Abske Fides – O Sol Fulmina a Terra
Gli Abske Fides si rendono autori di un lavoro che li porta di prepotenza alla ribalta della vivace scena doom brasiliana.
Dwell – Desolation Psalms
Il death doom del gruppo di Aarhus è asciutto, molto più votato alla prima delle due componenti, ma senza disdegnare rallentamenti o aperture melodiche contraddistinte da un buon lavoro chitarristico.
Self-Hatred – Theia
Theia appare solidamente intriso dell’umore tragico dei Swallow The Sun così come del lirismo malinconico dei Saturnus, meritandosi il plauso degli appassionati.
Morast – Morast
I Morast dimostrano delle notevoli potenzialità, ben espresse tramite un sound costantemente carico di tensione, magari non troppo vario ma sicuramente efficace
Evil Spirit – Cauldron Messiah
Gli Evil Spirit danno l’impressione di farsi guidare da un istinto a tratti selvaggio, che va a rivestire di una certa freschezza una proposta che affonda le proprie radici comunque nel passato.
Deprive – Temple of the Lost Wisdom
Chi vuole ascoltare del death doom nella sua forma più oscura e meno ammiccante deve seguire la strada percorsa dai Deprive
Eye Of Solitude – Cenotaph
L’ennesimo grande disco di una band che non finisce mai di regalare emozioni.
Vanhelgd – Temple of Phobos
Temple Of Phobos non mancherà di affascinare gli amanti dei suoni oscuri e dalle tematiche occulte ed horror
Vainaja – Verenvalaja
Death metal di marca doom al servizio della narrazione di una strana storia tutta finlandese. L’opera dei Vainaja si basa tutta sulla vita e i libri di Wilheim Waenaa, una mistica figura del folklore finlandese.
Into Coffin – Into Pyramid of Doom
Gli Into Coffin si rivelano buoni interpreti di sonorità aspre e rallentate che restituiscono sensazioni positive grazie ad un’esecuzione senza fronzoli ma sempre precisa.
(EchO) – Head First into Shadow
Head First into Shadow è uno scrigno che racchiude musica preziosa e mai scontata, rabbiosa ed emozionante allo stesso tempo
Vuolla – Blood. Stone. Sun. Down.
I quasi settanta minuti di musica riversata in Blood. Stone. Sun. Down. non stancano affatto, dimostrando l’assoluta bontà della proposta e la brillantezza compositiva dei Vuolla
Negative Voice – Cold Redrafted
Un disco riuscito che, se ci fa perdere una potenziale band di primo livello in ambito death doom, ce ne fa acquisire una nuova di zecca in grado di produrre un sound progressivo relativamente fresco e sicuramente stimolante.
Coffin Lust – Manifestation of Inner Darkness
Un mare di odio mosso da onde di sporcizia e sangue.
October Tide – Winged Waltz
Pur in presenza di una serie di canzoni ineccepibili formalmente e dotate di notevoli spunti, il disco si adegua ad un andamento che, se non delude, neppure ricrea il pathos raggiunto con lo splendido brano d’apertura.
Excruciation – (C)rust
Album che come nella migliore tradizione delle opere di genere cresce con gli ascolti, necessitando di tempo ed attenzione così da farlo proprio in tutte le sue sfumature
Ocean Of Grief – Fortress of My Dark Self
Fortress of My Dark Self consegna agli appassionati una band dalle enormi prospettive
Solothus – No King Reigns Eternal
No King Reigns Eternal è davvero un ottimo album, grazie ad una resa sonora ottimale che valorizza una scrittura nell’alveo della tradizione, ma sempre convincente nel suo far convivere in maniera fluida la ferocia del death e la pesantezza del doom.
Immensity – The Isolation Splendour
Il gruppo ellenico, nel corso di questo riuscito esordio su lunga distanza, dimostra d’aver appreso alla perfezione gli insegnamenti dei migliori nomi del settore
Aspercrucio – Dead Water
Un recupero di sfumature del passato che non odora di stantio, anzi: i ragazzi russi riescono ad imprimere al loro sound una notevole freschezza, grazie a brani efficaci, dotati di passaggi ben memorizzabili, ottimamente eseguiti e soprattutto ammantati di una gradita sobrietà