Malachia – Red Sunrise – The Complete Anthology

Limitata a 500 copie in doppio cd, Red Sunrise – The Complete Anthology è un passo obbligato per i cultori del metal a sfondo cristiano e dei collezionisti delle migliori produzioni anni ottanta.

Prosegue la rivalutazione di band perse negli anni che diedero lustro alla scena Christian Metal statunitense da parte della Roxx Records: questa volta tocca agli storici Malachia, quintetto di Los Angels attivo dal 1984 al 1988, anno in cui cambiarono monicker in Vision.

La label americana licenzia questa esaustiva compilation, intitolata appunto Red Sunrise – The Complete Anthology, dove trova spazio tutto il materiale scritto dal gruppo in entrambe le sue denominazioni.
La band era composta da Wade A. Little al basso, Dave Devaughn alla batteria, Jeffrey James alla sei corde, Steve Ayola ai tasti d’avorio e Ken Pike alla voce e chitarra, quest’ultimo emulo del primissimo Geoff Tate, così come la musica del gruppo si avvicinava non poco a quella dei primi Queensryche.
E la più fortunata band di Seattle torna alla mente nell’ascoltare questa raccolta di brani dal sound metallico, melodico e a tratti progressivo, dai testi incentrati ovviamente sul cristianesimo.
Rage For Order, l’album più heavy metal in senso stretto dei Queensryche, spiega perfettamente l’ approccio del gruppo californiano, elegante nelle soluzioni progressive, con i tasti d’avorio che disegnano arabeschi su brani heavy e melodici, a tratti nobilitati da raffinate atmosfere epiche, un cantato perfetto per l’epoca e cavalcate che sono l’abc dell’heavy metal d’oltreoceano.
Dall’ep Under the Blade al full lenght Red Sunrise (uscito nel 1987), in questa compilation troverete tutto dei Malachia e dei Vision, formando una raccolta di brani suggestivi e a loro modo epocali come In Christ We Rock, Red Sunrise, Master’s Call, Lonely Is The Night e Runaway.
Limitato a 500 copie in doppio cd, Red Sunrise – The Complete Anthology è un passo obbligato per i cultori del metal a sfondo cristiano e dei collezionisti delle migliori produzioni anni ottanta.

Tracklist
Disc 1
1.In Christ We Rock
2.Red Sunrise
3.Lonely Is the Night
4.Let It Go
5.Sightless Eyes
6.Heaven or Hell
7.Mark of the Beast
8.Master’s Call
9.Runaway (2018 remaster)
10.Narration
11.Heaven or Hell
12.Mark of the Beast
13.Master’s Call
14.Let It Go
15.Red Sunrise
16.In Christ We Rock

Disc 2
1.Runaway
2.In Christ
3.Keep the Faith
4.Plain Sight
5.Separate Ways
6.Change of a Heart Beat
7.Life Giver
8.What Must I Do
9.Light
10.Love, It’s Only You I See
11.Tonal Intensity
12.We Touch
13.Not Living Without You
14.Tonal Intensity
15.What Must I Do

Line-up
Wade A. Little – Bass
Dave Devaughn – Drums
Jeffrey James – Guitars
Steve Ayola – Keyboards
Ken Pike – Vocals, Guitars

ROXX PRODUCTIONS – Facebook

Skyborne Reveries – Winter Lights

Il buon gusto e il delicato incedere dei brani rendono assolutamente gradevole un’opera come Winter Lights, che consente di trascorrere un’ora in compagnia di musica di notevole intensità emotiva e decisamente scorrevole.

Dal sempre ricco e peculiare scrigno della Naturmacht ecco provenire questo secondo full length degli Skyborne Reveries, one man band australiana attiva da qualche anno per volontà del musicista australiano Nathan Churches.
Il sound qui offerto è un post black metal molto atmosferico, ben strutturato e sviluppato con uno spiccato senso melodico.

Il buon gusto e il delicato incedere dei brani rendono assolutamente gradevole un’opera come Winter Lights, che consente di trascorrere un’ora in compagnia di musica di notevole intensità emotiva e decisamente scorrevole. Va detto altresì che, nonostante qualche accelerazione ritmica e lo screaming di prammatica, le pulsioni metalliche rimangono decisamente sullo sfondo, relegatevi anche da una produzione che privilegia anche troppo le tastiere, strumento predominante nell’intero lavoro.
Così, una serie di brani dall’andamento sognante e carezzevole si snoda senza particolari variazioni sul tema, andando a comporre un lavoro sicuramente bello ma che, proprio per i piccoli difetti sopra enunciati, non consente agli Skyborne Reveries di raggiungere o avvicinare l’eccellenza assoluta.
Ciò che resta nelle orecchie è un qualcosa di piacevolmente carezzevole che posso definire, a grandi linee, una versione molto più edulcorata dei Coldworld e, anche per questo, Winter Lights è destinato a trovare estimatori in chi predilige anche la musica ambient più ariosa. Tra i brani direi che la miglior sintesi il buon Nathan la raggiunge in The Forgotten, sia per minutaggio che per struttura, laddove il black assume una parte più preponderante all’interno del sound, sposandosi al meglio ad una sempre ben presente vena atmosferica.
Ecco quindi un’ ideale base dalla quale ripartire per provare a fare un decisivo salto di qualità, oltre ad un fondamentale progresso auspicabile a livello di produzione proprio esaltare al meglio le caratteristiche di un sound che, essendo ben lontano dalle ruvidezze del black più canonico, necessità di una resa senz’altro più limpida.

