STEVE HACKETT

Il video di “Under The Eye Of The Sun”, dall’album “t The Edge Of Light” in uscita a gennaio (InsideOut).

Il video di “Under The Eye Of The Sun”, dall’album “t The Edge Of Light” in uscita a gennaio (InsideOut).

Il leggendario STEVE HACKETT rende oggi disponibile il primo singolo “Under The Eye Of The Sun” con un video. Il nuovo album sarà pubblicato il 25 gennaio 2019 e sarà pubblicato ancora una volta su InsideOutMusic “At The Edge Of Light”, 10 brani in cui l’ex-Genesis unisce svariati generi musicali, dal rock progressivo ad orchestrazioni epiche, dalla world music alle atmosfere più riflessive il tutto miscelato con lo stile inconfondibile di Steve Hackett.

“At The Edge Of Light” è disponibile per preorder a questo link e sarà pubblicato nei seguenti formati
Mediabook CD con DVD extra con mix surround 5.1 e un documentario sul making of del disco
2LP+CD
Standard Jewelcase CD
digitale

Tacklist:
Fallen Walls and Pedestals
Beasts In Our Time
Under The Eye of the Sun
Underground Railroad
Those Golden Wings
Shadow and Flame
Hungry Years
Descent
Conflict
Peace

“At The Edge Of Light” è stato registrato nello studio personale di Steve e in diverse località di tutto il mondo. Vedrà la partecipazione di numerosi artisti internazionali tra cui Durga e Lorelei McBroom (ex-coriste dei Pink Floyd), i batteristi Nick D’Virgilio (Spock’s Beard) e Simon Philips (Toto), il suonatore di sitar Sheema, il percussionista Gulli Briem, il suonatore di tar Malik Mansurov e il bassista Jonas Reingold (The Flower Kings, The Sea Within). Inoltre come ospiti speciali ci saranno Paul Stillwell al didgeridoo, Rob Townsend al sax, clarinetto e duduk, Amanda Lehmann alle voci, John Hackett al flauto, Gary O’Toole alla batteria, Roger King e Ben Fenner alle tastiere, Dick Driver al contrabbasso, e Christine Townsend a violino e viola, il tutto curato e registrato da Roger King.

Steve says: “In these dangerous times, deep shadows feel even sharper than usual and we find ourselves standing at the edge of light… The contrast between dark and light weaves its way throughout the album in many ways, from the sense of good fighting evil through to the interplay of dark and light opposites magically combining in cultures, including the heartbeat of India and primal tribal rhythms. Ultimately, this album embraces the need for all musical forms and cultures to connect and celebrate the wonder of unity in this divided world.”

Steve Hackett has established himself as one of Rock music’s finest and recognisable guitarists through his time with the legendary Genesis who he joined in 1971 and a solo career following his departure from Genesis in 1977 and is a hugely influential guitarist particularly in the Progressive Rock genre. ‘At The Edge Of Light’ will be Hackett’s 26th studio album in a solo career that began in 1975 with the release of his debut solo album Voyage Of The Acolyte.

The album is released shortly before Steve performs as special guest on the Cruise To The Edge in February 2019 and the On The Blue cruise featuring Justin Hayward, also in February.

Hackett recently played a series of Genesis Revisited shows with Orchestra and will perform two UK dates with acoustic sets in early December before touring Europe in April/May 2019 and has just announced a UK tour in November 2019 with a much anticipated ‘Selling England By The Pound & Spectral Mornings & Album Highlights’ set. You can find a full list of upcoming tour dates here: http://www.hackettsongs.com/tour.html

About Steve Hackett:
Steve Hackett is renowned as an immensely talented and innovative rock musician. He was lead guitarist with Genesis as part of their classic line up with Gabriel, Collins, Banks and Rutherford, who produced several of the band’s most acclaimed albums including Selling England by the Pound (a favourite of John Lennon) and The Lamb Lies Down on Broadway. With Steve’s extraordinary versatility in both his electric guitar playing and his composing, he involves influences from many genres, including Jazz, World Music, Classical music and Blues.

Imber Luminis & Eyelessight – As The Sun In Your Eyes

As The Sun In Your Eyes è una mirabile sintesi tra quanto ha saputo fare Déhà con il suo progetto più vicino al depressive, Imber Luminis, e il più diretto e straziante approccio alla materia di Kjiel, accompagnata anche dal sempre presente HK alla batteria e, per l’occasione, anche alla voce.

L’incontro di anime sensibili e tormentate non può che produrre musica che rispecchia in toto queste caratteristiche.

