Kval – Laho
Un lavoro di buona fattura che riesce nell’intento del suo autore di voler trasmettere il dolente sentire di chi è condannato da una sensibilità superiore a sminuzzare all’infinito ogni frammento dell’esistenza.
Deitus – Via Dolorosa
Quella marchiata Deitus è quindi un’offerta davvero da non sottovalutare e, semmai, da fare propria andando magari a riscoprire il precedente full length Acta Non Verba anche se non si è proprio dei fan incalliti del black metal, perché qui oggettivamente c’è molto di più.
Hornwood Fell – Damno Lumina Nocte
Quarta opera per la band laziale, formata dai fratelli Basili, i quali portano a compimento un percorso molto personale con il loro Black Metal sperimentale, abrasivo, disturbante e dissonante.
Malauriu / Fordomth – Twin Serpent Dawn
Twin Serpent Dawn è un riuscito tentativo con il quale le due band confluiscono verso uno stesso punto d’arrivo, rappresentato da un black metal sulfureo e comunque poco ammiccante.
Appalling – Inverted Realm
Inverted Realm gioca tutto sul muro sonoro alzato dagli Appalling lungo la sua durata, cementato dalla mistura inattaccabile di death e black metal.
No Point in Living – The Cold Night
The Cold Night mostra un notevole equilibrio tra le diverse componenti del sound e, pur non brillando per la sua originalità, merita di ritagliarsi ben più di un ascolto distratto da parte di chi ama il black metal nelle sue sembianze melodico-depressive.
Stellar Master Elite – Hologram Temple
Hologram Temple è una prova matura e al contempo ricca degli slanci compositivi necessari per portare le sonorità estreme su un piano differente e più elevato, senza snaturarne l’abrasiva essenza
Odious – Mirror Of Vibrations
La riedizione di questo primo full length degli Odious ci mostra un notevole spaccato di ciò che può diventare il black/death metal quando si va ad intersecare, in maniera competente e non forzata, con le sonorità etniche di matrice mediorientale, eseguite per di più utilizzando strumenti tradizionali come l’oud e la tabla.
Vargrav – Reign in supreme darkness
Secondo lavoro per la one-man band di Hyvinkää (Finlandia). Uscito per la prolifica Werewolf, Reign in Supreme Darkness è un riuscito affresco di quanto di più malvagio il Black Metal scandinavo possa oggi proporci.
Bethlehem – Lebe Dich Leer
Il sound dei Bethlehem, come sempre, abbina alla sua base black un tocco teatrale ed un’anima dark doom e il risultato appare in linea con il trend delle ultime uscite, ovvero buono ma non imprescindibile.
Kampfar – Ofidians Manifest
L’arte pura dei Kampfar rifulge ancora una volta; più black e meno viking, ma sempre potenti, feroci e personali.
Dreams Of The Drowned – Dreams Of The Drowned I
Come spesso accade nei dischi più illuminati, il black metal è un punto di partenza per qualcosa che va oltre e che abbraccia molte vie musicali, trattando di vecchie leggende europee, con una forte valenza della natura.
Sühnopfer – Hic Regnant Borbonii Manes
La one man band di Ardraos ritorna dopo cinque anni, proponendoci il suo medieval black metal che ci immerge in atmosfere ancestrali, colme di furore e melancolia.
Coil Commemorate Enslave – The Unavoidable
La musica è violenta ma sì lieve che porta il nostro animo molto in alto.
Hellish Grave – Hell No Longer Waits
Dieci brani che non trovano tregua, dieci inni metallici dall’impatto old school che trovano nei vari Motorhead, Possessed ed Hellhammer le massime influenze, meritandosi un più che sufficiente giudizio per attitudine, impatto e songwriting.
Nornír – Verdandi
Discreto debutto per una band che ha iniziato un suo percorso e che si spera possa portare ulteriori frutti, magari esibendo una migliore personalità.
Funeral Hearse – In Devotion Of…
Il musicista di Singapore, come sovente avviene nelle lande asiatiche, offre un black metal che non attinge del tutto a quello di matrice scandinava, ma lo sporca con un’attitudine death avvicinandosi piuttosto al versante old school del genere in questa sua commistione.
Xaon – Solipsis
Accompagnato da un bellissimo ed alquanto evocativo artwork, Solipsis risulta un’altra opera di spettacolare metal estremo all’interno della quale vivono in perfetta armonia death melodico, gothic/dark, symphonic black, doom/death e power creando un assalto sonoro, maestoso ed epico.
Laang 冷 – “Haiyáng 海洋
Háiyáng è un lavoro a suo modo sorprendente che ritengo meriti la chance dell’ascolto da parte degli appassionati del black meno canonico e dalle provenienze esotiche.
DRUDKH – A Few Lines in Archaic Ukrainian
Ottima raccolta della Season of Mist Underground Activists che include tutti i brani dei tre split usciti a cavallo tra il 2016 e il 2017 dei Drudkh. Una buona occasione per assaporare anche quelle canzoni che, per le tirature limitate degli split stessi, potrebbero risultare non pervenute, ad irreparabile danno dei nostri padiglioni auricolari.