Beneath The Hollow – Nihilist

Nihilist è composto da sei brani che nulla aggiungono e nulla tolgono al metal moderno, un modo per spaccarsi il testone in headbanging sfrenati se si è fans del genere, da ignorare se questo modo di fare metal non raggiunge corde scaldate dai suoni classici e old school.

Quello che alcuni anni fa veniva descritto come alternative metal, definizione generica e non propriamente esatta per certe realtà, si è trasformato in groove metal, etichetta molto più modaiola ed ancora più astratta.

Alla fine anche i Beneath The Hollow, band in arrivo da Chicago, suonano metal moderno diviso tra un’anima thrash ed un altra core ed il loro ep, intitolato Nihilist, non fa altro che seguire i soliti cliché del genere, un metal estremo che non manca di melodie, sia in qualche passaggio strumentale che nell’alternanza tra scream/growl e voce pulita.
Nihilist è composto da sei brani che nulla aggiungono e nulla tolgono al metal moderno, un modo per spaccarsi il testone in headbanging sfrenati se si è fans del genere, da ignorare se questo modo di fare metal non raggiunge corde scaldate dai suoni classici e old school.
Il groove ovviamente non manca in brani come Killing Floor e Our Own Hell, con il quintetto statunitense che raggiunge lidi nu metal con Omens.
I Machine Head del controverso The Burning Red e i Pantera sono i gruppi che più ispirano i Beneath The Hollow, mentre le parti propriamente alternative ricordano note fuoriuscite nell’ultimo decennio del secolo scorso in quel di Seattle.

Tracklist
1.Killing Floor
2.Our Own Hell
3.Spineless
4.Nihilist
5.Omens
6.Doom

Line-up
Aaron Revels- Vocals
Jesse DeGroot- Guitar
Tyler Williams- Bass
Matt DeGroot- Drums
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BENEATH THE HOLLOW – Facebook

Blind Monarch – What Is Imposed Must Be Endured

I Blind Monarch offrono un lavoro di grande sostanza e convincente dalla prima all’ultima nota: certo, qui il sound è volto ad evocare solo sofferenza e stoica sopportazione, per cui ognuno si prenda la propria croce con la prospettiva di portarsela appresso per il resto dei suoi giorni, senza che possa arrivare il Cireneo del caso ad alleviarne il peso.

Ciò che ci viene imposto deve essere sopportato: questo è quanto ci viene comunicato dai Blind Monarch con il titolo del loro album d’esordio, intitolato appunto What Is Imposed Must Be Endured.

Del resto tutto ciò è la sintesi estrema del doom, che non deve essere scambiata come una forma passiva di rassegnazione bensì quale presa di coscienza dell’ineluttabile.
Il quartetto di Sheffield sembra provenire direttamente dal secolo scorso, sia come approccio che come immagine e questo non è affatto un male, considerando che di quest’ora scarsa ci musica suddivisa in quattro lunghi brani resta la viva sensazione d’aver ascoltato il genere in una delle sue forme più pure ed incontaminate.
La band inglese prende sicuramente sputo dal seminale Forest Of Equilibrium dei connazionali Cathedral (nella parte centrale della traccia autointitolata è riscontrabile un incedere non dissimile a quello di Ebony Tears), rielaborandone però la lezione sostituendo l’anima psichedelica con una ben più pesante e vischiosa componente che può rimandare a protagonisti invece d’oltreocaeno come i magnifici Bell Witch: il risultato che ne consegue è un lavoro ruvido, corposo e privo di spunti melodici, perché se bisogna proprio caricarsi sulle spalle il peso di questa esistenza lo si deve fare senza palliativi di sorta.
E’ anche per questo, quindi, che Tom Blyth non fa sconti a livello vocale passando dal growl ad un aspro screaming non facendo nulla per apparire gradevole, mentre il fratello Adam sciorina riff rocciosi dimostrando però di saperci fare anche quando è chiamato a tessere qualche trama solista.
Solo nell’ultimo brano, Living Altar, appaiono passaggi più rarefatti, con tanto di vocalizzi femminili (forniti sempre dalla famiglia Blythe), decisamente ben costruiti e funzionali all’alternanza con i più canonici momenti basati su un impietoso e monolitico doom.
I Blind Monarch offrono un lavoro di grande sostanza e convincente dalla prima all’ultima nota: certo, qui il sound è volto ad evocare solo sofferenza e stoica sopportazione, per cui ognuno si prenda la propria croce con la prospettiva di portarsela appresso per il resto dei suoi giorni, senza che possa arrivare il Cireneo del caso ad alleviarne il peso.

Tracklist:
1. Suffering Breathes My Name
2. My Mother, My Cradle, My Tomb
3. Blind Monarch
4. Living Altar

Line-up:
Paul Hubbard – Bass
Lee Knights – Drums
Adam Blyth – Guitars
Tom Blyth – Vocals

Fiona Blyth Vocals (track 4)

BLIND MONARCH – Facebook

Polar – Nova

Un disco molto organico, potente, melodico e con esplosioni notevoli, per un gruppo che ha compiuto un passo molto importante nella propria evoluzione.

Nuovo album per i londinesi Polar, che propongono una miscela di post hardcore e metalcore, con una spruzzata di elettronica.

