Kalmen – Funeral Seas

I Kalmen si rivelano un gruppo di sicuro valore, da annoverare tra gli interpreti più inquieti e meno scontati della materia estrema gravitante tra black, doom e sludge
Druj – Chants Of Irkalla

I Druj si nutrono dell’efferatezza sonora dei loro connazionali Evoken, Nile e Incantation, macinandone gli influssi per restituire un sound cupo, dalle tonalità paurosamente ribassate e rallentato a dovere, che è un esempio perfetto da utilizzare per spiegare a qualcuno cosa sia il death doom nella sua accezione più autentica.
Komatsu – A New Horizon

Fin dalle prime note del disco si sente che A New Horizon è un’opera molto bella ed affascinante, con un groove incredibile che macina tutto e tutti.
Necandi Homines – Black Hole

Mezz’ora di musica complessa, per molti probabilmente ostica, ma assolutamente da provare ad assimilare senza lasciare nulla di intentato nella ricerca della sua chiave d’accesso.
Asylum – 3-3-88

Oltre ad essere un documento storico, questa raccolta inedita, che ha girato per anni in forma di mp3 fra i collezionisti più accaniti, è un ottimo disco e soprattutto una validissima introduzione a ciò che poi saranno gli Unorthodox.
Voidhaven – Voidhaven

Questa prima uscita dei Voidhaven ci regala una nuova band con i cromosomi doom al collocati al posto giusto per offrirci, nel prossimo futuro, un’interpretazione del genere qualitativamente all’altezza di questo graditissimo primo assaggio.
Switchblade Jesus/Fuzz Evil – Second Coming Of Evil: Chapter 7

Second Coming Of Evil: Chapter 7 risulta è uno degli split più interessanti degli ultimi tempi, almeno per quanto riguarda lo stoner/sludge, presentando una coppia di band assolutamente da non perdere se siete amanti di queste sonorità
Ultha – The Inextricable Wandering

Grande affresco di black metal angosciante, disperato e figlio della desolazione metropolitana. Un’opera di altissimo livello.
Riven – Hail To The King

Trattandosi della prima uscita con il marchio Riven, Hail To The King strappa una comoda sufficienza, non solo di stima ma anche per le valide intuizioni, sicuramente da sviluppare in futuro, disseminate nei primi due brani.
Spectrum Mortis – קדוש

Il lavoro è breve, aggirandosi attorno ai venticinque minuti di durata, ma la densità del sound fa sì che questo non si tramuti in un difetto: ciò che resta è l’impressione di aver ascoltato l’opera di una band di alto livello, capace di maneggiare con competenza una materia insidiosa come il doom ritualistico.
Wingless – Triada

Triada è un lavoro interessante e vario, con i Wingless che riescono a variare la propria proposta senza snaturare impatto e atmosfere: consigliato ai doomsters dai gusti estremi e classici.
Ivan – Memory

Memory è un lavoro che gli appassionati dovrebbero sicuramente provare ad ascoltare perché molti potrebbero restarne folgorati, a differenza di altri che saranno spinti ad archiviarlo dopo uno o due passaggi.
Iron Void – Excalibur

Ascoltare gli Iron Void è come tornare in un luogo che è profondamente nostro ma che è stato seppellito e dimenticato dalla foga moderna, un ritorno al bello ed antico.
Night Gaunt – The Room

The Room è un lavoro che, dal punto di vista emozionale, non tradisce le attese di chi aveva apprezzato i lavori precedenti, portando anche qualche miglioria sotto forma di un songwriting ancora più fluido, anche se la proposta resta pur sempre collocabile nell’ambito del più oscuro e pesante esempio di doom metal di scuola classica.
Ennui – End of the Circle

La scena funeral doom dell’est europeo ha una capacità incredibile di creare opere d’arte di alto livello;il quarto disco degli Ennui ci trasporta in territori disperati, rassegnati e onirici.
Doomcult – Ashes

Sono cambiate diverse cose rispetto al precedente full length, ma la sensazione è che questa transizione sia ancora in corso e, a tale proposito, sarà interessante constatarne gli sviluppi in occasione dell’imminente nuova prova su lunga distanza.
Phantom Winter – Into Dark Science

Into Dark Science è un’ottima declinazione della brutalità messa in musica, e colpirà chi cerca qualcosa oltre, e chi vuole sensazioni forti e volumi allucinanti qui si troverà a casa.
Qualen – Patterns Of Light

Il musicista di Chisinau dimostra una notevole dimestichezza con il genere, riuscendo a mantenersi in costante equilibrio tra le varie componenti del sound nel corso di tre quarti d’ora caratterizzati da una spiccata intensità e da altrettanta scorrevolezza.
Horehound – Holocene

Holocene si insinua dentro di noi, ammantato da una vena doom/stoner che raccoglie molti degli input naturalmente assimilati di questi tempi dal genere, accompagnandoli con le immancabili sfumature sludge/psichedeliche, marchio di fabbrica degli Horehound.
Eternal Rot – Cadaverine

Cadaverine è una prova tutt’altro che trascurabile, forte di un’ortodossia stilistica che mai come in questo caso appare inattaccabile quanto gradita.