Witchery – I Am Legion

In un’atmosfera di esaltante ed evocativo tributo agli inferi ed al suo signore, ci viene regalata una performance devastante, intrisa di perfida malignità e violentissima, perdendo in parte un po’ di sfumature speed/thrash old school per liberare la bestia insita da sempre nello spartito del gruppo di Linköping.
Heir – Au Peuple De l’Abîme

Un black metal per amanti del genere in versione più moderna, ed imbastardita dall’accoppiamento con generi lontani dalla furia primigenia dei gruppi classici, ma oltremodo stupefacente per le atmosfere estreme create.
Solfernus – Neoantichrist

I quaranta minuti di Neoantichrist scorrono via infatti piuttosto fluidi, con brani più catchy e dai chorus maggiormente ficcanti o con accelerazioni repentine, lasciando così un buon retrogusto proprio grazie all’assenza di qualsiasi traccia di pretenziosità.
Cryostasium – Starbound

Siamo al cospetto di un’opera non deprecabile e nemmeno priva di spunti interessanti, ma caratterizzata dalla poca attrattiva, anche nei confronti dei più aperti alla fruizione di soluzioni sperimentali.
Arkhon Infaustus – Passing The Nekromanteion

Death metal e black si uniscono per portare morte e distruzione, con un sound assolutamente estremo e senza compromessi: d’altronde le ispirazioni degli Arkhon Infaustus sono satanismo, perversione, oscenità e droghe, mentre il monumento al male che costruiscono avanza tra le macerie create da questi quattro terribili brani.
Malphas – Incantation

Il pregio dei Malphas è quello di lasciar sfogare senza troppe remore una vena piuttosto orecchiabile, il che rende l’ascolto di Incantation molto fluido pur non risultano mai banale: un primo passo davvero incoraggiante per l’ottima band elvetica.
Voltumna – Dodecapoli

Per tutto Dodecapoli aleggia uno spirito antico che ha trovato il modo di esprimersi con una musica violenta e catartica, che ci mostra la magia e la forza di un popolo unico nella storia.
Harmdaud – Blinda Dödens Barn

Con il monicker Harmdaud, Stenlund offre una buona prova all’insegna di un black death atmosferico che riporta senz’altro dalle parti degli Amon Amarth, ma se l’originalità non è la caratteristica principale di questo esordio, è innegabile che il suo ascolto si riveli alquanto gradevole e a tratti molto coinvolgente.
Nazghor – Infernal Aphorism

La band di Uppsala conferma quanto di buono fatto in passato, ribadisce l’approdo ad una tendenza maggiormente melodica già evidenziata nel precedente Death’s Withered Chants e, mirabilmente, continua a non deludere le attese, regalando un’altra ora di black inattaccabile per resa sonora, esecuzione e brillantezza compositiva.
Chaos Moon – Origin of Apparition and Languor into Echoes, Beyond

La Folkvangr Records rimette in circolazione in un unica confezione i due primi full length in formato musicassetta dei Chaos Moon, Origin of Apparition e Languor into Echoes, Beyond, usciti a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro nel 2007.
Unru / Tongue – Split

Intimhölle Regression e Omega Male sono le due facce di una stessa medaglia, oltre che l’esibizione convincente di due band delle quali credo proprio sentiremo parlare anche in futuro, stante una comune efficace espressione che le porta a raggiungere lo stesso risultato percorrendo strade decisamemte diverse.
Atrium Noctis – Aeterni

Aeterni non è un brutto lavoro e i fans del genere troveranno tra le trame sinfoniche, le accelerazioni estreme e le sfumature gothic/folk, più di uno spunto sufficiente per non spegnere il lettore dopo un paio di brani, ma è indubbio che dopo quindici anni di attività e al quarto lavoro, era sicuramente legittimo aspettarsi un album meno derivativo, prodotto meglio e con qualche idea in più.
Solbrud – Vemod

Vemod si rivela uno degli album più convincenti dell’anno: rabbioso, intenso, ossessivo ma anche capace di far riflettere, in sintesi, difficile far meglio di così.
Kawir – Exilasmos

L’impasto sonoro è qualcosa che solo i Kawir propongono, e provoca un grande coinvolgimento, mostrando come la via ellenica al black metal sia ancora molto vitale e fertile, anche perché con il retroterra storico greco il materiale non manca di certo
Blut Aus Nord – Deus Salutis Meæ

Chapeau a Vindsval, unica mente dei Blut Aus Nord che, dopo venti anni di musica estrema, dimostra una creatività senza pari, presentandoci un’opera breve ma intensa e ricca di stimoli emozionali.
Black Messiah – Walls of Vanaheim

Walls of Vanaheim è un’opera di buono spessore in un genere in cui non è così semplice lasciare il segno, ma purtroppo non riesce a raggiungere l’eccellenza a causa dell’eccessiva e ridondante verbosità che rischia di tenere lontani gli ascoltatori meno avvezzi a questo tipo di sonorità.
Forgotten Tomb – We Owe You Nothing

I Forgotten Tomb hanno raggiunto uno status invidiabile, che è quello di una band che può seguire una strada propria infischiandosene delle tendenze o delle convenienze commerciali, senza che questo vada minimamente ad inficiare il risultato finale.
Crafteon – Cosmic Reawakening

Questi buoni otto brani si sviluppano su tempi medi riproposti con una certa regolarità e dal livello complessivo confortante, mancando però di un brano trainante capace di agganciare con decisione un audience sommersa da un’offerta ampia per gamma e, sostanzialmente, anche per qualità.
Xanthochroid – Of Erthe and Axen Act II

Gli Xanthochroid sono sempre capaci di coinvolgere, qualunque sia il filone stilistico prescelto, dall’alto della dote più unica che rara che hanno nell’infondere la propria musica di un pathos cinematografico, consentendo all’ascoltatore di immergersi del tutto nel loro mondo immaginario per ottenerne visioni nitide e quanto mai reali.
Sheidim – Infamata

La durata, che non si discosta da molti full length di altre realtà, e la qualità dei brani proposti risultano due buoni motivi per non perdere questo lavoro e fare la conoscenza degli Sheidim.