Tezcatlipoca – Tlayohualtlapelani

Il secondo full length dei messicani Tezcatlipoca è uno di quei classici lavori che vanno osservati da due punti di vista diversi sperando che prima o poi ci sia una convergenza. .

Se prendiamo Tlayohualtlapelani per quello che è, all’interno di un genere come il black metal, non è che resti molto per produzione ed esecuzione; se, invece, mettiamo sul piatto l’utilizzo di strumenti tradizionali in uso in epoca preispanica il tutto assume un altro aspetto, acquisendo quel fascino ancestrale capace di attenuare le carenze di cui sopra.
Attenuare, mettendole in secondo piano senza cancellarle del tutto, comunque, perché spogliato dei suoni elementi etnici e concettuali, del black metal dei Tezcatlipoca ne resterebbe davvero il solo scheletro, accettabile nella sua essenziale indole primitiva e poco più.
Con l’utilizzo di questi strumenti tradizionali, invece, le cose cambiano e non poco, immergendoci mani e piedi in un’atmosfera rituale che fa passare in secondo piano ogni considerazione tecnica e stilistica, e questa è in fondo la forza del black metal, genere capace di trasformarsi ogni volta nel mezzo artistico ideale per veicolare emozioni, storie e filosofie spesso contrastanti, talvolta anche discutibili, ma sempre degne di interesse nel loro sviluppo.
Tlayohualtlapelani si rivela un’opera da ascoltare in quest’ottica di arricchimento storico e culturale, volto a ricordarci quanto sia ipocritamente ridicolo l’occidente nel suo chiudersi a riccio erigendo muri (non solo in senso metaforico), quando la storia della colonizzazione del continente americana è stampata su libri dalle pagine macchiate del sangue versato nell’opera di sterminio ed annientamento di civiltà autoctone e delle sue tradizioni millenarie da parte degli europei.
Ben vengano, quindi i Tezcatlipoca nel riesumare tutto questo e pazienza se ciò avviene in una forma rivedibile, perché mai come in questo caso sono i contenuti a fare la differenza, con le dissonanze create da antichi strumenti a fiato che rendono stranianti e profondi brani altrimenti sghembi come In Tlilihtec Tzompantli o In Tzinacan Itlayohualpatlaniliz, tanto per citare i due più interessanti all’interno di un lavoro che possiede diversi aspetti interessanti.

Tracklist:
1. Notlacahcahualiz Ica Yetztli, Cipactli
2. Huey Tlatoani
3. In Tlilihtec Tzompantli
4. Macuil Xochitl Icic
5. Chichimeca, Yaotecatl Ayamictlan
6. In Tzinacan Itlayohualpatlaniliz
7. Tlacatl Tlein In Mimiqueh Icah Tlahtoa
8. Mictlan Itemouh

Line-up:
Acolmiztli – Drums
Ehecatl – Guitars
L’yaotl – Vocals, Bass
Cuauhtli – Prehispanic instruments, Vocals (additional)

TEZCATLIPOCA – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Vibravoid – Remove the ties
    by Reverend Shit-Man on 15 Novembre 2025 at 22:20

    A un anno di distanza da “We cannot awake“, tornano a pubblicare nuovo materiale i Vibravoid, la prolifica band neopsichedelica/acid rock tedesca nota per la sua incessante vena creativa che, nel corso di oltre tre decenni di attività, ha prodotto più di venti album (senza contare singoli, Ep, dischi registrati dal vivo, mini-album) sfornando sempre

  • The Queen Is Dead Volume 176 – Nicola Olla, Ailise Blake
    by Massimo Argo on 14 Novembre 2025 at 16:36

    Nicola Olla, Ailise Blake: Splendido post rock ed elettronica dalla Sardegna e rock occulto dalla Francia.

  • Intervista con Josh Hayden, fondatore, bassista e cantante degli Spain.
    by Massimo Argo on 13 Novembre 2025 at 19:58

    Intervista a Josh Hayden degli Spain in occasione della ristampa in vinile di “The Blue Moods of Spain” e del tour italiano tra Bologna e Firenze. Scopri storia, influenze e visione della band.

  • Pink Butter – Can We Go Back
    by Leonardo Pulcini on 13 Novembre 2025 at 17:04

    Un collettivo svedese che fa neo-soul meglio di tanti americani è tutto dire, e i Pink Butter si sforzano di non farcelo notare in un EP che resta umile, senza suonare uguale a nient’altro.

  • :: ACUFENI :: FASTIDI AURICOLARI CONTEMPORANEI #35
    by Marco Valenti on 13 Novembre 2025 at 9:57

    Acufeni XXXV esplora cinque realtà imperdibili: i Barrens con il raffinato “Corpse Lights”, le Die Spitz e la loro irriverenza punk, gli ESSES con la loro oscurità rituale, i Modder tra sludge ed elettronica e i Sunniva, viscerali e apocalittici. Un viaggio attraverso il suono estremo contemporaneo.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »