Un’ora di musica estrema progressiva che unisce thrash, death e progressive sotto la stessa bandiera griffata Carchosa.
Carchosa è una nuova band scandinava al debutto con questo album omonimo autoprodotto.
Trattasi, di fatto, di una one man band creata dal polistrumentista e compositore Henrik Nygren che, dopo esperienze con band minori, ha deciso di mettersi in proprio creando quest’ora di musica estrema progressiva che unisce thrash, death e progressive sotto la stessa bandiera griffata Carchosa. Il musicista proveniente da Malmö sicuramente sa maneggiare la materia, soprattutto quando si parla di death metal che ovviamente fa riferimento alla scena storica del suo paese.
Il resto del sound è lasciato a veloci cavalcate thrash metal ed atmosfere progressive in brani dal lungo minutaggio, quindi soggetti a repentini cambi di tempo in un susseguirsi di cangianti sfumature prog.
Album di lunga durata e quindi da far proprio con il dovuto tempo, il debutto dei Carchosa ha nei solos melodici l’asso nella manica per rendere l’ascolto piacevole e mantenere l’attenzione su un buon livello; Nygren crea brani estremi nei quali le parti thrash sono di gran lunga le più sfruttate, mentre il melodic death metal viene raffinato dall’uso progressivo di certe atmosfere lungo brani dallo svolgimento di durata impervia (Damnation supera i dodici minuti)
La proposta dei Carchosa, al netto di qualche difetto e di un sound non sempre scorrevolissimo, non manca di offrire a tratti buona musica metal, quindi aspettiamo con fiducia il prossimo passo di Henrik Nygren.
Tracklist
1.Unfathomable
2.Rise of the Valkyries
3.The Wretched King
4.Within
5.Ghost Insidious
6.Disciples
7.Damnation
Esordio discografico dei catanesi Crocodile Gabri, un gruppo che fa musica totale, figlio della florida ed originale scena catanese, dove l’underground è sempre stato per fortuna diverso.
Ci sono spazi preziosissimi di musica liberata, zone temporaneamente liberate dall’obbligo di vendere, di dover costruire suoni per farli sentire negli ipermercati e far comprare i consumatori, o per seguire una moda.
Musica che sgorga direttamente dai flussi di coscienza, neuroni che diventano ritmi e viaggiano liberi senza uno scopo, se non quello di far ragionare e di smuovere le cellule che stanno dentro di noi. Quanto sopra è solo una parte del quadro più ampio che potrete trovare dentro all’esordio discografico dei catanesi Crocodile Gabri, un gruppo che fa musica totale, figlio della florida ed originale scena catanese, dove l’underground è sempre stato per fortuna diverso. In un momento, quella che sembrava una canzone pop diventa noise, l’indie rock muore ucciso dal math e si riparte con una costruzione free jazz: ricchezza musicale e di pensiero, che poi sono le due cose fondamentali per un gruppo che voglia essere tale. Si potrebbero fare tanti accostamenti, tipo i Mr. Bungle o le cose come Shellac o Tortoise, la verità è che molti possono pensare che questo disco sia di difficile ascolto, mentre si deve considerare una liberazione, via gli steccati, via i generi e le pose, lasciando spazio a liberi pensieri e ancora più liberi pensieri musicali. Che tristezza rimanere ancorati alla tradizionale forma canzone, mentre qui si corre nudi sulla spiaggia, con una bella dose di malinconia tutta sicula e tanto umorismo mai fuori posto. Fa anche capolino un pizzico di elettronica, perché tutto viene usato in funzione di ciò che si vuole fare e non il contrario. Per le anime metalliche ci sono alcune sfuriate noise che vi entreranno nel cuore e faranno amare questo disco a chi ha tanti ritmi in testa e non ne vuole lasciare nemmeno uno per strada. E’ bellissimo perdersi in un’intelligente cascata di note, bagnarsi, asciugarsi e poi buttarsi nel fango, qui tutto è finalmente possibile. Inoltre i Crocodile Gabri escono per Seminal Pastures, un’etichetta di Catania che raccoglie una scena meravigliosa e libera.
Tracklist
1.Le Mie Cose
2.Ammiraglio
3.Combo
4.Fast Boy
5.Basta Con Questo Copyright
6.Tabernacol
7.Preoccupandomi Allarmai Madame Cancellier
8.Cambiamo La Società
Con una ventina di minuti in meno Hollow sarebbe stato un album pressoché perfetto, ma resta comunque consigliato agli amanti del genere per il suo impatto dinamitardo e le soluzioni melodiche molto interessanti.
Melodic thrash death metal con forti influenze core e groove, un concentrato di potenza melodica in arrivo dall’Australia: questo risulta Hollow, terzo album dei Naberus.
Il gruppo proveniente da Melbourne ci investe con tutta la sua potenza in questa ora di sunto delle sonorità che hanno demolito i padiglioni auricolari degli amanti del metal moderno, tra accelerate, ritmiche sincopate, scream e voci pulite, urla thrash ed attitudine core, con sempre la melodia protagonista e collante tra le varie anime del sound.
Mixato da Henrik Udd (Bring Me the Horizon, Architects, A Breach of Silence), Hollow è un tornado metallico potentissimo, che alterna brani devastanti come Split In Two ad altri che guardano al trend del metalcore melodico in un contesto di tensione perenne.
Il cantato non risparmia violente parti di ispirazione nu metal (Webs), quindi si passa con molta naturalezza dallo scream alla voce pulita fino a cadenze rappate che ricordano i Machine Head del controverso The Burning Red.
Prodotto alla perfezione, l’album deflagra in uno tsunami di violento metallo moderno (la title track) non facendo prigionieri, con riff che si susseguono uno più violento e potente dell’altro.
Machine Head e poi Korn, Sepultura, Soilwork e Bring Me the Horizon sono le principali ispirazioni che escono prepotentemente dal muro sonoro creato dai nostri, i quali lasciano ad una leggera prolissità l’unico difetto riscontrato all’ascolto di questo macigno sonoro.
Con una ventina di minuti in meno Hollow sarebbe stato un album pressoché perfetto, ma resta comunque consigliato agli amanti del genere per il suo impatto dinamitardo e le soluzioni melodiche molto interessanti.
Tracklist
1.Slaves
2.Space to Breathe
3.Split in Two
4.Shadows
5.Webs
6.Hollow
7.I Disappear
8.The End
9.Seas of Red
10.The Maze
11.My Favorite Memory
12.Fading
13.The Burrow
14.The Depths
Line-up
James Ash – Vocals
Dan Ralph – Guitars
Dante Thomson – Guitars
Jordan Mitchell – Bass
Chris Sheppard – Drums
Il lyric video di End Of Cobra, dall’album “FIST OF THE SEVEN STARS ACT 2” “HOKUTO BROTHERS” (Rockshots Records).
Il lyric video di End Of Cobra, dall’album “FIST OF THE SEVEN STARS ACT 2” “HOKUTO BROTHERS” (Rockshots Records).
Italy’s keyboard virtuoso GABRIELS signs to ROCKSHOTS RECORDS for the release of the brand new rock opera: “FIST OF THE SEVEN STARS ACT 2 – HOKUTO BROTHERS”
GABRIELS is a quite known keyboard player and musician based out of Italy, also active as arranger and session-man, who worked with some renowned musicians such as the well-known singer Fabio Lione, Mark Boals and the keyboard player Mistheria among the others.
The new opera will be unleashed via Rockshots Records on August 31, 2018, while pre-orders are already available on the record label official store:➤ bit.ly/Gabriels_Act2_PREORDER
Concept:
This Rock opera is dedicated and freely adapted from to the manga and anime “Hokuto no Ken” by Tetsuo Hara and Buronson. In Act 1 we will see the first part of the story the girlfriend of the protagonist is kidnapped by his enemy and rival in martial arts, and forms part of a different school … leaving him dying back after a long time to get revenge and take back what is his…but she is dead….?!?!? And now in this Second Act the story continues with many new entry like Rey, Mamyia, Ailee, Toky and others to tell the story of the descendants among the hokuto brothers … for the succession was chosen ken but his brothers how would they take this thing?
