Milkilo – Atlas

Al termine di un percorso iniziato all’inizio del decennio, il duo francese formato da Anthony Ferreira (basso) e Gabriel Notin (batteria e voce),  giunge alla prima prova su lunga distanza con il monicker Milkilo.

Atlas è un’opera difficilmente collocabile stilisticamente: bene da un lato, perché di sicuro al suo interno vengono bandite le banalità, un po’ meno dall’altro, perché il sound talvolta dà l’impressione di muoversi impazzito in più direzioni.
Partiamo intanto dall’assunto che qui ci si trova al cospetto di una sorta di sludge post metal (il tutto con molta approssimazione) quasi del tutto di matrice sperimentale e suonato solo con basso e batteria: abbastanza per respingere chi ama sonorità corpose e lineari e per attrarre i pervicaci ricercatori della pietra filosofale dell originalità.
I due ragazzi di Sant’Etienne sono indubbiamente bravi nel proporre la loro formula tutt’altro che semplice e accattivante, riuscendo a fare centro a fasi alterne, ovvero nei momenti corrispondenti alla sovrapposizione delle pulsioni sperimentali con una parvenza di melodia (Voda), oppure con il ricorso ad un crescendo sempre in grado di lasciare buone sensazioni (Srtyx, Coma Cluster), nonostante il loro intento di destrutturazione della materia musicale non venga mai meno, portandolo alle estreme conseguenze con le inquiete Kamet e Memoires, oltre che con alcuni frammenti ambient rumoristici (Atleast, Athome, Atoms).
La proposta nel suo complesso mostra più luci che ombre, e in diversi frangenti, come detto, l’operato dei Milkilo avvince e convince, anche perché i nostri non si pongono limiti né scrupoli nello sfogare le loro pulsioni sperimentali; d’altro canto questo rende il tutto dannatamente difficile da digerire e, in tal senso, aiuta non poco una durata complessiva contenuta, visto che, in caso contrario, sarebbe stato inevitabile il rischio di rendere troppo dispersivo il sound.
Indubbiamente la formula prescelta da Ferreira e Notin è coraggiosamente lontana da ogni ammiccamento commerciale e, se la cosa non può che risultare apprezzabile, riduce di molto il potenziale numero di fruitori di un’opera interessante ma di difficile decrittazione.

Tracklist:
1. Atleast
2. Caravelles
3. Voda
4. Athome
5. Kamet
6. Styx
7. Atoms
8. Coma Cluster
9. Memoires
10. Atlast

Line-up:
Anthony Ferreira – Bass
Gabriel Notin – Drums, Vocals

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