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Autotheism – Dogma Sculptured In The Flesh
Quello degli Autotheism è un progetto che farà sicuramente parlare di sé in futuro, se amate il death metal tradizionale ricamato con perizia tecnica attorno ad un concept maturo, Dogma Sculptured In The Flesh è assolutamente consigliato.
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Dischordia – Binge/Purge
Caotico e completamente fuori da schemi prefissati, il sound dei Dischordia è volutamente estremo fino al parossismo, il che per il gruppo vuol dire accavallare note su note, decine di cambi di tempo e dissonanze che a tratti sembrano non fermarsi più.
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The Eternal – Waiting For The Endless Dawn
Sicuramente siamo di fronte alla prova più ambiziosa dei The Eternal, i quali non hanno lasciato nulla di intentato per mettere sul piatto quella che potrebbe essere la loro opera definitiva; ora tocca gli appassionati l’onere di fornire un riscontro adeguato a questa meritevole band australiana.
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Mantar – The Modern Art Of Setting Ablaze
La musica prodotta da un duo non è di facile composizione ed esecuzione perché se mancano il talento e le idee le soluzioni si restringono ancora di più, ma non è il caso dei Mantar che fanno canzoni dalle sempre ottime soluzioni sonore ballando fra diversi generi, partendo dal punk e dal suo derivato il black, senza dimenticare la loro forte ossatura doom e sludge.
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AEOLIAN
Il lyric video di Return of the Wolf King, dall’album Silent Witness (Snow Wave Records).
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Ian Gillan & The Javelins – Ian Gillan & The Javelins
L’atmosfera che si respira è quella di un fumoso locale sul cui piccolo palco un gruppo di vecchi amici regala una performance da custodire gelosamente tra i ricordi più belli ed emozionanti.
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Deceptionist – Initializing Irreversible Process
Spettacolare esordio di una band laziale dedita a un brutal tecnicissimo e futuristico, zeppo di idee e soluzioni avveniristiche, davvero entusiasmante.
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Phalloplasty/Slamophiliac – This Split Sucks
Due esempi di brutale violenza in musica, molto simili tra loro e quindi tutti e due da annoverare tra le proposte di nicchia del mercato estremo underground statunitense: per gli amanti dello splatter gore musicale questo dovrebbe risultare comunque uno split interessante.
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Essenz – Manes Impetus
Gli Essenz non risparmiano sofferenze all’ascoltatore ed in quasi un’ora di furia, rallentamenti asfissianti, ambient e aperture vicine al death più morboso, regalano un’opera a tratti complessa ed ostica, ma dal raro e annichilente potenziale.