A story that has become legend in Japan and in the world…
Gabriels, son of art, was educated by his father since an early age at the piano studies, among his teachers, Salvatore Calafato, Olivia Carauddo, and with Prof. Antonia Salpietro he reaches the degree of the I level at the Conservatory of Music A. Corelli (Messina, Italy). Along with his Classical studies, Gabriels starts his career as Rock and Metal keyboardist listing various studio and live collaborations, performing recently, among others, with one of the greatest Metal singers, Fabio Lione (Rhapsody of Fire, Angra).
Gabriels, under his name, has released two singles, an EP and three albums distribuited by SG Records: ”The enchanted wood ” (Electronic Music), ”Call me” (Rock), ”The legend of Prince” (Rock Opera). Other studio works include Gabriels & Alex: ”Non dirmi addio” (Italian Pop), DenieD: ”Seven Stars” (Power Metal), Metaphysics: “Beyond the Nightfall” (Progressive Metal), Platens: “Out of the world” (AOR). He has collaborated with a Metal web-zine (www.metallizzed.it) that is also involved in classical music, writing reviews, and articles. Gabriels is work also as producer at his own studio and school of music “Soundimension Records” located in Milazzo (Italy). On 2013 he releases the album “Prophecy” (Indipendence Records), a rock-opera dedicated to September 11 victims with Mark Boals on vocals and now in February 7 will be released his new album with so many big names as guests and intitolated “Fist of the seven stars Act1”!!! Also in June will be released the album “Vivaldi Metal Project” produced by Mistheria and Alberto Rigoni and has within it many internationally renowned artists from around the world, a huge project that Gabriels as Arranger and keyboardist.
TRACKLIST:
01 – The search of water bird
02 – Cobra clan
03 – End of Cobra
04 – I see again
05 – Scream my name
06 – Miracle land
07 – I’m a genius
08 – Looking for your brother
09 – Myth of Cassandra
10 – Reunion
11 – Legend of fear
12 – King of fist
13 – Heart of Madness (Bonus Track)
GABRIELS: FIST OF THE SEVEN STARS ACT2 – HOKUTO BROTHERS
MUSIC AND LYRICS: GABRIELS
LINE UP:
Gabriels ( Vivaldi Metal Project, Platens, Metaphysics, Aldaria): All the keyboards, composer, arranger and Producer.
Cast of characters:
Wild Steel (Shadows of Steel) as Ken
Jo Lombardo (Metatrone, Ancestral) as Ray
Rachel “Iron Majesty” Lungs as Mamiya
Dario Grillo (Platens, Violet Sun) as Toky
Alfonso Giordano (Steel Raiser) as Wiggle
Iliour Griften (Beto Vazquez’ Infinity, Clairvoyant) as Amiba
Antonio Pecere (Crimson Dawn) as Raoul
Dave Dell’Orto (Drakkar, Verde Lauro) as Jagger
Beatrice Bini (Constraint, Vivaldi Metal Project) as Aylee
Matt Bernardi (Ruxt) as Cobra Boss
Guitars:
Antonello Giliberto
Francesco Ivan Sante dall’ò
Stefano Calvagno (Metatrone)
Antonio Pantano (Arcandia)
Tommy Vitaly
Frank Caruso (Arachnes)
Daria Domovik (Concordea)
Andrew Spane
Stefano Filoramo
Bass:
Dino Fiorenza (Metatrone)
Beto Vazquez (Beto Vazquez’s Infinity)
Adrian Hansen
Fabio Zunino
Arkadiusz E. Ruth (Path Finder)
GABRIEL Discography:
Solista/Solist:
Gabriels & Alex: “Non dirmi addio” (Self Produced)
Gabriels: “Call me” Single 2009 (Rock, Self Produced)
Gabriels: “The legend of a Prince” 2010 (Rock-Opera Self Produced)
Gabriels: “The enchanted wood” 2010 (Elettroacustica, Self Produced)
Gabriels: “Prophecy” 2013 (Rock-Opera, Indipendence Records)
Gabriels: “Black Gate” Single 2014 (Power Metal, Indipendence Records)
Gabriels: “Fist of the Seven Stars Act1” Fist of Steel 2016 (Rock-opera, Diamonds Prod.)