La collaborazione di Kjiel, colei che non esito a definire l’artista di punta del movimento DSBM italiano, con il genio multiforme di Déhà ha preso forma in occasione dell’album degli Angor Animi, progetto della musicista abruzzese sbocciato lo scorso anno con lo splendido Cyclothymia, e si è rafforzata oggi con questo lungo brano di venticinque minuti, scaturito da un’improvvisazione nata agli Opus Studio di Bruxelles nel corso delle sessioni di registrazione di Athazagorafobia, il nuovo album degli Eyelessight.
As The Sun In Your Eyes, per quanto possa avere, in base a quanto detto, caratteristiche estemporanee, è in realtà una mirabile sintesi tra quanto ha saputo fare Déhà con il suo progetto più vicino al depressive, Imber Luminis, e il più diretto e straziante approccio alla materia di Kjiel, accompagnata anche dal sempre presente HK alla batteria e, per l’occasione, anche alla voce.
Gli ascoltatori più attenti potranno così cogliere con un certo agio le due anime fondersi in un sound unico, capace di conservare gli elementi peculiari di ciascuna di esse senza che l’una vada e prevaricare l’altra; sarebbe stato un vero peccato che quanto scaturito da questo incontro fosse rimasto inascoltato perché As The Sun In Your Eyes è una dimostrazione dell’enorme potenziale a disposizione dei musicisti coinvolti, senza dimenticare che tutto questo rappresenta anche, in fin dei conti, un’ideale viatico all’ascolto del nuovo album degli Eyelessight, appena uscito per Talheim Records.
Non mancano quindi i buoni motivi per ascoltare a far proprio questo doloroso e malinconico frammento musicale visitando il bandcamp degli Imber Luminis (https://imberluminis.bandcamp.com/album/as-the-sun-in-your-eyes).

Tracklist:
1. As The Sun In Your Eyes

Line-up:
Kjiel : Vocals, guitars
HK : Vocals, drums
Déhà : Vocals, guitar, bass, producing

IMBER LUMINIS – Facebook

EYELESSIGHT – Facebook

Nefesh – Panta Rei

Come i dischi prog metal di alta qualità, Panta Rei possiede molti livelli diversi ed è una terra inesplorata che garantisce molti ascolti regalando molte gioie a chi vuole scavare dentro la musica e dentro sé stesso, perché questa è una grande opus sull’uomo e sulle sue emozioni.

Quarto album per gli anconetani Nefesh, nati dalla mente del chitarrista e compositore Luca Lampis.

La visione musicale e poetica del gruppo è molto profonda e anela ad andare molto lontano, e questo disco ne è la prova. Il disco è infatti un concept album in cui le canzoni sono concatenate in maniera diversa fra loro, e infatti lo si può ascoltare in modi differenti : chi vuole può far scorrere le tracce in sequenza anche casuale, ma il modo migliore è quello di ascoltarlo più e più volte di maniera da carpire la complessa profondità di questo lavoro, che si divide in tre trilogie di tre canzoni ciascuna. Gli stili musicali sono diversi, dal prog al thrash, al sympho metal, ma è il progressive a guidare la struttura musicale dei Nefesh. L’intreccio fra musica è ben strutturato e assai profondo, ci sono molte concatenazioni e rimandi ed il tutto è studiato fin nei minimi particolari. Personalmente trovo notevolissimi i brani in italiano, che rimandano alla nostra migliore tradizione prog, in quanto sono anche pezzi molto evocativi e speciali; i pezzi in inglese sono più veloci e potenti, sono altrettanto buoni, ma le canzoni in italiano sono superiori. Un gruppo come i Nefesh cura e valorizza ogni nota del disco, nulla è fatto per caso e dietro a tutto c’è un lavoro profondo e di qualità. Panta Rei è tante cose, ma fondamentalmente un disco sulle relazioni umane, e quindi sull’uomo. I testi, mai ovvi, colgono aspetti molto importanti di noi stessi, ma la cosa fondamentale di questo disco è che lascia aperta una porta alla speranza, cercando di trovare degli argomenti positivi volgendo il nostro sguardo verso il cielo, perché ciò che sta sopra di noi è forse la nostra unica ancora di salvezza. Come i dischi prog metal di alta qualità, Panta Rei possiede molti livelli diversi ed è una terra inesplorata che garantisce molti ascolti regalando molte gioie a chi vuole scavare dentro la musica e dentro sé stesso, perché questa è una grande opus sull’uomo e sulle sue emozioni.

Tracklist
01. Outro – Preludio Al Ritorno
02. Panic!
03. Luce Candida
04. The Hidden Sun
05. Preludio Al Divenire
06. The Hell You Are!
07. Vite Condivise
08. Please, Stay
09. Preludio Al Risveglio
10. Be Damned!
11. Costellazioni
12. A New Inner Vision
13. Intro

Line-up
Luca Lampis – Guitars/Arrangements/Lyrics
Michele Baldi – Drums
Matteo Sbrolli – Vocals

NEFESH – Facebook

Fifth Angel – The Third Secret

Bellissimo e colmo di quel pathos che permea i grandi album, The Third Secret risulta uno dei ritorni più riusciti degli ultimi tempi.

Quando si parla di metal classico di matrice statunitense spesso ci si dimentica dei Fifth Angel, band nata nella prima metà degli anni ottanta nello stato di Washington ed autrice di due pietre miliari dell’heavy metal di quel periodo: il debutto omonimo del 1985 e Time Will Tell, licenziato nel 1989 e fin qui ultimo parto del gruppo.

