Il symphonic black continua ad essere interpretato con buon proprietà un po’ in tutti i continenti e se appare comunque difficile poter rinverdire i fasti del passato, le band che vi si dedicano lo fanno con grande competenza e risultati apprezzabili .
Vedremo se i capostipiti della specie, ovvero i Dimmu Borgir (almeno per quanto riguarda l’approccio al genere più pomposo e ammiccante), saranno in grado di riprendere in mano lo scettro con l’album di prossima uscita dopo una pausa creativa piuttosto lunga, ma per ora vale la pena di prestare attenzione a band dall’inferiore pedigree ma dalle sicure capacità.
E’ questo il caso dei Sar Isatum, gruppo del Colorado che sembra comunque provenire dall’altra parte dell’oceano per approccio: Shurpu è il primo album per questi buoni epigoni della scena scandinava di fine secolo, prendendo come riferimenti band dall’impatto sinfonico ma ben più ortodosso come i primi Emperor, i Limbonic Art o gli stessi Dimmu Borgir fino ad Enthrone Darkness Triumphant.
L’album viaggia piuttosto bene, magari senza guizzi indimenticabili ma corrosivo il giusto per tenersi lontano da svenevolezze assortite, mantenendo ben saldo il carico di gelida ferocia che il genere richiede: è anche grazie ad un lotto di tracce di buona intensità (tra le quali citerei l’opener autointitolata e le furiose Black Gate e Gormandizer) che i nostri riescono ad imprimere un marchio sufficientemente personale in un ambito nel quale è arduo schiodarsi da certi stilemi.
I Sar Isatum arricchiscono il tutto con un immaginario che riporta alla civiltà sumera, con tanto di sfumature orientaleggianti che si manifestano anche nei momenti più burrascosi: un elemento in più che contribuisce a rendere appetibile questo buonissimo primo passo per il gruppo di Denver.
Tracklist:
1. Sar Isatum
2. Chenoo
3. Black Gate
4. Gormandizer
5. Celestial Diaspora
6. Vanaspati
7. Halls of Pestilence
Line-up:
Gadreel – Guitars
Memitim – Keyboards
Cannibal Chris – Bass
JP Dalkhu – Drums
Demothi – Vocals