Bands:
Denied: “Seven Stars” 2010 (Power Metal, Self Produced)
Metaphysics: “Beyond the Nightfall” 2012 (Prog Metal, SG Records)
Platens: “Out of the world” 2014 (AOR, MelodicRock Records)
As Guest:
Antonio Pantano: “Arcandia” 2014 (Metal-Opera, Self Produced)
Drakkar: “Run with the Wolf” 2015 (Power Metal, My Kingdom Music)
Vivaldi Metal Project: “The Four Seasons” 2016 (Symphonic Metal, Pride and Joy Music)
Fabiano Andreacchio: “Living de Groove” 2016 (Electronic Metal, Sliptrick Records)
Deshody: “89th” 2016 (Hard Rock, Self-Produced)
Aldaria: “Land of light” 2017 (Power Metal, Pride and Joy Music)
Choirs of Veritas: “I am the way, the truth and the life” 2017 (Symphonic Metal, Underground Symphony)
Tommy Vitaly: “Indivisble” 2017 (Classical Metal, SG Records)
Una cover dalle suggestioni bruegeliane ci porta nel personale black metal di Menetekel, artista molto ispirato con la sua arte ricca di influssi medievali.
Affiliati all’Helvetic Underground Commitee (dedito letteralmente alla propagazione di grotteschi, spregevoli e putridi tomenti audio dalla Svizzera), i zurighesi Ungfell, attivi dal 2014 ci propongono il loro secondo full length e ci inebriano con la loro personale visione del black metal viscerale e selvaggio, intriso nel profondo con tematiche appartenenti al Medioevo il cui immaginario, a loro dire, incarna e dipinge con efficacia i peggiori lati dell’umanità intesi come ignoranza e cieche convinzioni.
La one man band nelle mani, da sempre, di Menetekel, musicista assai ispirato, è qui accompagnata dal drummer Valant e altri guest e ci propone una serie di composizioni che profumano di antichi e misteriosi sapori, condotti dalla lancinante e sgraziata voce in scream del leader, che ha la grande capacità di creare atmosfere davvero inquietanti, sia quando crea brani strumentali affascinanti ricchi di suggestioni folk (Oberlandmystik), sia quando si lancia in cavalcate vigorose e fiammeggianti cariche di follia, con un guitar sound intricato, capace di variare all’interno di ogni singolo brano in parti veloci e dissolute e in parti cariche di raffinatezza e dolcezza. La carta vincente di Menetekel è la grande capacità compositiva, l’ispirazione molto accesa dove i brani acquistano consistenza ad ogni ascolto; la prima volta si è colpiti dallo scream straziato e sgraziato mentre successivamente si è letteralmente rapiti dalla grande arte compositiva, che naturalmente crea paesaggi variegati dove il black e il folk si intrecciano e fluiscono naturalmente. I brevi strumentali hanno sonorità peculiari e sono molto personali disegnando momenti emozionali di infinita dolcezza e disperazione (De Fluech vom Toggeli). Gli Ungfell, di cui dovrebbe essere ristampato il primo album, sono realmente una grande band con una forte convinzione e la loro capacità di creare atmosfere antiche e personali dimostra una volta di più come la scena elvetica abbia mantenuto nel tempo grande qualità; brani come Der Ritter von Lasarraz, con una chitarra ispiratissima, rappresentano la quintessenza di un suono black che non si ritrova tanto facilmente sulla scena. Disco splendido !
Tracklist
1. Raubnest ufm Uetliberg
2. De Türst und s Wüetisheer
3. Oberlandmystik
4. Bluetmatt
5. Die Heidenburg
6. De Fluech vom Toggeli
7. Die Hexenbrut zu Nirgendheim
8. Guggisberglied
9.
10. Raserei des Unholds