Il metalcore ha iniziato da almeno un paio d’anni l’ involuzione fisiologica di quei generi che trovano il successo, rimangono nei favori degli ascoltatori per un periodo più o meno lungo per poi cadere in uno stato creativo comatoso, provocato dalle centinaia di band tutte uguali che le label sparano a mitraglia sul mercato alla ricerca della gallina dalle uova d’oro.
Il metal moderno melodico quindi, lascia alla sua anima più estrema e violenta (il deathcore) la gloria qualitativa, per provare invece a raggiungere i più giovani con opere sempre più melodiche e chiuse nella solita formula da tempo abusata fino alla noia.
Si salvano da tutto questo i Monuments, quintetto londinese al terzo lavoro sulla lunga distanza per Century Media, una garanzia di qualità anche in questo genere, grazie ad una produzione scintillante e ad un lotto di brani che ben esprimono il concetto di metal core, con ritmiche sincopate e dalla ottima tecnica, chorus puliti e dal sicuro appeal e un uso discreto della canonica dicotomia vocale.
Gratificati da un successo che li vede girare l’Europa anche in questo anno per supportare il nuovo lavoro, i Monuments hanno dalla loro quelle caratteristiche che in parte coprono i difetti riscontrabili in tutte le opere del genere e Phronesis, da questo punto di vista, ha dalla sua richiami al nu metal (Leviathan) che imprimono quella verve in più all’ascolto.
Per il resto siamo perfettamente in sintonia con i dettami ben conosciuti, ed anche questo ultimo lavoro targato Monuments troverà estimatori tra gli amanti di queste sonorità mentre verrà totalmente ignorato da tutti gli altri.
Tracklist
1.A.W.O.L
2.Hollow King
3.Vanta
4.Mirror Image
5.Ivory
6.Stygian Blue
7.Leviathan
8.Celeste
9.Jukai
10.The Watch
Line-up
Olly Steele – Guitar
Adam Swan – Bass
Chris Barretto – Vocals
John Browne – Guitar
Daniel ‘Lango’ Lang – Drums