Rise Of Avernus – Eigengrau

Eigengrau appare ben focalizzato e soprattutto anche impeccabile per resa sonora, per cui gli otto brani scorrono via senza intoppi offrendo passaggi ora più melodici ora più robusti e mostrando una certa varietà.

Gli australiani Rise Of Avernus arrivano al loro secondo full length all’interno di una storia ancora relativamente breve ma già oggetto di diversi cambiamenti.

Quello più sostanziale riguarda l’uscita dalla formazione della vocalist Cat Guirguis, la quale assieme a Ben VanVollenhoven ha formato il nucleo iniziale della band, provocando in qualche modo uno spostamento del sound verso altri lidi.
E’ così quindi che, da un più classico gothic doom con voce femminile, i Rise Of Avernus sono approdati ad un metal estremo sinfonico /orchestrale che pesca sia dai Dimmu Borgir nei passaggi più vicini al black metal, sia soprattutto dai Septicflesh allorché il sound si sposta verso il death/doom; in tal senso, dice molto anche il fatto d’aver scelto per curare l’artwork del disco lo stesso Seth Siro Anton, frontman dei maestri ellenici.
Dopo l’ep transitorio Dramatis Personæ, i Rise Of Avernus hanno fatto trascorrere tre anni prima di tornare con un full length eloquente riguardo ad una band con le idee chiare nella propria proposta di suoni che se, come abbiamo già detto, non hanno il loro punto di forza nell’originalità, sono senza dubbio carichi di una notevole intensità e ricchi di spunti che saranno sicuramente graditi a chi apprezza il connubio tra le partiture sinfoniche ed il metal estremo.
Eigengrau appare ben focalizzato e soprattutto anche impeccabile per resa sonora (qui i nostri si sono avvalsi di un altro pezzo da novanta come l’ex Machine Head Logan Mader) per cui gli otto brani scorrono via senza intoppi offrendo passaggi ora più melodici ora più robusti, mostrando una certa varietà alla quale contribuisce anche l’utilizzo di diverse gamme vocali che spaziano dal growl allo screaming, con qualche raro ma efficace ricorso alla voce pulita come avviene in quello che è forse il miglior brano dell’album, Gehenna.
Molto belle Mimicry, anche se qui lo spettro dei Septicflesh appare più ingombrante che in altri frangenti, Eigenlicht, dal chorus e dai ritmi davvero trascinanti, e la movimentata traccia conclusiva Into Aetherium, con le sue frequenti ma molto fluide variazioni ritmiche.
Considerando che, per gusto personale, preferisco senza dubbio avere una band gothic doom con voce femminile in meno ed una symphonic death doom in più, non posso che salutare con favore questo più che positivo ritorno dei Rise Of Avernus.

Tracklist:
1- Terminus
2- Ad Infinitum
3- Gehenna
4- Eigenlicht
5- Tempest
6- Forged in Eidolon
7- Mimicry
8 – Into Aetherium

Line-up:
Ben VanVollenhoven – Vocals, Guitar, Orchestrations
Andrew Craig – Drums & Percussion
Mares Refalaeda – Vocals & Keyboard

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