None – None
Al di là del ridotto potenziale innovativo, un album di questo tipo lo si ascolta sempre volentieri, specialmente quando viene suonato e composto con tutti i crismi e con la dovuta intensità, e senza che ci si perda in troppi passaggi interlocutori.
Entropia Invictus – Human Pantocrator (Opus Humani)
Tra Septic Flesh, Bal Sagoth e melodic death metal, Human Pantocrator ha le virtù per porsi all’attenzione non solo dei fans del metal sinfonico, ma anche di quello estremo in generale.
AlNamrood – Enkar
Enkar si mantiene sulla linea dei lavori precedenti degli AlNamrood, lasciando pressoché immutate le coordinate e, conseguentemente, le buone impressioni che ne derivano.
Diĝir Gidim – I Thought There Was the Sun Awaiting My Awakening
Da un luogo “sconosciuto” notevole esordio di incompromissorio e magmatico black metal.
Somnium Nox – Terra Inanis
I Somnium Nox non si limitano a proporre un black tradizionale ma lo arricchiscono di parti più rarefatte e dal buon carico melodico, funzionali nel preparare il terreno ad accelerazioni che sono comunque piuttosto ragionate.
Opprobre – Le Naufrage
Un plauso alla scena transalpina che continua a far nascere band che conoscono l’arte di emozionare.
Conjonctive – In The Mouth Of The Devil
Una sorpresa questi ragazzi svizzeri, il loro album è davvero una bordata estrema come pochi nel genere e vale la pena dargli un ascolto.
Underdark – Mourning Cloak
Un breve ma intenso esempio di post black, ben costruito e ricco di spunti rimarchevoli.
Svart Crown – Abreaction
Un uso molto originale delle ritmiche per una band death/black (tra groove e percussioni tribali), la pesantezza sonora che si spinge fino a toccare lidi doom ed un songwriting vario e per nulla ripetitivo, spostano sicuramente la ragione dalla parte del gruppo nizzardo
Heretoir – The Circle
The Circle è l’esplosione di una realtà in grado di offuscare molti dei campioni riconosciuti in campo post metal: un lavoro di simile bellezza non può essere trascurato per alcun motivo.
Imber Luminis – Nausea
E’ perfetto il connubio tra musica e testi di questo lavoro che, fin dal titolo, rievoca l’opera più nota di Sartre, e la caratteristica impronta depressive viene per un verso esasperata mentre, dall’altro, si sublima tramite splendide aperture melodiche di matrice post metal, senza tralasciare quell’aura funesta derivante dalle pulsioni doom.
Davide Laugelli – Soundtrack of a Nightmare
L’esperimento di Davide Laugelli è senz’altro convincente, nonostante il bassista scenda su un terreno normalmente non battuto, a dimostrazione di una preparazione inattaccabile ed anche di una certa ispirazione, sfuggendo agli stucchevoli tecnicismi che spesso ammorbano gli album strumentali.
Obscure Devotion – Ubi Certa Pax Est
Un lavoro di grande maturità e chiarezza di intenti, per cui la naturale e spontanea espressione del genere si abbina ad una non sempre scontata cura dei particolari.
Naudiz – Wulfasa Kunja
Un disco come questo riporta alla sorgente stessa del concetto di black metal, dato che ha in sé tutte le caratteristiche migliori del genere.
Mosaic – Old Man’s Wyntar
Supreme Thuringian Folklore …come spesso accade nell’underground si celano grandi realtà per “open-minded people”.
Author – Lopun Alku
Album che lascia poco all’ascoltatore se non la fatica di arrivare in fondo, Lopun Alku potrebbe trovare qualche estimatore solo tra gli appassionati più oltranzisti del black metal underground.
Maladie – Symptoms
Non resta che l’ascolto di Symptoms per rendersi conto di quanta grande musica ci giri intorno, basta solo volerla realmente intercettare …
Azarath – In Extremis
In Extremis è un disco che merita grande attenzione e riverserà sopra di voi un’immensa potenza di fuoco, risultando moderno ma possiede anche un suono che riporta all’epoca d’oro del death metal.
Winter Deluge – Devolution-Decay
Quello dei Winter Deluge non è un black per palati raffinati ma neppure per gli appassionati duri e puri: si colloca piuttosto in una sorta di terra di mezzo nella quale, a mio avviso, riesce nell’intento di intrigare tutti piuttosto che non accontentare nessuno
Aksaya – Kepler
Kepler è un disco non comune e nemmeno conforme, ma che segue una poetica tutta sua, ed è assai notevole poiché esula dal mero significato black, per andare a ricercare qualcosa di diverso.