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Anua – Un Viaggio Senza Terra

L’album dimostra un buon equilibrio, nel senso che, a fronte della mancanza di particolari picchi, non si rinvengono neppure cali vistosi, il che consente di mantenere in ogni momento un impatto emotivo soddisfacente: tutto ciò dovrebbe essere senza dubbio nelle corde di chi apprezza sonorità di stampo post metal/shoegaze.

Gli Anua sono una nuova band che si affaccia sulla scena musicale nazionale, facendolo in punta di piedi con un post metal/shoegaze molto etereo e delicato.

Mettesi in scia di una realtà come gli Alcest, tanto per citare il nome più noto tra quelli che si cimentano in questo stile musicale, può rivelarsi controproducente perché, in fondo, gli spazi di manovra non sono illimitati, ma questi quattro musicisti provano a svincolarsi da un confronto innegabilmente ingombrante mutando qualcosa a livello di approccio: ecco allora il ricorso strumenti addizionali come flauto e clarinetto e una più pacata anima folk, che si manifesta con diversi passaggi di chitarra acustica.
L’operazione a mio avviso riesce piuttosto bene, nel senso che Un Viaggio Senza Terra si rivela un lavoro gradevole, pur se strutturato su quattro brani lunghi mediamente una decina di minuti, che scorrono comunque in maniera abbastanza fluida anche se mancano nell’arco di tutta la durata quei momenti più incisivi dal punto di vista melodico, capaci di segnare con forza un intero lavoro.
L’album dimostra però un buon equilibrio, nel senso che, a fronte della mancanza di particolari picchi, non si rinvengono neppure cali vistosi, il che consente di mantenere in ogni momento un impatto emotivo soddisfacente: tutto ciò dovrebbe essere senza dubbio nelle corde di chi apprezza questo tipo di sonorità, capaci di realizzare una fugace oasi di pace screziata di tanto in tanto da qualche riff mai troppo ingombrante ma ben coeso e funzionale alla resa finale.
Dovendo scegliere uno dei brani, prendo Canto di un viaggio finito, che è forse quello che propende maggiormente verso soluzioni acustiche, con il supporto degli strumenti a fiato e senza disdegnare ampie aperture elettriche, svincolandosi in parte dai principali modelli compositivi che confluiscono in Un Viaggio Senza Terra.
L’esordio degli Anua è sicuramente positivo, nonostante qualche rischio connesso alla scelta di uno stile potenzialmente tedioso se non viene messo in scena con tutti i crismi e con sufficiente doti compositive: la strada per raggiungere l’eccellenza assoluta prevede ancora la salita di diversi gradini, ma le basi poste con quest’album sembrano già abbastanza solide.

Tracklist:
1.Sulla riva di un lago
2.Un cielo scuro
3.Canto di un viaggio finito
4.Vorrei tornassi

Line-up:
Manuel Rodriguez – Guitars, Vocals
Piersante Falconi – Drums
Andrea Remoli – Bass
Luca Grimaldi – Guitars
Guests:
Andrea Salvi – Flute
Sofia Rofriguez – Vocals
Ennio Zohar – Clarinet

ANUA – Facebook

Autore stefano cavannaPubblicato il 17 Aprile 201817 Aprile 2018Categorie Made In Italy, metal, postmetal, recensioniTag folk, postmetal, postrock, shoegaze

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  2. Senio su Pain Of Salvation – In the Passing Light of Day20 Marzo 2017

    La penso come Stefano: questo album è un capolavoro, e la recensione è emozionante ed emozionata, al contrario di quelle…

  3. massimo pagliaro su Scuorn – Parthenope16 Marzo 2017

    Ti sei superato , splendida recensione !!! per chi ha origini partenopee come me e' un must ...

  4. Massimo Pagliaro su Sinister – Syncretism11 Marzo 2017

    Grande ritorno per una band un po' dimenticata ...recensione bella e coinvolgente come sempre .!

  5. Massimo Pagliaro su Immolation – Atonement10 Marzo 2017

    OPERA ECCELLENTE !

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