Lou Quinse – Lo Sabbat

Un bellissimo canto di ribellione, un non sottomettersi alla Chiesa, ai padroni e all’autorità, un cantico di povertà e di tendini sanguinanti, la storia dei perdenti che per la durata di un sabba sono liberati dal demonio: musicalmente è un tesoro unico, una gioia, bellissimo, perfino difficile da esprimere a parole, ascoltatelo.

Quando arriva Lou Quinse il Sabbat può cominciare. Questo gruppo ha una potenza, una poetica talmente debordante che in un attimo vi troverete a muovervi come ossessi sulle montagne occitane, mentre l’inquisitore Eymerich vi sta cercando più a valle.

I Lou Quinse sono la nostra radice medioevale, dove Cristo non era ancora così radicato, e in certe valli e montagne non lo è ancora adesso. Questi misteriosi musicisti torinesi hanno fondato il gruppo nel 2006 sulle montagne di Balme in val D’Ala, in piena regione occitana, e ci portano dentro le nostre tradizioni più vere e demoniache. Le storie che raccontano i Lou Quinse sono le vite di coloro che la Storia ha definito perdenti, ma che hanno continuato a vivere i loro luoghi e a pregare il nero signore, perché quando si ha fame e si è poveri Dio è molto lontano. I Lou Quinse sono un gruppo unico, hanno uno stile ed una potenza inarrivabile, mischiano perfettamente folk e black o death metal, e fanno un genere unico, da loro stessi definito alpine extreme metal folkcore. Il diavolo è qui il protagonista di questo sabba in tra atti di quattro canzoni ciascuno, dove i Lou Quinse reinterpretano a loro maniera un repertorio tradizionale. Il disco è bellissimo come il primo omonimo, anzi di più. Qui c’è una corrente che scorre impetuosa da migliaia di anni e non muore mai, perché viene dalla terra stessa, ed è legata ai veri ritmi dell’uomo della natura, una carnalità luciferina nel vero senso della parola, totalmente umana. Musicalmente è un disco impressionante, gli strumenti antichi e quelli nuovi si fondono perfettamente in una combinazione magica da sabba vero. Alla produzione c’è Tino Paratore, del quale basterebbe anche solo il nome, e poi il disco è stato ulteriormente perfezionato da Tom Kvalsvoll ad Oslo. Un bellissimo canto di ribellione, un non sottomettersi alla Chiesa, ai padroni e all’autorità, un cantico di povertà e di tendini sanguinanti, la storia dei perdenti che per la durata di un sabba sono liberati dal demonio, sia sempre lode a lui.
Musicalmente è un tesoro unico, una gioia, bellissimo, perfino difficile da esprimere a parole, quindi ascoltatelo. Inoltre il libretto è una piccola opera d’arte a se stante, in stile liberty.
Parliamo tranquillamente di capolavoro demoniaco.

Tracklist
1.Sus la Lana
2.Chanter, Boire et Rire Rire
3.Diu Fa’ ma Maire Plora
4.La Dançarem Pus
5.Lo Cuer dal Diaul
6.Dessus la Grava de Bordeu
7.Giga Vitona
8.Purvari e Palli
9.Lo Boier
10.La Martina
11.La Marmota
12.Sem Montanhols

Line-up
IX.L’ERMITE – voice and growls
I.LO BAGAT – diatonic accordeon
VII.LO CARRETON – flutes and pipes
XIX.LO SOLELH – guitars and Irish bouzouki
XVIII.LA LUNA – bass guitar
.LO MAT – drums and percussions

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