Virginiana Miller – The Unreal Mccoy

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Ci sono momenti alla Calexico, cose più vicine a gente come King Dude, lo spirito di un Elvis nettamente sconfitto e purtroppo ancora in vita, aperture che ricordano il più tenebroso american gothic, insomma un grande disco davvero pieno di angoli e di chilometri da fare senza meta.

Devin Townsend – Empath

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I ventitré minuti della conclusiva Singularity potrebbero valere quale sunto di tutto l’album, ma sarebbe come estrapolare da un’opera letteraria di oltre mille pagine un solo capitolo: resta solo da trovare il tempo, prealtro speso benissimo, per dedicarsi all’ascolto di questo capolavoro.

Freddy Delirio And The Phantoms – The Cross

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Come in una colonna sonora di un film fantasy/gothic/horror anni ottanta, Freddy Delirio ci prende per mano e ci conduce in un mondo parallelo, in cui fantasmi e spiriti si muovono attraverso il tempo in una loro dimensione ancestrale.

Inner Shrine – Heroes

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Heroes è un lavoro relativamente breve che gode di un’elegante levità nel suo scorrere dai tratti quasi cinematografici: l’operato del duo toscano si rivela in ogni frangente fresco ed evocativo, grazie anche ad una notevole scorrevolezza che compensa l’assenza, di fatto, di una forma canzone vera e propria.

Wrong Way To Die – Wild And Lost

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Uno degli indicatori della bontà di un album è quello di far premere nuovamente il tasto play alla fine dell’ascolto, e con Wild And Lost lo si fa più e più volte, perché c’è una luce particolare in questo disco, come in certe mattine nelle quali sembra che tutto l’universo possa volerti almeno un po’ di bene.

Cil City – Jump Off The Cliff

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Jump Off The Cliff è un buon lavoro da parte di una band dalle grandi potenzialità e vedremo se questo nuovo album la aiuterà a trovare nuovi fans anche fuori dai propri confini.

Dead Witches – The Final Exorcism

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Lo scopo è sempre quello di soffocare l’ascoltatore, di chiudere i chiodi della bara quando esso respira ancora e ci riescono in pieno.

Wounds – Light Eater

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Gli Wounds seguono la scia di Psycroptic e Decapitated, nel loro sound non si rinviene nulla di progressivo, bensì un massacro di matrice death metal suonato con perizia tecnica ed impatto tremendo.

Of Hatred Spawn – Of Hatred Spawn

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Mezz’ora basta ed avanza al gruppo canadese per presentarsi al pubblico estremo mondiale con un lavoro convincente, suonato e prodotto con tutti i crismi per non rimanere ignorato dagli amanti del death metal statunitense.

Nasheim – Jord och aska

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I Nasheim non sono paragonabili a nessun altro gruppo attualmente: la loro proposta di atmospheric black metal ha una trascendenza,un lirismo e una personalità senza pari.

Kraanston – Northern Influence

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Si prova un gusto decisamente differente rispetto al gruppo sludge medio, anche se definire i Kraanston sludge è un arrotondare per difetto, dato che sono difficilmente classificabili, o meglio sono i Kraanston punto e basta.

Aria – The Curse Of The Seas

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I brani di Curse Of The Seas vanno a comporre un notevole esempio di metal in cui NWOBMH, power, thrash e sfumature vicine al prog formano un sound convincente ed estremamente vario.

Steorrah – The Alstadt Abyss

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The Alstadt Abyss risulta dunque l’ennesimo lavoro di buona qualità dove progressive, metal e poi post rock, jazz e atmosfere fusion trovano il loro habitat, ricamando note su note in tele progressive.

Dire Peril – The Extraterrestrial Compendium

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The Extraterrestrial Compendium risulta un ottimo ascolto, risultando una raccolta di brani che non mancano di potenza e melodia, consigliati agli amanti di Iced earth e Blind Guardian e in generale agli ascoltatori delle sonorità power/thrash.

Flashback Of Anger – Shades

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I Flashback Of Anger sono la band dal sound più tedesco che mi sia capitato di ascoltare in questo ultimo periodo tra quelle battente bandiera tricolore, e hanno dato vita ad un’opera imperdibile per gli amanti dei suoni melodic power.

Crowhurst – III

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Un’opera che grida, un urlo disperato eppure bellissimo, un disco che piacerà a tanti, perché copre un grande arco della musica pesante e non solo.

Der Weg Einer Freiheit – Live In Berlin

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La prestazione del quartetto tedesco è impeccabile e coinvolgente, come dimostra anche l’approvazione da parte del pubblico presente, per cui non resta che ascoltare con enorme piacere questo sunto di una discografia che è ancora ascendente dal punto di vista qualitativo.

Cellar Darling – The Spell

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I Cellar Darling sono autori di musica salvifica, una di quelle poche entità musicali che portano luce anche quando descrivono l’ombra, e che nobilitano le nostre orecchie e il nostro cuore.

Lullwater – Voodoo

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I Lullwater rifilano una serie di brani che ben si collocano tra la prima metà degli anni novanta nell’era post Kurt Cobain, così da risultare ruvidi, potenti ma, allo stesso tempo melodici quel tanto che basterebbe per non fare prigionieri, se solo si potesse tornare indietro di almeno vent’anni.

Alive – Lookin’ For A Future

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Una decina di brani che non deludono per chi il genere lo ama a dispetto dei tanti anni passati, delle mode e di una vita trascorsa nell’underground in attesa che i riflettori si riaccendano e che si torni a ruggire come ai tempi d’oro di Motley Crue, Extreme e Mr.Big.