Timoria – Viaggio Senza Vento (25th Anniversary Edition)

La 25th Anniversary Edition è il giusto tributo ad uno degli album di rock italiano più belli di sempre: Joe vi aspetta per raccontarvi ancora il suo Viaggio senza Vento, accompagnato dal rock dei Timoria.

Probabilmente per capire del tutto lo spirito che animò i Timoria nel periodo dell’uscita del loro capolavoro, bisognerebbe tornare sotto il palco di un qualunque teatro italiano nel quale i cinque musicisti bresciani ultimarono la loro trasformazione da classica rock band tricolore a gruppo dal piglio internazionale, ispirato dal rock degli anni 60/70 e rapito dalle sonorità che arrivavano dalla Seattle di quel periodo.

Infatti era abitudine di Pedrini e compagni tributare nel corso dei loro live band come Who e Temple Of The Dog, esempi fulgidi di quel rock di cui Viaggio Senza Vento è pregno.
Dopo l’acerbo debutto Colori Che Esplodono, la band diede subito dimostrazione del suo talento con il seguente Ritmo e Dolore, un album d’autore, enormemente più maturo del suo predecessore e che al suo interno ha uno dei brani più belli della discografia, L’Uomo Che Ride, presentata con (prevedibile) scarso successo all’inutile festival della canzone italiana in quel di Sanremo.
Storie Per Vivere fu piccolo passo falso, ma forse necessario alla trasformazione che avverrà esattamente un anno dopo con l’uscita del magnifico Viaggio Senza Vento.
I Timoria assunsero le sembianze di una rock band all’interno della quale tutti i suoi componenti esprimevano al meglio le loro potenzialità: Pedrini e Renga formavano la classica coppia come tante nella storia del rock, cantante e chitarrista sempre in primo piano, uno con la sua straordinaria voce, tra Daltrey, Cornell e Plant e l’altro compositore e anima della band, così come Carlo Alberto Pellegrini, sorta di John Paul Jones al basso, Diego Caleri alla batteria ed Enrico Ghedi alle tastiere.
L’album è un concept sul viaggio e sulla redenzione di Joe, una sorta di versione novantiana di Tommy, eroe degli Who ed opera che influenza non poco il lavoro del gruppo, accompagnato da ospiti importanti come Eugenio Finardi, Mauro Pagani ed il percussionista colombiano Candelo Cabezas, già al lavoro con i Litfiba.
Hard rock, folk, rap, suggestioni psichedeliche e grunge riempiono di grande musica questo straordinario lavoro, in un susseguirsi di colpi di scena compositivi che fanno di Viaggio Senza Vento uno degli album rock più belli scritti nel nostro paese.
Diversi generi confluiscono nello spartito di brani dal grande appeal che mantengono un approccio diretto ma assolutamente fuori da qualsiasi intento commerciale, in un genere difficile come il rock duro cantato in italiano: un vocalist eccezionale ed una storia che legava vita e drammi giovanili ad un’aura mistica di viaggio e completezza interiore, rendono la title track, Sangue Impazzito, La Cura Giusta, Verso Oriente, Piove ed Il Guerriero (ma sarebbe da citare l’intera tracklist) inni di un generazione che in Italia continuava a faticare per uscire dall’anonimato, soffocata dall’assoluta mancanza di una vera e propria cultura rock.
Questa nuova versione vede l’intero lavoro rimasterizzato sul primo cd e alcune versioni demo più l’inedito Angel e la cover di I Can’t Explain degli Who sul secondo, mentre nella configurazione super deluxe il tutto viene arricchito da un doppio vinile giallo, dal poster raffigurante la band e da un libretto con i commenti dei protagonisti: Joe vi aspetta per raccontarvi ancora il suo Viaggio senza Vento, accompagnato dal rock dei Timoria.

Tracklist
CD 1:
01. Senza Vento
02. Joe
03. Sangue Impazzito
04. Lasciami In Down
05. Il Guardiano Di Cani
06. La Cura Giusta
07. La Fuga
08. Verso Oriente
09. Lombardia
10. Campo Dei Fiori Jazz Band
11. Freedom
12. Il Mercante Dei Sogni
13. La Città Del Sole
14. La Città Della Guerra
15. Piove – Remastered
16. Il Sogno – Remastered
17. Come Serpenti In Amore
18.Frankenstein
19. La Città Di Eva
20. Freiheit
21. Il Guerriero

CD 2:
01. Angel
02. I Can’t Explain
03. Senza Vento
04. Sangue Impazzito
05. La Cura Giusta
06. Verso Oriente
07. Lombardia
08. Freedom
09. La Città Del Sole
10. Piove
11. Il Sogno
12. Come Serpenti In Amore
13. Taruni Taruni

Line-up
Omar Pedrini
Francesco Renga
Diego Galeri
Carlo Aberto Pellegrini
Enrico Ghedi

TIMORIA – Facebook

The Sonic Dawn – Eclipse

Il risultato è un piccolo capolavoro di psichedelica bellezza, un dolcissimo viaggio verso non una ma tante luci colorate, finalmente liberi, finalmente leggeri.

Ci sono cose e soprattutto dischi che vanno degustati con calma, che devono avere il tempo adeguato per potersi impossessare di noi stessi e contagiare ogni stilla del nostro sangue, e questo è ciò che fa il terzo album dei danesi The Sonic Dawn.

Il gruppo è uno degli esponenti più lucenti e stupefacenti della nuova ondata psichedelica che sta mietendo molte vittime in tutto il globo. Il suono è pesantemente legato agli anni sessanta e settanta, decenni cruciali per richiedevano creatività e talento. Ascoltando Eclipse si viene trasportati lontano, in un suono di psych rock con momenti fuzz e forti venature jazz, aperture che sono piccoli diamanti che brillano in una luce completamente nuova e generano stupore, che è proprio quello che si prefissa il gruppo. Le canzoni sono il frutto di un intero anno di lavoro e quelle che potete ascoltare qui sono state scelte in un novero di quaranta canzoni. Il disco è concepito come il racconto di una lunga notte in cui la natura e l’immaginazione la fanno da padroni, con la descrizione dei vari momenti fino all’arrivo di una radiosa mattina. Il lavoro dei danesi è notevole, le linee di chitarra sono pressoché perfette e giocano benissimo fra di loro, la batteria è amorevolmente analogica e bellissima, la voce calza perfettamente e poi c’è l’organo Hammond che è il valore aggiunto del gruppo.
Il risultato è un piccolo capolavoro di psichedelica bellezza, un dolcissimo viaggio verso non una ma tante luci colorate, finalmente liberi, finalmente leggeri.
I The Sonic Dawn non suonano esclusivamente per un pubblico psichedelico, ma sono un qualcosa che piacerà anche a chi possiede una mente musicalmente aperta e a chi vuole crearsi, anche solo per qualche momento, una realtà diversa e migliore da quella attuale.

Tracklist
1 Forever 1969
2 Psychedelic Ranger
3 The Stranger
4 No Chaser
5 Opening Night
6 Circle of Things
7 On the Edge of Our Time
8 Christiania
9 The Last Page
10 Love Bird
11 To Change Who We Are
12 Islands in Time
13 Towards the End

Line-up
Emil Bureau – Guitar / Lead vocals
Jonas Waaben – Drums
Niels ‘Bird’ Fuglede – Bass guitar

THE SONIC DAWN – Facebook

Unclouded Perception – District

Bravi quando scelgono le strade del metal estremo melodico, i cinque tedeschi mettono sul piatto una melodia vincente ed un grande impatto, all’interno di un mix di generi ed influenze che crea un sound personale ed estremamente convincente.

Nati nel 2009, arrivano all’esordio su lunga distanza grazie alla Wormholedeath i tedeschi Unclouded Perception, band portata nel nostro paese e lasciata nelle sapienti mani di Wahoomi Corvi che, insieme a Cristian Coruzzi, ha registrato e mixato l’album ai Realsound Studio di Parma.

Scordatevi il solito gruppo modern metal, anche se il look della band potrebbe ingannarvi, perché come da tradizione della label anche gli Unclouded Perception hanno qualcosa che li distingue nel vasto panorama del metal odierno.
Infatti, ad un approccio melodico attuale la band unisce elementi classici e di stampo thrash, e ne esce così un lavoro vario e a suo modo originale, sempre in bilico tra tradizione e modernità.
Schegge impazzite di melodic death metal, ritmiche che passano dalle classiche ripartenze thrash a più moderni mid tempo, voce graffiante di matrice thrash old school e solos heavy compongono un sound prepotente, a tratti selvaggio, al quale il gran lavoro in consolle dona sfumature moderna, note cristalline ed un appeal sufficiente per spingere all’ascolto degli undici brani che compongono District.
Bravi quando scelgono le strade del metal estremo melodico, i cinque tedeschi mettono sul piatto una melodia vincente ed un grande impatto, all’interno di un mix di generi ed influenze che crea un sound personale ed estremamente convincente.
Tra le note di queste undici adrenaliniche tracce troverete di che sfamare la vostra voglia di metal, perché di questo alla fine si tratta.