Dopo diversi episodi discografici i Polar hanno sentito il bisogno di cambiare rotta, essendo attivi dal 2009, e ovviamente invecchiando le cose si vedono in maniera diversa, le prospettive cambiano, la mutazione è prima nel nostro cervello poi seguono molte altre cose. Nei dischi precedenti il gruppo aveva affrontato anche temi politici, mentre qui le vicende narrate hanno un carattere maggiormente personale. Il loro suono è molto peculiare, parte dal post hardcore ma non ne possiede la melodia, bensì ne sottolinea la drammaticità e la capacità di creare tensione. Le melodie, che vengono create soprattutto grazie ai riff di chitarra che si combinano con la sezione ritmica, sono ottime ma non vengono messe al di sopra di tutto come fanno altri gruppi simili, bensì sono un elemento che concorre a creare esplosioni sonore. Ecco, questa è una delle caratteristiche migliori di questo gruppo, che in certi momenti offre passaggi molto belli e ritornelli che creano disordine dal vivo. I Polar sono sicuramente una band per giovani, il loro metal è moderno ma possiedono caratteristiche che li distinguono nettamente da quelli a loro affini. Ci sono certi passaggi, certi momenti che sono molto luminosi, infatti il loro proposito era quello di creare un disco che fosse come una nova appunto, che altro non è che un’esplosione che fa diventare la stella più lucente. Ogni passaggio è concatenato molto bene, e tutti gli elementi occupano il loro posto. Il risultato è un disco molto organico, potente, melodico e deflagrante, per una band che ha compiuto un passo molto importante nella sua evoluzione.

Tracklist
1- Mære
2- Devil
3- Cradle
4- Drive
5- Adore
6- Sonder
7- Amber
8- Breathe
9- Prey
10- Dusk
11- Midnight
12- Brother

Line-up
Adam Woodford – vocals
Tom Gree – guitars
Fabian Lomas – guitars
Jonny Bowman – bass
Nick Jones – drums

POLAR – Facebook

Madhouse – Madhouse Hotel

I Mahouse mostrano una convincente attitudine e hard rock, rock’n’roll e melodie accattivanti si alternano creando un sound dall’ottimo appeal, sicuramente in grado di essere apprezzato da una vasta gamma di ascoltatori.

Chi aveva avuto modo di ascoltare You Want More, ep di quattro brani uscito ormai quattro anni fa, aspettava con curiosità il debutto su lunga distanza dei MadHouse, rock band lombarda capitanata dalla vocalist Federica Tringali.

C’è voluta un po’ di pazienza ma ne è valsa la pena e finalmente Madhouse Hotel viene pubblicato in questa primavera 2019, che vede i Madhouse consegnarci le chiavi che apriranno le dieci stanze, tante quante le tracce che fanno parte del la track list di questo ottimo album.
La band conferma le buone sensazioni lasciate dal precedente lavoro, tornando a fare rock come meglio sa, con la Tringali che, più che in passato, si affaccia sulla scena underground come una pantera, selvaggia e graffiante, ma anche elegante e sinuosa.
Il gruppo asseconda la cantante con convincente attitudine e hard rock, rock’n’roll e melodie accattivanti si alternano creando un sound dall’ottimo appeal, sicuramente in grado di essere apprezzato da una vasta gamma di ascoltatori.
Si è detto dei brani che equivalgono a ipotetiche chiavi utili ad aprire le stanze idi questo hotel immaginario in cui si suona la ottima musica, magari provando a trovare una nostra dimensione tra brani ruvidi, graffianti, ma sempre con in primo piano melodie accattivanti e refrain che si fissano in testa come l’opener Ghosts, la successiva Butterfly e un po’ tutte le altre tracce di questo gran bel lavoro.
Nessuna ballad, solo canzoni grintose e melodiche, tra punk, hard e quel pizzico di sound moderno ed alternativo che porta i Madhouse ed il loro sound in un nuovo millennio in cui brucia ancora alta la fiamma del rock.

Tracklist
1.Ghosts
2.Butterfly
3.A New Spring
4.King Without A Crown
5.Walk This Road
6.Do You Believe
7.Got A Big day Tomorrow
8.Headshot
9.You’Re A Fake
10.Ready To Fight

Line-up
Federica Tringali – Lead Vocals
Filippo Anfossi – Guitar
Daniele Maggi – Lead Guitar
Michele Canevari – Bass
Ares Cabrini – Drums

MADHOUSE – Facebook

BLACK THUNDER

Il lyric video di “Unrecognized Citizen”, dall’album “All My Scars” di prossima uscita (Club Inferno Ent.).

Il lyric video di “Unrecognized Citizen”, dall’album “All My Scars” di prossima uscita (Club InfernoEnt.).

Hard ‘n’ Heavy old school Metallers BLACK THUNDER reveal the first song from their upcoming album “All My Scars” with the lyric video for “Unrecognized Citizen”.
Just a few weeks and on May 8th, Club Inferno will release “All My Scars”, a powerful and direct album, a mix of classic Heavy Metal, melodic reminiscences of Hard Rock with Groove and Thrash Metal nuances.

It will hit you like a thunder!

Cover and tracklist below:
1. Devil In My Bones – 2. Try To Break Me – 3. Angry Man – 4. Stop The Abuse – 5. Disorder And Pain – 6. Days Could Stop To Run – 7. Fly Away – 8. Black Rain – 9. Unrecognized Citizen – 10. Anyway Have To Be Better

– PRE-ORDER: http://smarturl.it/ALLMYSCARS
– CLUB INFERNO ENT.: www.facebook.com/clubinfernoent
– BLACK THUNDER: www.facebook.com/blackthundermetalband