Extremity – Coffin Birth

Coffin Birth è un album di duro e puro metal estremo di stampo death, in cui l’attitudine e l’impatto giocano un ruolo fondamentale e per questo verrà sicuramente amato dai fans del genere.

Da Oakland, cittadina bruciata dal sole californiano, ma che a giudicare da Coffin Birth offre segni di vita anche nei profondi abissi sotto le sue strade, arrivano gli Extremity, death metal band dall’animo crust e dalle influenze old school.

Formata da musicisti provenienti da una manciata di gruppi estremi attivi sul territorio (Vastum, Ludicra, Agalloch, Repulsion, Cretin), la band licenzia il primo full length, una mazzata estrema che coniuga una bella fetta del death metal mondiale pescando a piene mani sia dalla scuola americana che da quella europea, e rende il tutto ancora più potente e senza compromessi con dosi massicce di attitudine crust/punk, e una cascata di riff che fanno trasparire anche qualche trovata melodica, incastonata tre le trame di un sound diretto ed ignorante.
Coffin Birth / A Million Witches apre le ostilità, l’approccio è fin da subito devastante, si sente che l’esperienza accumulata in anni di metal estremo porta i musicisti a non sbagliare un colpo, anche se quello che conta è la forza d’impatto.
Ottimi sono i tanti rallentamenti al limite dei doom, che la band sciorina tra terremoti ritmici (Umbilicus, Like Father Like Son) e sfuriate belligeranti, in un delirio estremo ispirato a Exhumed, Repulsion, Autopsy, Bolt Thrower e Asphyx.
Coffin Birth è un album di duro e puro metal estremo di stampo death, in cui l’attitudine e l’impatto giocano un ruolo fondamentale e per questo verrà sicuramente amato dai fans del genere ed è a loro che viene quindi consigliato.

Tracklist
1. Coffin Birth / A Million Witches
2. Where Evil Dwells
3. Grave Mistake
4. Umbilicus
5. For Want Of A Nail
6. Occision
7. Like Father Like Son
8. Misbegotten / Coffin Death
Line-up

Shelby Lermo – Guitars, Vox, Bass, Organ, Piano
Marissa Martinez-Hoadley – Guitars, Vox
Aesop Dekker – Drums

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A Scar For The Wicked – The Unholy

Il sound rispecchia la parte più estrema dei suoni metallici moderni, sotto forma di un valido e brutale death metal, devastante e senza compromessi.

Dal Canada arrivano questi temibili A Scar Of The Wicked, gruppo estremamente violento che, partendo da una base death metal sviluppa il suo sound ispirandosi alla scena moderna.

Un uso particolarmente riuscito delle due voci estreme (growl e scream) ed un tasso altissimo di rabbia da sfogare in musica fanno il resto, così che i sette brani racchiusi in questo nuovo ep risultino una mazzata estrema davvero portentosa.
La storia discografica del gruppo non vede ancora full length all’attivo bensì un terzetto di ep che vedono il primo The Necrobutcher, licenziato nel 2014, seguito da Scars, uscito l’anno dopo, e infine da questo The Unholy, confermando l’impatto violentissimo che la band ha sull’ascoltatore: sette bordate di death metal moderno, tra blast beat, rallentamenti potentissimi e rabbia devastante, da parte di una macchina da guerra in arrivo da Ottawa che distrugge senza soluzione di continuità.
La scelta di licenziare lavori relativamente corti mi trova assolutamente d’accordo, ed anche The Unholy si presenta come un concentrato di terribile violenza musicale dai rimandi core, tra esplosioni e mitragliate ad altezza d’uomo.
Il sound rispecchia quindi la parte più estrema dei suoni metallici moderni, sotto forma di un valido death metal brutale, devastante e senza compromessi.

Tracklist
1.Born From The Grave
2.A Place Where Death Resides
3.The Abyss
4.Darkness Approaches
5. The Unholy
6.Malformed
7.Evil Within

Line-up
Eric Forget – Vocals
Adam Semier – Guitars, Vocals
Joe Kenyeres – Guitars
James Nopper – Bass
Nick Rodgers – Drums

A SCAR FOR THE WICKED – Facebook

Lady Reaper – Mise En Abyme

I Leady Reaper dimostrano la loro sagacia nel costruire un sound personale, lasciando che le proprie influenze ed ispirazioni si facciano largo senza compromettere la totale libertà artistica di cui si possono fregiare.

Che i Lady Reaper fossero una band non comune ed in costante evoluzione si era capito già dal personalissimo sound messo in mostra nel debutto omonimo targato 2015, un esempio convincente di metal classico ispirato ai primi anni ottanta, un mix di primi Iron Maiden e Black Sabbath molto teatrale e dinamico, mai fermo sui soliti cliché.

La splendida, affascinate ed ipnotizzante strega fasciata di lattice rosso, dopo aver tagliato teste in giro per lo stivale, ha posato la falce, si è trasformata in una pericolosissima musa di seta vestita, una sacerdotessa che ci invita allo spettacolo che si trasformerà in un bagno di sangue metallico.
Prima però spazio ad una più elegante forma di rivisitazione della letteratura ottocentesca e di alcuni dei suoi autori, accompagnata da un booklet con varie opere in acquarello disegnate da Umberto Stagni, a valorizzare ancora di più il clima elegante e in qualche modo suadente di questo ottimo lavoro.
Mise En Abyme esce per l’etichetta italiana Valery Records, ha al suo interno un sound che continua a specchiarsi nel metal dei primi anni ottanta ma con una più spiccata vena teatrale e settantiana, così che parlare di progressive in certi frangenti non è certo eresia.
I Leady Reaper dimostrano la loro sagacia nel costruire un sound personale, lasciando che le proprie influenze ed ispirazioni si facciano largo senza compromettere la totale libertà artistica di cui si possono fregiare.
Dall’intro recitato To The Abyss in poi l’album è un viaggio nel rock/metal classico che non disdegna atmosfere dark/progressive, addirittura sinfoniche e doom rock di altissimo livello, un tuffo nell’elegante e a tratti decadente atmosfera dell’arte di due secoli fa, dove la nostra splendida musa si muove sinuosa e lasciva, promettendo la gloria artistica ma dando solo la morte, mentre le splendide The Ethernal Carnival, Buried In My Dreams e la più lunga Mr. Nick Diabolical Mets (dodici minuti di heavy metal progressivo a tratti entusiasmante) accentuano e consolidano l’impressione di essere al cospetto di un’opera splendidamente fuori dagli schemi.
Ne sentirete delle belle tra le trame di Mise En Abyme, album che piacerà non poco sia gli amanti dell’heavy metal che i fans del rock progressivo e dark a cavallo dei due decenni storici per il genere: i Lady Reaper hanno centrato il bersaglio grosso, ottimo lavoro.

Tracklist
1.To the Abyss
2.The Eternal Carnival
3.Abracadabra
4.Another Me
5.Fragments
6.Buried in my Dreams
7.Stop the Mops
8.Mr Nick: Diabolical Bets
9.Headless Ride

Line-up
Simone Oz Calderoni – Vocals
Federico Red Arzeni – Guitars, Chorus
Stefano Jekyll Coggiatti – Guitars, Keyboards, Chorus
Gabriele Gimi Grippa – Acoustic Guitars, Bass, Keyboards
Berardo Bear Di Mattia – Drums, Percussions

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