Tracklist
1.Apocalypse
2.Kingdom of Blood
3.Rain
4.Sweet Maiden
5.Live 6.Rise
7.Never Ending Race
8.Circus
9.The Punisher
10.Turn the Tables
11.The Warming Cold

Line-up
Bernhard Huber – Vocals
Andreas Eder – Guitars
Martin Stadlmaier – Guitras
Josef Brettmeister – Bass
Martin Klose – Drums

UNCLOUDED PERCEPTION – Facebook

MECHANICAL GOD CREATION

Il video di Warface, dall’album “The New Chapter” in uscita a febbraio (The Goatmancer).

Il video di Warface, dall’album “The New Chapter” in uscita a febbraio (The Goatmancer).

Italian Death Metal masters MECHANICAL GOD CREATION reveal cover artwork and release the first single of their highly anticipated new album “The New Chapter”.

Says the band: “We can finally share a track called Warface from the new album that will be out in March, this is a song of an extreme violence and epic, we hope your ears will appreciate it”.

Formed in 2006, MECHANICAL GOD CREATION during these years supported Behemoth in Saint Petersburg, Septicflesh in Saint Petersburg and Moscow, they played at Metalhead Meeting Festival in Bucarest with Kreator, Dragonforce, Rotting Christ and many more, in Malta at the Voices of the Succubi festival with Cadaveria, in London at Titan Fest with Onslaught, at Garasje Festival in Reinsvoll (Norway).
The upcoming album “The New Chapter” is set to be released via The Goatmancer Records on March 29th, 2019. Preorder to start soon.

Tracklist:
The New Chapter
I Am the Godless Man
Till the Sun Is No Longer Black
Walking Dead
Before the Dawn (pt.I)
Overlord (pt.II)
What Remains (pt. III)
Black Faith
Dark Echoes
Bow to Death
Warface
Red Blood on White Snow

INFO:
www.thegoatmancer.com
www.mechanicalgodcreation.it

Sinoath – Anamnesis

Quello del quartetto catanese è un dark metal personale e ben suonato che prende le mosse, come è ovvio che sia, da un retaggio sabbathiano per arricchirlo con soluzioni ingegnose ed interessanti.

Se la nosografia è nelle scienze naturali ed anche in medicina catalogazione dei dati racconti, con la anamnesi si giunge ad interpretarli. Un passo ulteriore.

Ed il passo compiuto dai siciliani Sinoath è, realmente, ottimo. Quello del quartetto catanese, attivo fin dai primi anni novanta, è un dark metal personale e ben suonato, Si parte, come è ovvio che sia, da un retaggio sabbathiano (diversi frangenti musicali del disco sono omaggi, quasi, alla creatura di Tony Iommi) per arricchirlo con soluzioni ingegnose ed interessanti. La title-track ci introduce a Saturnalia, pezzo di indubbio spessore che si diffonde in ambientazioni oscure e sonorità spettrali. Piace nella fattispecie l’impiego dell’organo. Le atmosfere sono quasi magiche, gli arpeggi medievaleggianti. Il tocco della band è spesso ipnotico e conturbante, tetro e misterioso, naturalmente con la giusta dose di dinamismo. Join Us appare maggiormente legata ai canoni dell’hard rock più classico, sia pure in un contesto che resta saldamente ancorato al doom tradizionale. Dopo la funerea Brainstorming, è la volta dello strumentale Hyperuranius e degli oltre dieci minuti di The Absolute Nowhere, varia ed a tratti piacevolmente acustica. Chiude la soave elegia di Arcadia, degno suggello dell’album.

Track list
1 Anamnesis
2 Saturnalia
3 A Journey Unknown
4 Join Us
5 Brainstorming
6 Hyperuranius
7 The Absolute Nowhere
8 Arcadia

Line up
Fabio Lipera – Guitars
Alessio Zappalà – Bass
Salvatore Fichera – Drums
Francesco Cucinotta – Guitars / Vocals

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