Adversvm – Aion Sitra Ahra

Un’opera notevole, in grado di portare in grande evidenza in ambito funeral un nome nuovo come quello degli Adversvm.

Adversvm è un progetto proveniente dalla Bassa Sassonia del quale poco si sa se non che Aion Sitra Ahra è il primo lavoro su lunga distanza che esce sotto l’egida della label.

Il genere offerto, comunque, lascia poco spazio a digressioni particolari, trattandosi di un funeral doom di grande ortodossia ed altrettanta competenza esecutiva, doti facilmente riscontrabili fin dall’opener Anti-Stellar Gnosis To The Acausal Nexus, lunga traccia che era già presente nel demo pubblicato lo scorso anno.
Il funeral degli Adversvm è sufficientemente melodico e allo stesso tempo dolente lasciando fin da subito notevoli sensazioni: anche la seconda traccia PS. XIII Maledictvm faceva parte del suddetto demo ed è difficile trovare grande discontinuità, quindi, rispetto a quanto già sentito, anche se qui affiorano riferimenti al versante più dissonante del genere, quindi Mournful Congregation, Esoteric, senza dimenticare un nome meno titolato ma di grande spessore come quello dei Doomed del connazionale Pierre Laube.
Questi venti minuti di musica paiono già sufficienti per constatare come gli Adversvm siano una sorpresa davvero gradita, ma l’album offre ancora molto dopo l’interludio strumentale Disequilibrium Evokes The Fifth Coronation; la title track si dimostra, infatti, una bella prova di forza quando i ritmi si intensificano privilegiando l’impatto alla melodia, mentre Est In Fatis è piuttosto particolare, con la stentorea voce campionata che viene accompagnata da riff catacombali.
Chiudono il lavoro i sei minuti dronici di Current 218, pietra tombale su un’opera notevole, in grado di portare in grande evidenza un nome nuovo come quello degli Adversvm.

Tracklist:
1. Anti-Stellar Gnosis To The Acausal Nexus
2. PS. XIII Maledictvm
3. Disequilibrium Evokes The Fifth Coronation
4. Aion Sitra Ahra
5. Est In Fatis
6. Current 218

Line-up:
S.B.  – vocals, guitars, bass

Celtachor – Fiannaíocht

Il disco è molto piacevole, ben composto e suonato: si rimane incollati ad ascoltare vicende sempre vive nel cuore degli uomini e il celtic black metal è un ottimo modo per continuare a tramandare queste tradizioni che sono sempre vive.

L’Irlanda è una terra di tenaci miti e leggende dove il cristianesimo è radicato, ma dietro a questa religione resistono molto bene figure e racconti che provengono da lontano, come quello messo in musica dal gruppo dublinese Celtachor, che qui mette in musica le gesta di Finn dei Fianna, una figura mitologica fra le più importanti nell’isola di smeraldo.

I Celtachor sono attivi dal 2010 e fanno un ottimo celtic black metal, con forti influenze folk e carico di momenti epici, con grandi prati macchiati di sangue. Rispetto ad altri gruppi connazionali i Celtachor non usano sempre il black metal, che rimane comunque nel loro carnet musicale, anche se non è l’unica peculiarità. La loro musica è una narrazione epica essa stessa, scandita da un cantato sia in chiaro che più raramente in growl, e da una forte sottotraccia doom metal, che regala maggior malinconia e forza al quadro generale. I Celtachor non sono assolutamente un gruppo scontato e riservano molte sorprese, ma soprattutto una narrazione possente e piena. Ascoltando Fiannaíocht sembra davvero di essere al fianco di Finn, il mitico guerriero cacciatore e della sua gente, i Fianna. Le sue gesta compongono il ciclo feniano che è uno dei corpus centrali della mitologia celtica ed irlandese. I Celtachor musicano perfettamente queste narrazioni archetipe, di una sapienza e di un folclore lontano nel tempo ma non nella sua essenza. Il disco, il secondo per la Trollzorn dopo Nuada Of The Silver Arm, è molto piacevole, ben composto e suonato: si rimane incollati ad ascoltare vicende sempre vive nel cuore degli uomini e il celtic black metal è un ottimo modo per continuare a tramandare queste tradizioni che sono sempre vive. L’Irlanda colpisce ancora con uno dei migliori gruppi di celtic black metal.

Tracklist
01. Sons Of Morna
02. King Of Tara
03. Tuiren
04. The Search For Sadbh
05. Caoilte
06. Great Ships Came From Over The Waves
07. The Battle On The Shore
08. Tears Of Aoife
09. Cauldron Of Plenty
10. Dubh, Dun Agus Liath

Line-up
Stephen Roche – Vocals/Whistles
David Quinn – Guitar/Backing Vocals
Anaïs Chareyre – Drums/Bodhran/Backing Vocals
Fionn Stafford – Guitar/Backing Vocals
Robert Macdomhnail – Bass/Bouzouki/Harp
Liam Henry – Violin/Harp

CELTACHOR – Facebook

Nox Interna – A Minor Road

A Minor Road dice ancora poco sui Nox Interna odierni, se non il fatto d’esser in presenza di un musicista dal buon potenziale che deve trovare ancora la sua forma d’espressione ideale e più completa.

Nox Interna è il nome del progetto gothic rock del musicista spagnolo Richy Nox, di stanza però da diversi anni a Berlino.

Il sound offerto in questo ep contenente tre brani e del tutto in linea con le aspettative del genere, con un’offerta che si colloca nella scia di band ben note sul suolo tedesco come Mono Inc., quindi dal buon impatto melodico ed una spruzzata di ruvidezza inferta da qualche riff più deciso, anche se a livello di influenze vengono citati tra gli altri i Sisters Of Mercy dei quali, francamente, non è che se ne rivengano soverchie tracce oggi, a differenza dei lavori precedenti nei quali il sound appariva molto più cupo e screziato di pulsioni industriali.
La title track è senz’altro gradevole ma non esalta, molto meglio allora Doom Generation, più accattivante e varia e dalle maggiori chances di fare breccia negli ascoltatori.
Il terzo brano è la stracoverizzata Entre Dos Tierras degli Heroes del Silencio, brano che si ascolta sempre volentieri e che Richy Nox ripropone in versione più ritmata, senza ovviamente sfigurare nella parte cantata potendolo interpretare in lingua madre.
A Minor Road dice ancora poco sui Nox Interna odierni, se non il fatto d’esser in presenza di un musicista dal buon potenziale che deve trovare ancora la sua forma d’espressione ideale e più completa.

Tracklist:
1. A Minor Road
2. Doomed Generation
3. Entre Dos Tierras

Line-up:
Richy Nox

NOX INTERNA – Facebook

Niamh – Corax

Corax è un buon lavoro, l’appeal e il taglio internazionale del sound rendono consigliato l’ascolto di una raccolta di canzoni che richiamano tanto la band del compianto Chester Bennington, quanto i Deftones in versione metalcore.

Alternative metal di buon livello è il sound proposto dai Niamh, gruppo proveniente da Vercelli composto da musicisti con passate esperienze in band come Indigesti e Arcadia.

La band piemontese offre un metal moderno ed alternativo ispirato al sound dominante nei primi anni del nuovo millennio, bilanciato con spaccati metalcore: questo troverete in Corax, album composto da sette tracce inedite più la cover di Maniac, brano tratto dalla colonna sonora del film Flashdance.
Rock, metal e non poche divagazioni elettroniche sono la ricetta con cui i Niamh deliziano i palati dei fans del genere, le sfuriate metalcore sono addolcite da un uso abbondante di melodie accattivanti di scuola Linkin Park, rendendo vario l’ascolto.
Davvero ottime le linee vocali, specialmente (e non è così scontato nel genere) nei ritornelli ultra melodici, colme di groove le ritmiche che quando alzano il muro di mattoni core fanno male.
Corax è un buon lavoro, l’appeal e il taglio internazionale del sound rendono consigliato l’ascolto di una raccolta di canzoni che richiamano tanto la band del compianto Chester Bennington, quanto i Deftones in versione metalcore; un esordio che piace per una band che ha già trovato una sua strada ben delineata, per farsi spazio nel mondo affollato dell’alternative metal.

