Death Alley – Superbia
La varietà del songwriting potrebbe far storcere il naso a più di un ascoltatore, ma passate le prime burrasche motorheadiane che portano nuvoloni color cremisi, il sound dei Death Alley si apre all’ascoltatore come un libro aperto e sfogliato dalla rude carezza del vento.
Super Trutux – Trilogia dell’Halibut
Usando l’hardcore melodico i Super Trutux ci portano in profondità dentro i gangli che hanno causato la degenerazione nostra e della società, e ci rendono partecipi del nostro dolore.
Leather – II
I fans dei Chastain e dell’heavy metal duro e puro possono avvicinarsi all’opera con la convinzione di ritrovarsi al cospetto di un lavoro che non tradisce, così come Leather, incontrastata regina della foresta metallica aldilà dell’oceano.
Skjult – Progenies ov Light
I brani sono oscuri e incalzanti come da copione, la produzione è tutto quanto serve ad apprezzare al meglio di genere, e pazienza se l’originalità è meno che ai minimi termini: questo disco è un bel tuffo in acque caraibiche che, al suono degli Skjult, si tramutano in quelle gelide dei fiordi norvegesi.
At The Gates – To Drink From The Night Itself
Un lavoro molto bello, magari avaro di quella ferocia e violenza che caratterizzava opere estreme divenute storiche come The Red in the Sky Is Ours o lo storico Slaughter Of The Soul, ma maturo e ricco di melodie oscure, tramutate in tre quarti d’ora di melodic death metal dalla classe immortale.