L’uomo in piedi sulla duna di sabbia si guardò intorno, stingendo più forte la presa sulla sua lancia appuntita. Gli era sembrato di aver sentito il richiamo gutturale di un Abzkath, una bestia che si nasconde nella sabbia, la cui carne è molto pregiata e può sfamare una famiglia intera. In quel momento i tre soli cominciarono a scomparire all’orizzonte e l’uomo si mosse verso di loro, in silenzio rimettendosi il cappuccio.
Questa breve immagine fantascientifica potrebbe essere una delle visioni che sono provocate dal terzo disco dei liguri Varego intitolato I, Prophetic. Il gruppo sta compiendo un a parabola musicale pressoché unica in Italia e questo disco è per ora il punto più alto di essa. I, Prophetic racchiude come in uno scrigno molte melodie, mille cambi di tempo e di registro musicale, ponendo al cento di tutto un’idea diversa di musica, ovvero uno sviluppo ora armonioso ora più tormentato di idee originali e che colpiscono l’ascoltatore. Una delle peculiarità più importanti del gruppo ligure è che possiede un suono ben riconoscibile e che in quest’ultimo lavoro è completamente formato. Nei dischi precedenti vi erano in nuce molto idee che ritroveremo qui e che sono fondamentali per il sviluppo del suono. Se l’ascoltatore comincia il suo viaggio dalla prima canzone e la termina con l’ultima, come un vero e proprio album, sentirà che c’è un filo conduttore, un senso di romanzo sonoro, un usare vari codici per trasmettere storie che vagano da una dimensione all’altra. Molti gruppi sono preceduti dalla loro fama, ma quando li si sente sembra di calarsi nella favola del re nudo, nel senso che si è quasi costretti ad essere concordi sul fatto che certi dischi siano ottimi, mentre invece c’è ben poco. Al contrario dentro questo disco frutto del lavoro di persone che come tante altre ritagliano con sacrifici tempo per suonare ci sono mille mondi diversi. Innanzitutto la voce del cantante Davide Marcenaro è definitivamente diventata uno strumento come gli altri del gruppo, ed è fantastica, intona melodie impreziosite poi dall’intervento degli altri compagni. Le chitarre sono sempre state particolari, ma definire riff quello che producono è assai riduttivo, si potrebbe piuttosto dire che creano determinate atmosfere. La batteria di Simon Lepore invece si avvicina alle punte creative e di esecuzione di gruppi come Mastodon e simili, e i suoi è un shakerare le sabbie del tempo. La cosa però più importante di tutte è questo magma sonoro, questo mostro di groove, progressive e matematica musicale, che nel suo passaggio passa in varie case, quella della new wave dilatata all’infinito, il post metal che incontra un prog con inserti metal, persino pezzi di metal classico e poi ancora oltre. Con questo disco si gioca ad un livello superiore, dove risiedono pochi gruppi e ciò per l’intensità e la visione musicale che hanno i Varego. Un grande contributo lo fornisce anche la masterizzazione di Mattia Cominotto dei genovesi Green Fog Studios, il quale ha compreso perfettamente ciò che voleva dire la band gruppo e ciò che vuole rendere. Mondi infiniti fatti di musica fisicamente accelerata con residenza nella provincia dell’impero.
Tracklist
1. Origin
2. The Abstract Corpse
3. I Prophetic
4. Of Dust
5. Silent Giants
6. When the Wolves Howl
7. Duelist
8. Zodiac
Line-up
Davide Marcenaro – Voice/Bass
Alberto Pozzo – Guitar
Gerolamo Lucisano – Guitar
Simon Lepore – Drums