Tracklist
1. Putting The Fun In FUNeral
2. The WOW Effect
3. Eat. Pray. Kill.
4. Mrs Fletcher’s Relatives
5. My Antichrist Anaemia
6. The Voices Made Me Do It
7. Paracetamolotov
8. Maniac

Line-up
Bellix – Drums
Mike – Vocals
Tommy – Guitars
Mateja – Bass

NIAMH – Facebook

GRIND ZERO

Il video di Master’s Pleasure, dall’album Concealed In The Shadow di prossima uscita.

Il video di Master’s Pleasure, dall’album Concealed In The Shadow di prossima uscita.

GRIND ZERO – Master’s Pleasure (OFFICIAL VIDEO).
Taken from the album “Concealed In The Shadow”, out May 25th, 2018.

Kino – Radio Voltaire

Radio Voltaire è un lavoro dedicato non solo ai fans dei gruppi da cui i musicisti provengono, ma ad uso e consumo anche di tutti quelli che amano la musica rock infarcita di grandi melodie.

Tredici anni dopo il loro debutto Picture tornano i Kino, super gruppo che vede impegnati John Mitchell (Arena, It Bites, Lonely Robot), Pete Trewavas (Marillion), Craig Blundell (Steven Wilson) e John Beck (It Bites), pubblicano questo sognante esempio di rock progressivo dal titolo Radio Voltaire.

Un album, questo, che conferma il talento dei musicisti, soprattutto per quanto riguarda il songwriting di altissima qualità supportato dalla tecnica sopraffina, ma che lascia spazio a canzoni che risultano una più bella dell’altra.
Rock e pop vengono rivisitati in chiave progressiva e moderna, per una raccolta di emozionanti brani che, nel corso dei cinquantacinque minuti di durata, non scendono mai da un livello qualitativo eccellente, regalando note ariose, magnificamente melodiche e progressive, come se i Genesis orfani di Peter Gabriel e Steve Hackett, incontrati gli Yes e i Marillion, cominciassero a suonare diretti da Gary Hughes dei Ten (I Don’t Know Why).
Radio Voltaire sorprende ad ogni passaggio, alternando brani dal piglio radiofonico a delicate ballad dal sapore folk, in un saliscendi emozionale che vede l’ascoltatore circondato da un sound pieno e a tratti melodicamente pomposo, o cullato da note acustiche di rara bellezza.
Non c’è un brano che sia uguale all’altro nella track list di questo lavoro, arrivato dopo una lunga attesa dei fans, i quali vengono ripagati dalle trame progressive di Out Of Time, dai ritmi rock wave di Grey Shapes On Concrete Fields e dalla ballad dal sapore aor Keep The Faith.
In poche parole, Radio Voltaire è un lavoro dedicato non solo ai fans dei gruppi da cui i musicisti provengono, ma ad uso e consumo anche di tutti quelli che amano la musica rock infarcita di grandi melodie.

Tracklist
1. Radio Voltaire
2. The Dead Club
3. Idlewild
4. I Don’t Know Why
5. I Won’t Break So Easily Any More
6. Temple Tudor
7. Out Of Time
8. Warmth Of The Sun
9. Grey Shapes On Concrete Fields
10. Keep The Faith
11. The Silent Fighter Pilot
Bonus tracks
12. Temple Tudor (Piano Mix)
13. The Dead Club (Berlin Headquarter Mix)
14. Keep The Faith (Orchestral Mix)
15. The Kino Funfair

Line-up
John Mitchell – Vocals, Guitars
Pete Trewavas – Bass, Synths
Craig Blundell – Drums
Special guest:
John Beck – keyboards

KINO – Facebook