Parliamo quindi di storia dell’US Metal, con la band che poteva contare su due bellissimi lavori che non avevano nulla da invidiare alle opere dei più famosi Metal Church, Crimson Glory e Queensryche.
Purtroppo la carriera del gruppo si interruppe dopo l’uscita del secondo lavoro e, a parte qualche esibizione dal vivo, la speranza di vedere un album targato Fifth Angel fare bella mostra di sé nelle vetrine dei negozi di settore (ormai pressoché virtuali) era praticamente nulla.
Ed invece, con non poca sorpresa di fans e addetti ai lavori, la Nuclear Blast licenzia The Third Secret, terzo full length del gruppo dopo quasi trent’anni, un album aspettato e desiderato dagli amanti dei suoni classici.
La band che si presenta in questo metallico 2018 è composta per tre quarti da quella che registrò Time Will Tell con Ken Mary alla batteria, John Macko al basso e Kendall Bechtel alla chitarra e voce, visto che lo storico singer Ted Pilot non è più della partita.
Il quinto angelo non fa prigionieri e, spada lucente in pugno, scaglia fendenti di heavy power metal mietendo vittime, una giustizia divinamente metallica che, se risulta ben salda nella tradizione statunitense, ha nell’heavy metal epico e portentoso di Ronnie James Dio una delle sue massime ispirazioni, grazie soprattutto alla straordinaria prestazione di Bechtel dietro al microfono.
Con tali premesse The Third Secret non può che uscire vincitore da questa sfida che vede i Fifth Angel contro il tempo che inesorabilmente passa ma che, questa volta, non inficia la riuscita di un lavoro che risulta fresco ed esaltante, un album classico nella più pura definizione del genere.
La tracklist non lascia scampo con una serie di brani scolpiti nella storia dell’heavy metal, dal piglio epico e drammatico, mid tempo che lasciano a chitarra e voce il palcoscenico tra solos che sono lampi nel cielo e acuti che squarciano montagne come nella spettacolare title track, nella maideniana Queen Of Thieves o nella potentissima This Is War.
Bellissimo e colmo di quel pathos che permea i grandi album, The Third Secret risulta uno dei ritorni più riusciti degli ultimi tempi.

Tracklist
1. Stars Are Falling
2. We Will Rise
3. Queen Of Thieves
4. Dust To Dust
5. Can You Hear Me
6. This Is War
7. Fatima
8. Third Secret
9. Shame On You
10. Hearts Of Stone

Line-up
Kendall Bechtel – Guitar & Lead Vocals
John Macko – Bass
Ken Mary – Drums & Backing Vocals

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Chrome Division – One Last Ride

One Last Ride è un (probabile) testamento sicuramente riuscito per una band della quale i fans sentiranno sicuramente la mancanza, essendo già orfani del leggendario signore di queste sonorità.

I Chrome Division sono l’ennesimo esempio della duttilità che ha sempre accompagnato i protagonisti della scena scandinava, mai pienamente soddisfatti di un solo progetto e sempre pronti a mettersi in discussione artisticamente.

In questo caso si parla di Shagrath, demone dietro al microfono dei Dimmu Borgir e qui in veste di rocker tutto whisky, chitarra ed attitudine rock ‘n’ roll.
Richiamato il primo vocalist Eddie Guz, il gruppo dà vita a quello che sembra, secondo quanto annunciato dalla stessa band, l’ultimo lavoro targato Chrome Division i quali, come avvenuto per molti altri gruppi nati quasi per scherzo, hanno oggi all’attivo cinque album potendo contare su un nutrito numero di fans.
One Last Ride, dopo un intro che richiama le polverose strade di cittadine della frontiera americana, esplode in tutta la sua attitudine sfacciata ed irruente, un rock’n’roll che, alleato all’hard & heavy, non lascia scampo e per una quarantina di minuti ci investe tra riff che trasudano alcool, vestiti di pelle e borchie e con il santino di Lemmy che sogghigna fiero di questi ennesimi apostoli del suo selvaggio stile.
I Chrome Division nei cinque capitoli che formano la loro discografia non hanno inventato nulla, sono stati un più che buon tributo ai Motorhead e all’hard rock, tra ritmiche solide che a tratti richiamano gli Ac/Dc, voci sporcate da liquidi infiammabili e sigarette e solos che contribuiscono a quell’irresistibile atmosfera da party scatenato che, anche in questo lavoro, rende ancora più selvaggio il sound di brani come Walk Away In Shame, You Are Dead To Me e I’m On Fire Tonight.
One Last Ride è un (probabile) testamento sicuramente riuscito per una band della quale i fans sentiranno sicuramente la mancanza, essendo già orfani del leggendario signore di queste sonorità.

Tracklist
1. Return From The Wastelands
2. So Fragile
3. Walk Away In Shame
4. Back In Town
5. You Are Dead To Me
6. The Call
7. I’m On Fire Tonight
8. Staying Until The End
9. This One Is Wild
10. One Last Ride
11. We Drink
12. Towards The Unknown

Line-up
Eddie Guz – Lead vocals
Shagrath – Guitars, bass & backing vocals
Mr Damage – Lead guitar, bass & backing vocals
Tony White – Drums, cowbell & percussion

CHROME DIVISION – Facebook