Marillion – All One Tonight (Live At The Royal Albert Hall)

Non dovrebbe esserci molto da dire sull’ennesimo album dal vivo dei Marillion, alla luce della fama e della credibilità acquisita dalla band, nonché per l’inconfutabile qualità che ha contraddistinto ogni sua uscita lungo un carriera lunghissima, in studio o sul palco che fosse.

Questa ennesima prova di bravura, il classico prodotto rivolto ai fans più fedeli, non sposta chiaramente di una virgola quello che è lo status di un gruppo che, dopo quasi trent’anni nell’attuale configurazione, è riuscito a rendere l’ingombrante passato rappresentato dall’era Fish un qualcosa di riconducibile ad una band di fatto diversa, nonostante i 4/5 della formazione siano gli stessi, fatta eccezione ovviamente per Steve Hogarth.
Lasciato così, giustamente, al fondatore Steve Rothery e alla sua band il compito di riprodurre le magiche note del passato più remoto, i Marillion odierni possiedono un repertorio talmente vasto che, persino in un concerto di dimensioni così ampie, si vedono costretti ad escludere dalla scaletta brani che in altri frangenti storici sarebbero apparsi imprescindibili.
L’esibizione, tenutasi alla Royal Albert Hall, consta di due parti ben distinte, con la prima dedicata alla riproposizione integrale dell’ottimo F.E.A.R., ultimo album in studio pubblicato nel 2016, mentre nella seconda, che vede anche la presenza sul palco di una mini orchestra, viene offerto un greatest hits che si spinge a ritroso sino a Seasons End (con The Space e Easter), Holidays In Eden (Waiting to Happen) e soprattutto il capolavoro assoluto dei Marillion novantiani intitolato Brave (The Great Escape).
Trovano il giusto spazio anche altri album come Afraid Of Sunlight, con la title track, This Strange Engine (Man of a Thousand Faces), marillion.com (Go!), Marbles (Neverland), oltre alla ripresa della trascinante parte finale di The Leavers, da F.E.A.R., quale conclusivo bis.
Il tutto per due ore abbondanti di musica spettacolare, di un’intensità e di uno spessore difficilmente riscontrabili oggi, qualsiasi possa essere il genere preso in considerazione.
Il solo neo, tanto per voler fare l’incontentabile, è mio avviso quello d’avere escluso dalla scaletta quello che è il mio brano preferito dell’intera epoca hogarthiana, ovvero The Invisible Man, la splendida traccia d’apertura di Marbles, e qui non escludo che tale scelta possa derivare dalla fisiologica difficoltà da parte del sempre bravo Steve nell’interpretare adeguatamente, ancora oggi, una canzone così lunga, drammatica e, conseguentemente, molto stressante dal punto di vista vocale.
Per il resto nulla da aggiungere, se non il fatto che queste due righe di commento derivano dall’ascolto della versione audio, ma consiglio a chi voglia farsi un bel regalo di optare per il dvd che immortala la band sul palco durante questa lunga e del tutto soddisfacente esibizione, in una location peraltro unica e prestigiosa come quella londinese.

Tracklist:
CD 1 – F E A R Live

1. El Dorado – 19:55
2. Living in F E A R – 9:10
3. The Leavers – 20:07
4. White Paper – 7:42
5. The New Kings – 16:48
6. Tomorrow’s New Country – 1:46

CD 2 – All One Tonight, featuring In Praise of Folly & Special Guests

1. The Space – 8:32
2. Afraid of Sunlight – 7:47
3. The Great Escape – 11:11
4. Easter – 7:05
5. Go! – 8:59
6. Man of a Thousand Faces – 9:19
7. Waiting to Happen – 6:43
8. Neverland – 12:29
9. The Leavers: V. One Tonight – 6:24

Line up:
Steve Hogarth – voce, chitarra e tastiera aggiuntive, hammered dulcimer (CD1: traccia 5)
Steve Rothery – chitarra
Pete Trewavas – basso, cori
Mark Kelly – tastiera
Ian Mosley – batteria

Altri musicisti
Michael Hunter – arrangiamento strumenti ad arco, flauti e corno

In Praise of Folly
Nicole Miller – viola
Margaret Hermant – violino
Annemie Osborne – violoncello
Maia Frankowski – violino

Sam Morris – corno francese
Emma Halnan – flauto

MARILLION – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Múm Finally We Are No One
    by Gabriella Capraro on 11 Settembre 2025 at 17:46

    Múm Finally We Are No One, pubblicato dalla FatCat Records nel 2002, è un emblematico esempio di come la trasformazione, alle volte, rappresenta una dolce e rivoluzionaria evoluzione.

  • Zatokrev Bring mirrors to the surface
    by Massimo Argo on 11 Settembre 2025 at 14:29

    Dopo dieci anni da “Silk Spiders Underwater…” tornano gli svizzeri Zatokrev con un disco che pulsa fortissimo, un piccolo capolavoro di post metal e post hardcore

  • Garrett Sparrow – RAMBO
    by Leonardo Pulcini on 9 Settembre 2025 at 15:23

    Garrett Sparrow, Sfogliare “RAMBO” è come aprire il quaderno di un liceale: scarabocchi, pensieri confusi e sentimenti a cui dare un nome. Ma a scuola conclusa, sarebbe un peccato buttarlo.

  • The Saint & la Bestemmia present: Adventure with the Saint Episode n°54
    by Il Santo on 8 Settembre 2025 at 16:22

    Oggi ascoltiamo: Johnny Brunette Trio, Bad Brains, Von Masoch, The Sons of Hercules, Nations on Fire, The Cannibals, The Flowers, The Crawdaddys, Thee Hypnotics, Man or Astro-Man, No Trend, The Bad Beats, Das Klown, The Sore Losers, Dee Rangers, Witchdoctors

  • Hüsker Dü, in arrivo un box set dal vivo
    by Reverend Shit-Man on 6 Settembre 2025 at 20:30

    Continua l’opera meritoria della Numero Group, label specializzata in ristampe e restaurazioni tra gli archivi di band fondamentali del post–hardcore americano degli anni Novanta (Karate, Unwound, Codeine e altre) e in generale di altre formazioni indie rock, con l’obiettivo di ridare vita e pubblicare chicche inedite e altre registazioni perdute o dimenticate, o mai pubblicate.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »