Jamaica Suk – Whispers Ep

Ottima techno fatta da una metallara, che va ben oltre i generi.

Ep di techno claustrofobica, con accenni di industrial e con una struttura musicale molto vicina al metal.

La produttrice americana Jamaica Suk, trapiantata a Berlino, è una dei nomi più caldi della attuale scena techno internazionale, e lo dimostra molto bene con questo ep. Whispers contiene tre tracce molto potenti e che vanno dritte al bersaglio. Jamaica Suk ha radici metal che ha coltivato essendo nata in una zona a forte concentrazione di suoni metallici, ovvero la Bay Area di San Francisco. Da giovane ha suonato il basso in gruppi math, grindcore e jazz, ed infatti le sue strutture sonore sono molto superiori a quelle della media degli altri produttori. Jamaica riesce a portare a livelli molto alti la tensione sonora, con un uso imponente del basso e dei synth, non lasciando mai tregua all’ascoltatore, come se fosse metal suonato dai computer. Per chi apprezza la techno Whispers è un gran bel catalogo di cosa si possa fare nel regno della techno più dark ed eterodossa, mentre per chi vuole scoprire queste sonorità è un gran bel punto di partenza. Ascoltando l’ep ci sono anche molti riferimenti a colossi del genere, ma la sintesi è strettamente originale, tutta opera di Jamaica Suk. Dissonanze, bassi che spingono e tanta oscurità resa da strumenti elettronici dipingono un quadro perfettamente in linea con le distopie che stiamo vivendo, e questo ritmo è il battito delle nostre vite. Ottima techno fatta da una metallara, che va ben oltre i generi.

Tracklist
1. Stinger Ray
2. Fallen
3. Whispers
4. Twilight Rain

JAMAICA SUK – Facebook

Reptilicus & Senking – Unison

Reptilicus e Senking scrivono una pagina importante dell’elettronica più oscura e di avanguardia, ma che ha un nucleo molto classico. Sintetizzatori che vibrano formulando sogni per androidi che sono già qui fra noi, e anche musica tribale, la ripetitività di suoni antichi ormai andati persi.

Questo disco è il frutto di un incontro, di una comunione di intenti e di una session in uno studio storico come il Grant Avenue Studio in Hamilton Ontario, usato ai tempi da Brian Eno e Daniel Lanois per la loro serie di dischi ambient.

Anche qui c’è un grandissimo uso di sintetizzatori, e l’atmosfera è davvero particolare, per un’elettronica che ha una traiettoria molto diversa dal normale. Tutto comincia nel novembre 2011, quando Reptilicus, Senking (Raster-Noton), Rúnar Magnússon e Orphx dividono il palco di un concerto organizzato da Praveer Baijal, fondatore dell’etichetta di Toronto Yatra – Arts. Il concerto era stato organizzato per celebrare la prima uscita di Reptilicus dopo anni, il 7” Initial Conditions, che conteneva un remix di Senking sul lato b. Inoltre a loro si aggiunge William Blakeney, produttore esecutivo del documentario sui sintetizzatori modulari Dreams Of Wire, che era in produzione in quel momento. La session prende quindi vita, e vengono messi a disposizione di questi sciamani elettronici vari sintetizzatori modulari di tutte le epoche, come l’ EMS Synthi A, ARP 2600 + sequencer, Moog 15, Minimoog, Roland System 100 + sequencer, e la P-synth, una macchina che fa droni costruita by Guðlaugur Kristinn Óttarsson dei Gopskrit. In mezzo a tutte queste elettroniche bellezze i nostri si sentono come in paradiso, e con Runar Magnusson come terzo membro producono questo Unison, che è una bellissima e straripante esplorazione di ciò che può essere l’elettronica alternativa a quella di massa. I suoni che potete sentire qui vengono da una ricerca musicale profonda e necessaria, che è in continua progressione e non si ferma mai. Le algide e bellissime note che escono fuori da queste macchine dipingono un mondo che è assai diverso da un qualcosa fatto esclusivamente per vendere, mentre qui c’è il cuore pulsante dell’elettronica intessa nel suo senso più ortodosso ed innovatore al tempo stesso. Reptilicus e Senking scrivono una pagina importante dell’elettronica più oscura e di avanguardia, ma che ha un nucleo molto classico. Sintetizzatori che vibrano formulando sogni per androidi che sono già qui fra noi, e anche musica tribale, la ripetitività di suoni antichi ormai andati persi. Un lavoro molto credibile e di grande sostanza, che vede l’importante tocco al mixer di Bob Doidge già con Crash Test Dummies e Cowboy Junkies. Il massimo per chi ama sintetizzatori di una certa età, ed un’elettronica senza compromessi.

Tracklist
1.Steep Turns
2.Delivery
3.Inner Fish
4.Fog Frog
5.For Decades
6.Shiver
7.Independent Access to White Noise