Old Night – A Fracture in the Human Soul

Siamo al cospetto di un gruppo che riesce a fondere mirabilmente, con il proprio sound, il dolente incedere del doom con l’impatto melodico vibrante del migliore hard’n’heavy ossequiando al meglio la tradizione, da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare, senza che il tutto faccia mai sorgere dubbi sia sulla freschezza compositiva, sia sulla personalità esibita.

A Fracture in the Human Soul è il secondo full length  per gli Old Night, band croata che si era rivelata agli appassionati di doom con lo splendido esordio Pale Cold Irrelevance di due anni fa.

Questo nuovo lavoro offre la necessaria continuità a quanto fatto in precedenza e se da un lato viene meno quell’effetto sorpresa derivante dalla scoperta di un nuovo gruppo di tale spessore, dall’altra non si può fare a meno di constatare quanto il livello continui ad essere ben al di sopra della media.
I cinque lunghi brani offerti sono un altro magnifico esempio dell’ideale incontro tra il doom evocativo dei Procession e le soluzioni vocali e melodiche degli Alice In Chains e, sinceramente, non ci può essere notizia migliore per chi, come il sottoscritto, adora sia la band cilena che i giganti di Seattle .
Il viaggio degli Old Night nel lato nascosto della mente umane non avviene evocando il dolore e la disperazione del doom più estremo, ma si snoda in maniera malinconica e ugualmente dolente, pur sotto le sembianze di canzoni ben memorizzabili e canoniche nel loro sviluppo, nonostante la lunghezza.
Il gruppo istriano, guidato da Luka Petrovic, componente anche di una band storica delle scena doom croata come gli Ashes You Leave, offre una soluzione compositiva che dovrebbe essere apprezzata da un ampio bacino di ascoltatori perché, anche chi non adora il doom nella sua accezione più classica, può comunque trovare grande soddisfazione in questo lavoro, che vede come in quello precedente la magnifica interpretazione vocale di Matej Hanžek stagliarsi sul sound a tratti roccioso ma più spesso avvolgente costruito dai propri compagni, con passaggi di chitarra solista ben posizionato ed efficaci ad impreziosire ogni traccia.
La bellezza rara quanto abbagliante di una canzone come Hearken and Remember è forse il picco, negato a molti, raggiunto dagli Old Night nel corso di un lavoro che grazie ad altre quattro gemme come Entwined, Elder, Glacial e The Reaping of Hearts, li rende decisamente molto più di una band in forte ascesa come era accaduto in occasione del primo full length; qui siamo al cospetto di un gruppo che riesce a fondere mirabilmente, con il proprio sound, il dolente incedere del doom con l’impatto melodico vibrante del migliore hard’n’heavy ossequiando al meglio la tradizione, da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare, senza che il tutto faccia mai sorgere dubbi sia sulla freschezza compositiva, sia sulla personalità esibita. Gli Old Night sono oggi, semplicemente, una delle migliori band europee, non solo in ambito doom.

Tracklist:
1. Entwined
2. Hearken and Remember
3. Elder
4. Glacial
5. The Reaping of Hearts

Line-up:
Luka Petrović – Bass, Vocals, Songwriting, Lyrics
Nikola Jovanovic – Drums
Bojan Frlan – Guitars (lead)
Ivan Hanžek – Guitars (lead), Vocals
Matej Hanžek – Vocals (lead), Guitars

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