettati e idee che via via diventano più concreti e prendono lentamente forma, per poi finalmente fuoriuscire dalla mente dei loro creatori nelle vesti di un nuovo progetto.

Completamente inatteso, è stato un processo naturale. Questo è ciò che è accaduto con questi tre eccezionali musicisti che hanno creato una gemma musicale sotto forma degli AURI, che brilla più luminosa della Stella Polare nel cielo notturno. Johanna Kurkela, Tuomas Holopainen e Troy Donockley – i carismatici protagonisti che si celano dietro agli AURI – portano il loro debutto omonimo in un viaggio fiabesco attraverso il tempo e lo spazio, lontano da qui, ricordandoci le avventure di “Alice Nel Paese Delle Meraviglie”.

Ci aspettano cascate sonore, piene di momenti magici e surreali che toccano tutti i sensi; a volte è struggente e sognante, poi è di nuovo eccitante e intenso. Gli AURI celebrano una specie di etno-pop epico-romantico che sembra fluttuare in sfere pittoresche che sono intangibili, ma liberano un manto dai suoni sfaccettati, pieni di potenti immagini. Queste cascate sonore si basano su suoni tradizionali celtici, sequenze di sogni cinematograficamente atmosferici, melodie melanconiche e un tocco di misticismo trasfigurato; la bellissima strumentazione ha una profondità insondabile.

Gli AURI sono il risultato di una passione condivisa. Tutti sono coinvolti in ogni aspetto. Tuttavia Tuomas Holopainen non vuole svelare troppi dettagli sulle canzoni e sulle storie sottese “poiché l’ascoltatore dovrebbe portare la propria storia nelle canzoni ed è proprio questo che rende il disco così bello. Esso prende vita dall’immaginazione di ogni singola persona!”, spiega il compositore. “Ma ciò che posso dirvi è che parte del contenuto e dei testi sono ispirati ai libri di Patrick Rothfuss. Forse chi conosce quei libri e quelle storie coglierà alcuni paralleli e scenari, ma nel disco c’è molto di più”.
Se Tuomas descrive “Auri” con parole sue, non può evitare di sorridere. “Qualche giorno fa, nella band abbiamo discusso del modo migliore in cui definire il disco. Ci sono venuti in mente due termini: Rabbit Hole Music e Celestial Metal. Ovviamente potrete sentire influenze di musica folk, celtica, colonne sonore… insomma tutta quella musica che amiamo e adoriamo, ma categorizzare lo stile è davvero impossibile. Spetta agli ascoltatori farlo!”. Al momento non c’è alcun tour in previsione ma una cosa è certa: “Questo è un album unico!”. Quindi mettetevi comodi, chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare in profondità. Un mondo di sorprese e di miracoli vi attende al di là dello specchio.

Gli AURI sono
Johanna Kurkela: voce e viola
Tuomas Holopainen: tastiere e cori
Troy Donockley: chitarra acustica ed elettrica, bouzouki, uilleann pipes, low whistles, aerofono, bodhran, tastiere, voce

KLOGR

Il video di “Pride Before The Fall”, dall’album “Keystone” (Zeta Factory).

Il video di “Pride Before The Fall”, dall’album “Keystone” (Zeta Factory).

Dopo aver da poco annunciato la partecipazione al “Lilith Tour 2018” di supporto ai Butcher Babies e Eyes Set to Kill, i KLOGR presentano oggi il video di “Pride Before The Fall”!

Il clip è dedicato a tutti i nuovi e vecchi fan e ripropone con immagini live inedite, tutta la potenza della band e il calore regalato dal pubblico durante gli show del 2017, che comprendono il tour di supporto ai The Rasmus dello scorso autunno.

“Durante il tour 2017 abbiamo raccolto molto materiale audio e video.
Per l’uscita del primo clip abbiamo condensato tutta l’energia delle date in un brano, i momenti più significativi, gli attimi in cui il pubblico ci ha regalato grandi emozioni e l’adrenalina del palco.
Credo che le immagini possano descrivere questo viaggio al meglio. Siamo pronti per tornare sul palco!” commenta il frontman, Rusty.

Lilith Tour 2018
Butcher Babies
Eyes Set To Kill
Klogr

20 Feb Nottingham, ENGLAND Rescue Rooms
21 Feb Bristol, ENGLAND Thekla
22 Feb Chester, ENGLAND Live Rooms
23 Feb Birmingham, ENGLAND Asylum
24 Feb Newcastle, ENGLAND Riverside
25 Feb Glasgow, SCOTLAND G2
27 Feb Milton Keynes, ENGLANDCraufurd Arms
28 Feb Norwich, ENGLAND Waterfront
01 Mar Southampton, ENGLAND Joiners
02 Mar Sheffield, ENGLAND Corporation
03 Mar Manchester, ENGLAND Rebellion
04 Mar London, ENGLAND The Dome
06 Mar Bochum, GERMANY Rockpalast
07 Mar Hamburg, GERMANY Logo
08 Mar Jena, GERMANY F-Haus
09 Mar Prague, CZECH REPUBLIC Nova Chmelnice
10 Mar Graz, AUSTRIA Explosiv
11 Mar Munich, GERMANY Backstage Club
13 Mar Milan, ITALY Legend Club
14 Mar Zurich, SWITZERLAND Klub Komplex
15 Mar Mannheim, GERMANY Ms Connexion Complex
16 Mar Zaandam, NETHERLANDS De Flux
17 Mar Leiden, NETHERLANDS Gebr. de Nobel

I KLOGR hanno pubblicato nel 2017 su Zeta Factory il loro terzo full-length intitolato “Keystone”.

Acquista subito “Keystone” qui:
http://www.klogr.net/shop/

Lihhamon – Doctrine

Utile riedizione in vinile dell’esordio su lunga distanza dei tedeschi Lihhamon.

Se a qualcuno non fosse chiaro il concetto di metal estremo direi che questo album d’esordio dei Lihhamon dovrebbe risultare piuttosto esaustivo.

Il trio di Lipsia ha seguito un trafila inversa rispetto al solito, partendo subito con un full length, appunto Doctrine nel 2016) facendolo seguire da un demo e da uno split con i concittadini II; l’album è stato poi riedito in vinile dalla Nuclear War Now!, essendo stato sicuramente rinvenuto dalla label statunitense qualcosa di rispondente alla propria ragione sociale nel sound ivi contenuto.
Quello dei Lihhamon è un brutal death black che non lascia alcuno scampo se non nei quattro frammenti ambient/strumentali che accompagnano la altre sei impietose tracce, per lo più impostate su ritmiche parossistiche ma inframmezzate da rari quanto efficaci rallentamenti: nulla di inedito, questo è evidente, ma la proposta convince abbastanza perché si percepisce un’urgenza espressiva che fa intuire come nell’ex Germania Est post riunificazione ci sia ancora diversa rabbia da smaltire, e la maniera scelta dalla band è senz’altro ideale e soprattutto indolore (salvo che per le orecchie più delicate)
Death Or Torment è l’ultima mitragliata offerta dal disco ed è un dilemma al quale è meglio non trovarsi a dover dare risposta, ma nel dubbio una soluzione ce la forniscono i Lihhamon, radendo tutto al suolo senza troppe remore o scrupoli di sorta.

Tracklist:
Side A
1. Decimation
2. Genocide Crusade
3. Throne of Eradication
4. Splendour
5. Hostes
Side B
6. Ironsides
7. Coronation
8. Cadaver Synod
9. Death or Torment
10. Triumph

Line-up:
A. Drums, Vocals
M. Guitars, Vocals
F. Bass, Vocals

LIHHAMON – Facebook

Whipstriker – Merciless Artillery

Merciless Artillery nel genere ha un suo perché, l’attitudine e l’impatto sono perfetti per risultare credibili nei confronti dei fans duri e puri, rimanendo però un’opera ad esclusiva loro e di pochi altri.

Gi Whipstriker sono una band che abbonda di uscite tra split ed ep e che arriva al quarto full length in carriera, iniziata nel 2010 nella lontana terra brasiliana, sporcata di sangue dal loro speed thrash.

Ne avevamo già parlato a suo tempo in occasione dell’uscita della compilation Seven Inches Of Hell, che racchiudeva brani tratti dai primi lavori del gruppo.
Merciless Artillery non cambia di una virgola la proposta del gruppo brasiliano e non potrebbe essere altrimenti visto il genere suonato: metal estremo rigorosamente old school, produzione da cassette in puro stile underground e partenza a manetta per non fermarsi più, in una corsa pericolosa su bolidi metallici come la title track, Rape Of Freedom e Soldier Of Sodom.
Il sound è quindi di matrice ottantiana, segnato da un’indole estrema, guerresca e luciferina in un tributo a Venom, Slayer, Sodom e compagnia; Merciless Artillery nel genere ha un suo perché, l’attitudine e l’impatto sono perfetti per risultare credibili ai fans duri e puri, rimanendo un’opera ad esclusiva loro e di pochi altri, ma per gli Whipstriker non credo sia un problema.

Tracklist
1.Merciless Artillery
2.Rape of Freedom
3.Calm After Destruction
4.Mantas´Black Mass
5.Soldier of Sodom
6.Warspell
7.Enemies Leather
8.Bestial Hurricane

Line-up
Whipstriker – Bass, Vocals

WHIPSTRIKER – Facebook

Wolf Counsel – Age Of Madness / Reign Of Chaos

Gli svizzeri Wolf Counsel approdano con Age Of Madness / Reign Of Chaos al loro terzo full length che giunge rispettando una cadenza pressoché annuale.

Appunto nel 2016 (Age Of Madness / Reign Of Chaos è uscito nello scorso mese di novembre) avevamo affrontato il precedente album Ironclad, traendo l’impressione che il gruppo elvetico interpretasse il doom metal suo versante più classico in maniera più che dignitosa ma senza particolari guizzi.
Il raffronto con il nuovo lavoro ci mostra una band dalle coordinate immutate ma con un songwriting più incisivo, pur se sempre fedele ai modelli più comuni del genere: la voce del leader Ralf W. Garcia resta sempre un po’ piatta nella sua ispirazione osbourniana, ma appare maggiormente asservita ad uno sviluppo musicale capace di catturare più efficacemente l’attenzione.
Infatti, disseminati nell’album tra sonorità devote ai campioni del classici doom ottantiani troviamo notevoli progressioni chitarristiche (una fra tutte quella di Semper Occultus) che sono un po’ il contraltare dell’andamento indolente e venato di psichedelia della successiva title track.
Nel complesso restiamo sempre nel gruppo di rincalzo del genere ma con qualche freccia un più per trovare un qualche spazio in un ambito nel quale, comunque, gli appassionati sono sempre ben disposti a ripagare la dedizione alla causa di musicisti esperti e competenti come quelli che fanno parte dei Wolf Counsel.

Tracklist:
01. WolvenEarth
2. Semper Occultus
3. Age Of Madness/Reign Of Chaos
4. O’Death
5. Eternal Solitude
6. Coffin Nails
7. Remembrance

Line-up:
Ralf W. Garcia – Bass/Vocals
Reto Crola – Drums
Andreas Reinhart – Guitars
Ralph Huber – Guitars

WOLF COIUNSEL – Facebook