Tracklist:
1. Winter Lights
2. Ascending Beyond That August Firmament
3. Song of the Rin
4. I Must Return
5. The Forgotten
6. When Stars Sing
7. Of Mountains and Tranquil Skies

Line up:
Nathan Churches – All instruments, Vocals, Programming

SKYBORNE REVERIES – Facebook

OLD NIGHT

Il video di “Architects Of Doom”, dall’album “Pale Cold Irrelevance” (Rain Without End Records/Naturmacht Productions).

Il video di “Architects Of Doom”, dall’album “Pale Cold Irrelevance” (Rain Without End Records/Naturmacht Productions).

Old Night´s official music video for the song “Architects Of Doom” taken from the debut album “Pale Cold Irrelevance”

OLD NIGHT
“Architects Of Doom”
Album: Pale Cold Irrelevance
Label: Rain Without End Records/Naturmacht productions
director and editor: Kristina Barišić
first camera: Sanjin Stanić
second camera: Igor Crnković
actress (lady in black): Ana Aleksandra Buković
costume and props: Ana Aleksandra Buković
assistants: Franka Goić, Lorena Tock and Valentina Barić

FOLLOW OLD NIGHT:
VISIT US: http://oldnight.info
LIKE: https://www.facebook.com/OldNightband/

Kataklysm – Meditations

Oggi i Kataklysm suonano come dei Pantera che, dopo aver passato mesi ad ascoltare Soilwork ed At The Gates, si riunissero per comporre nuovo materiale, quindi lasciate che il death metal duro e puro lasci spazio al thrash, al groove e alle melodie e che Meditations faccia bella mostra di sé sul vostro scaffale, c’è comunque da divertirsi.

Torna una delle band storiche del panorama death metal mondiale, i Kataklysm di Maurizio Iacono, con il suo tredicesimo full length di una carriera discografica iniziata all’alba degli anni novanta e proseguita fino ai giorni nostri tra tanti alti e pochissimi bassi.

Tredici lavori che hanno avuto il loro picco qualitativo all’inizio del nuovo millennio, con tre album fondamentali come Shadows & Dust, Serenity In Fire e In The Arms Of Devastation.
Meditations continua l’evoluzione del gruppo verso un death metal più moderno e groovy, melodico come non ci si sarebbe mai aspettato quindici anni fa, ma altrettanto foriero di buona musica estrema.
Forse Iacono ha lasciato ai suoi Ex Deo il compito di dar battaglia con un death metal old school che, se vive di violenta epicità, e di tematiche legate alla storia, ricorda non poco il selvaggio ed arrembante sound dei vecchi Kataklysm.
Oggi la band canadese ricorda più una melodic death metal band (In Limbic Resonance), dal sound che viene sferzato da trombe d’aria thrash metal e potenziato da ritmiche groove, risultando appunto orientato verso una modernità imprevedibile all’epoca dei macigni estremi menzionati.
Meditations è un bel lavoro, e del resto i fans che seguono il gruppo potevano tranquillamente aspettarsi questa evoluzione che parte da almeno due album fa (Waiting for the End to Come ed il precedente Of Ghosts and Gods), quindi le melodie ricche di appeal di Guillotine o Outsider, poste come benvenuto all’interno di Meditations, non dovrebbero rappresentare una grossa sorpresa.
Oggi i Kataklysm suonano come dei Pantera che, dopo aver passato mesi ad ascoltare Soilwork ed At The Gates, si riunissero per comporre nuovo materiale, quindi lasciate che il death metal duro e puro lasci spazio al thrash, al groove e alle melodie e che Meditations faccia bella mostra di sé sul vostro scaffale, c’è comunque da divertirsi.

Tracklist
1. Guillotine
2. Outsider
3. The Last Breath I’ll Take Is Yours
4. Narcissist
5. Born To Kill And Destined To Die
6. In Limbic Resonance
7. And Then I Saw Blood
8. What Doesn’t Break Doesn’t Heal
9. Bend The Arc, Cut The Cord
10. Achilles Heel

Line-up
Maurizio Iacono – Vocals
JF Dagenais – Guitar
Stephane Barbe – Bass
Oli Beaudoin – Drums

KATAKLYSM – Facebook