Dream Theater – Distance Over Time

Il quattordicesimo album in studio dei Dream Theater, primo per InsideOut, segna un ritorno al passato e a quelle sonorità metalliche che segnarono le opere del gruppo di John Petrucci almeno fino al bellissimo e sottovalutato Train Of Thoughts.

Questa è la considerazione più logica per valutare un lavoro bello, intenso e finalmente “metal” come Distance Over Time, lontano anni luce dagli ultimi lavori e soprattutto dal prolisso e scialbo The Astonishing.
I cinque sovrani del metal progressivo, che oggi oltre a LaBrie, Petrucci e Myung, vedono ben saldi al loro posto l’ormai veterano Jordan Rudess e Mike Mangini (che a discapito dei suoi detrattori in questo lavoro si dimostra batterista all’altezza della situazione), si sono rinchiusi negli studi Yonderbarn di Monticello per creare questa monumentale opera che, appunto, torna a quel genere che se proprio non hanno inventato (i Rush sono i veri padri del prog metal) hanno portato al successo con i capolavori licenziati nei primi anni novanta.
La verità inconfutabile è che i Dream Theater si sono scrollati di dosso molte scorie progressive superflue, hanno imbracciato gli strumenti decisi a suonare ancora heavy metal inarrivabile sotto l’aspetto tecnico e questa volta supportato da una manciata di belle e robuste tracce.
Petrucci, che appare in stato di grazia come ai bei tempi, Rudess, a tratti ispirato dallo spirito di Jon Lord, e una sezione ritmica garanzia di evoluzioni mai fine a se stesse, accompagnano un LaBrie che non sarà al massimo delle sue prestazioni risultando però convincente dal punto vista emozionale (magari aiutato da qualche filtro di troppo, ma siamo davvero ai dettagli).
Distance Over Time è un album heavy metal, elegante come solo le band con uno spirito progressivo sanno creare e, soprattutto, godibile anche per chi non è un fan accanito del gruppo.
A tratti diretto e potente, l’album regala spettacolari brani come l’opener Untethered Angel, il capolavoro Fall Into The Light, il crescendo melodico di S2N e la progressione metallica del secondo passaggio chiave del lavoro intitolato Pale Blue Dot.
Probabilmente ci si dovrebbe avvicinare a Distance Over Time senza farsi condizionare dal nome della band, lasciando che sia la musica a parlare per i protagonisti: in tal caso le sorprese non mancheranno di certo svelando finalmente un nuovo grande album marchiato Dream Theater.

Tracklist
01. Untethered Angel
02. Paralyzed
03. Fall into the Light
04. Barstool Warrior
05. Room 137
06. S2N
07. At Wit’s End
08. Out of Reach
09. Pale Blue Dot
10. Viper King

Line-up
John Petrucci – Guitars
John Myung – Bass
James LaBrie – Vocals
Jordan Rudess – Keyboards
Mike Mangini – Drums

DREAM THEATER – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Múm Finally We Are No One
    by Gabriella Capraro on 11 Settembre 2025 at 17:46

    Múm Finally We Are No One, pubblicato dalla FatCat Records nel 2002, è un emblematico esempio di come la trasformazione, alle volte, rappresenta una dolce e rivoluzionaria evoluzione.

  • Zatokrev Bring mirrors to the surface
    by Massimo Argo on 11 Settembre 2025 at 14:29

    Dopo dieci anni da “Silk Spiders Underwater…” tornano gli svizzeri Zatokrev con un disco che pulsa fortissimo, un piccolo capolavoro di post metal e post hardcore

  • Garrett Sparrow – RAMBO
    by Leonardo Pulcini on 9 Settembre 2025 at 15:23

    Garrett Sparrow, Sfogliare “RAMBO” è come aprire il quaderno di un liceale: scarabocchi, pensieri confusi e sentimenti a cui dare un nome. Ma a scuola conclusa, sarebbe un peccato buttarlo.

  • The Saint & la Bestemmia present: Adventure with the Saint Episode n°54
    by Il Santo on 8 Settembre 2025 at 16:22

    Oggi ascoltiamo: Johnny Brunette Trio, Bad Brains, Von Masoch, The Sons of Hercules, Nations on Fire, The Cannibals, The Flowers, The Crawdaddys, Thee Hypnotics, Man or Astro-Man, No Trend, The Bad Beats, Das Klown, The Sore Losers, Dee Rangers, Witchdoctors

  • Hüsker Dü, in arrivo un box set dal vivo
    by Reverend Shit-Man on 6 Settembre 2025 at 20:30

    Continua l’opera meritoria della Numero Group, label specializzata in ristampe e restaurazioni tra gli archivi di band fondamentali del post–hardcore americano degli anni Novanta (Karate, Unwound, Codeine e altre) e in generale di altre formazioni indie rock, con l’obiettivo di ridare vita e pubblicare chicche inedite e altre registazioni perdute o dimenticate, o mai pubblicate.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »