Wandering Vagrant – Get Lost

Gli Wandering Vagrant regalano tre quarti d’ora circa di musica davvero ricca di spunti destinati ad imprimersi nella memoria.

Gli Wandering Vagrant sono una band nata per volere del musicista umbro Alessandro Rizzuto, il cui intento dichiarato è quello di offrire agli ascoltatori una forma di progressive coinvolgente e sfrondato da tecnicismi.

Con questo album d’esordio intitolato Get Lost l’obiettivo sembrerebbe ampiamente raggiunto perché, pur non rinunciando alle caratteristiche tipiche di un sound che per sua natura è instabile e cangiante, gli Wandering Vagrant regalano tre quarti d’ora circa di musica davvero ricca di spunti destinati ad imprimersi nella memoria.
Intanto appare riuscito il connubio tra la voce maschile di Rizzuto e quella femminile fornita dalla tastierista Francesca Trampolini, le quali si completano naturalmente in diversi frangenti, mentre il lavoro strumentale è altrettanto efficace e ben focalizzato alla resa della forma canzone, anche nei momenti in cui la band lascia sfogare comunque le proprie capacità tecniche; è emblematico, in tal senso, un brano come l’opener Human Being As Me, nel quale la ruvidità e la ritmica incisiva del prog metal va di pari passo con brillanti intuizioni melodiche, andando ad anticipare temi e strutture che si ripeteranno con puntualità pari alla freschezza nel corso dell’intero lavoro.
Il successivo lungo brano, The Hourglass, alza ancor di più il tiro, mettendo sul piatto tutto il background musicale del leader, il cui frutto è un’esibizione di progressive dall’animo antico ma rivestito di modernità nella misura necessaria per non snaturarne l’identità: se ci deve essere un’influenza più evidente di altre, personalmente vi ritrovo quella dei migliori Porcupine Tree, ovvero, per quanto mi riguarda, quelli più vigorosi e meno stucchevoli di In Absentia, ma tale accenno non deve rivelarsi fuorviante perché, come detto, Get Lost possiede una sua identità, per quanto sia possibile esprimerla in un genere che tra miriadi di rivoli e variazioni sul tema entra nelle nostre case da oltre mezzo secolo.
Così il prog metal di matrice statunitense di Struggle non stona affatto a fianco della delicatezza acustica di Forgotten o del caleidoscopico ed inquieto incedere delle due parti della title track, per finire con il notevole crescendo screziato di elettronica del conclusivo strumentale Home.
Get Lost è una delle sempre più frequenti e gradite sorprese che ci riserva il panorama rock/metal undeground italiano e l’augurio agli Wandering Vagrant è quello di poter raccogliere consensi ed attenzioni che, alla luce del valore di questo loro esordio, appaiono quanti mai meritati.

Tracklist:
1.Human Being As Me
2.The Hourglass
3.Struggle
4.Forgotten
5.Get Lost, Pt. 1 (Fade Away)
6.Get Lost, Pt. 2 (The Hunger)
7.Home

Line up:
Alessandro Rizzuto – Vocals, Guitars
Christian Bastianoni – Guitars, Backing vocals
Francesca Trampolini – Keyboards, Backing vocals
Michele Carlini – Basso
Marco Severi – Batteria

WANDERING VAGRANT – Facebook

Vampillia – Happiness Brought By Endless Sorrow

Sei minuti di musica riescono nell’impresa di coinvolgere in un modo sorprendente, quattro brani dove sono racchiusi i generi più importanti della musica contemporanea.

Nella misteriosa terra del sol levante si aggira un’affascinante e brutale realtà che si definisce un’orchestra, un’entità estrema composta da dieci elementi che crea musica originale e fuori dagli schemi dal 2009, anno di uscita di Spears.

Da quell’anno il monicker Vampillia ha cominciato a girare tra gli addetti ai lavori, grazie soprattutto ad altri quattro album ed una serie di collaborazioni illustri (Attila Csihar, Nadja, The Body e Yellow Swans tra gli altri).
La misteriosa e brutale orchestra, di cui non si conoscono precisamente i componenti, licenzia un ep di quattro brani per sei minuti di musica geniale intitolato Happiness Brought By Endless Sorrow.
Grindcore, post-rock, ambient, shoegaze, classica, progressive, black metal, industrial, tutti questi generi creano un sound particolare e contorto, una bestia musicale estrema che non conosce confini nè barriere, una macchina da guerra oliata e perfettamente sincronizzata, tanto che i generi, usati come acquarelli di un quadro musicale bellissimo ed inconsueto, appaiono assolutamente e precisamente incastonati in queste quattro esplosioni di arte musicale straordinaria.
Sei minuti di musica riescono nell’impresa di coinvolgere in un modo sorprendente, quattro brani dove sono racchiusi i generi più importanti della musica contemporanea.

Tracklist
1.Winter Ash
2.Back to…..
3.ggggzzgggzzz
4.Hell PM

VAMPILLIA – Facebook

Nerobove – Monuments to Our Failure

I musicisti siciliani cambiano monicker alla loro creatura ma non l’impeto con cui elaborano, scandagliano e riflettono sui tempi in cui viviamo, sulla mancanza di una misura pacata nell’approccio ai problemi e l’oscillazione tra apatia ed assurda violenza.

Ci eravamo occupati dei See You Leather tre anni fa sulle pagine metalliche di IYE per parlarvi del loro ep Back To Aleph, composto da quattro brani di metal estremo, un ottimo mix di thrash/death e progressive doom.

I ragazzi sono cresciuti e si sono trasformati nei Nerobove, un’entità estrema che continua a produrre metal estremo di qualità e con ancora più impatto e convinzione.
Francesco Ciccio Paladino (batteria), Luca Longo (voce e chitarra), Salvatore Leonardi (voce e chitarra) e Liliana Teobaldi (basso) hanno deciso di cambiare monicker alla loro creatura ma non l’impeto con cui elaborano, scandagliano e riflettono sui tempi in cui viviamo, sulla mancanza di una misura pacata nell’approccio ai problemi e l’oscillazione tra apatia ed assurda violenza.
Sul fronte prettamente musicale la band, mantenendo, le coordinate stilistiche del precedente ep, consolida la sua prerogativa di band fuori dagli schemi prestabiliti dei sottogeneri che formano il mondo del metal estremo, così da lasciare chi il thrash metal progressivo su cui si basa la loro proposta venga contaminato da virus letali di death metal classico e soffocanti sfumature doom.
Sette brani medio lunghi formano Monuments To Our Failure, album dallo svolgimento impervio, una scalata difficile ed impegnativa verso la cima di un sound che non lascia nulla alla semplicità ma che la band tiene imbrigliato a suo piacimento tra lo spartito, passando con una disinvoltura sorprendente da sfuriate estreme a cavalcate progressive e crescendo arabeggianti (Of Mud And Bones), come e meglio che in passato.
La tecnica strumentale permette ai Nerobove di districarsi nelle ragnatele musicali create con una personalità che lascia senza fiato.
Entrate nel mondo letterario delle opere da cui prendono spunto i temi di brani possenti e progressivi come l’opener Nekyomanteia , La Bête Humaine o la conclusiva Gloomy Sunday, e lasciatevi travolgere dalla forza espressiva dei Nerobove, un’esperienza uditiva assolutamente da non perdere.

Tracklist
1. Nekyomanteia
2. Not Waving But Drowning
3. Diluvio
4. Of Mud And Bones
5. La Bête Humaine
6. Anamnemesis
7. Gloomy Sunday

Line-up
Luca Longo – guitar, vocals
Salvatore Leonardi – guitar, vocals
Liliana Teobaldi – bass
Francesco Paladino – drums

NEROBOVE – Facebook

VARATHRON

Il video di “Remnants Of The Dark Testament”, dall’album “Patriarchs Of Evil” (Agonia Records).

Il video di “Remnants Of The Dark Testament”, dall’album “Patriarchs Of Evil” (Agonia Records).

Co-founded in 1988 by Stefan Necroabyssious, the band’s vocalist and sole original member, VARATHRON has been on a steady release schedule since 2004’s “Crowsreign”. The latter album introduced Haris (drums) and Achilleas C. (guitars) to the band, who were later joined by Sotiris (guitars) and Stratos (bass). Together, they established a new, well-bonded line-up of an already established Hellenic black metal act, considered as one of the forefathers of the genre, next to Rotting Christ and Necromantia.

Having previously described “Patriarchs Of Evil” as “heavy, dark and full of melodies that will revive past memories”, VARATHRON elaborates on the successor to “Untrodden Corridors Of Hades” (2014):

“The time has come to deliver our new opus ‘Patriarchs of Evil’. A sinful sip of this unholy communion will lure you into an astral journey of absurd dimensions – with an awakening smell of the old era. This album is one of the finest pieces Varathron has ever unleashed. We promise a true heavy, blasphemous and unique masterpiece with Necroabyssious delivering his best performance ever. With glorious riffs, profound melodies and a solid rhythm section, this dark testament is to delve into. The time of the rejuvenation has come!! WE ARE FOREVER IMMORTAL!!”.

“Varathron are proudly spreading the mediterranean plague since 1988! 30 years have passed and we continue to worship darkness and preach the unholy word! ‘Patriarchs of Evil’ is not just a new album, it is a celebration and one of our greatest creations. Behold the 8 hymns!”.

“Patriarchs Of Evil” was recorded, mixed and mastered over the course of 2017 by Achilleas Kalantzis (aka Achilleas C.) at Crown Audio Conspiracies, except for drums which were recorded at Infinite Loop Music Studio. Both studios are based in VARATHRON’s hometown of Ioannina, Greece. The album’s artwork and layout were designed by Juanjo Castellano. New band photos were taken by Evi Savva.

Tracklist:
1. Tenebrous
2. Into the Absurd
3. Luciferian Mystical Awakening
4. Saturnian Sect
5. Remnants of the Dark Testament
6. Hellwitch (Witches Gathering)
7. Orgasmic Nightmares of the Arch Desecrator
8. Ouroboros Dweller (The Dweller of Barathrum)

Album formats:
– Digipack CD with slipcase and 16 pages booklet.
– Black gatefold LP.
– Picture disc gatefold LP (with insert, patch and poster) limit. to 200 handnumbered copies.
– Yellow with black splatter gatefold LP (with insert, patch and poster) limit. to 125 handnumbered copies.
– “30 years” zipper hoodie.
– T-shirt.

Buy at:
https://agoniarecords.com/varathron

Line-up:
Stefan Necroabyssious – vocals
Achilleas C – guitars
Sotiris – guitars
Stratos – bass
Haris -drums

VARATHRON on-line:
Official Site: https://varathron.com
Official Webshop: http://shop.varathron.com
Facebook: https://www.facebook.com/VarathronOfficial/
YouTube: https://www.youtube.com/user/VarathronTV

Agonia Records:
Website: http://agoniarecords.com
Webshop: http://tinyurl.com/agoniashop
Facebook: https://facebook.com/agoniarecords
Twitter: https://twitter.com/agoniarecords
SoundCloud: https://soundcloud.com/agoniarecords
Bandcamp: https://agoniarecords.bandcamp.com
Instagram: https://instagram.com/agoniarecordsofficial
YouTube: http://youtube.com/AgoniaRec

Rusty Bonez – Wrath

La devozione del gruppo per i Corrosion Of Conformity fa perdere qualcosa in termini di personalità, ma non inficia la riuscita di un album che presenta una manciata di brani a tratti trascinanti.

Il caldo opprimente che sprigiona Wrath, primo album dei Rusty Bonez sembra davvero arrivare da qualche posto sperduto del deserto americano, e invece siamo nell’altrettanto assolata Grecia, terra di paesaggi brulli e pietrosi a picco sul mare che hanno visto le gesta di dei e semidei.

In Wrath, però, di storie epiche e leggendarie non ce  n’è neanche l’ombra: il sound del gruppo proveniente da Atene rispecchia in toto l’hard rock stonerizzato di matrice statunitense, ovviamente potenziato da dosi massicce di heavy stoner.
Il quartetto ci fa aspettare quasi tre minuti, con l’intro Ball’n’Chains, prima che il vulcano erutti e la lava cominci a scendere impietosa giù dalla montagna a scaldare la pianura desertica dove i quattro intonano la title track, brano che ha nel riff sabbathiano e il refrain alla Corrosion Of Conformity i suoi punti di forza.
La band americana diventa protagonista assoluta tra le trame di Wrath, i Rusty Bonez la citano fregandosene altamente dell’originalità, a tratti stonerizzando ancora di più l’atmosfera con iniezioni psichedeliche di matrice Kyuss, mentre il southern metal prende per mano il doom e insieme ci regalano un gioiellino come Scream Of Souls, inizio di un trittico di brani dall’alto potenziale che comprende le trascinanti King Of The Road e il singolo Nameless Hero.
C’è tempo per un ulteriore impennata hard rock con Burn The Sun prima che il crescendo di Grub concluda questo buon esordio firmato Rusty Bonez.
Wrath è un album che farà innamorare gli amanti delle sonorità descritte, e se la devozione del gruppo per i Corrosion Of Conformity lascia qualcosa in termini di personalità, non inficia la riuscita di un album che presenta una manciata di brani a tratti trascinanti.

Tracklist
1.Ball’n Chians
2.Wrath
3.Broken Mold
4.Scream Of Souls
5.King Of The Road
6.Nameless Hero
7.Goldmann Shagged
8.Stoned Skin
9.Burn The Sun
10.Grub

Line-up
Nondas Emmanouil – Vocals
Kostas Karapetsas – Guitar
Jojos Silivridis – Bass
Alexandros Varsanis – Drums

RUSTY BONEZ – Facebook

KATAKLYSM

Il live clip ufficiale di “The Resurrected”, dall’album “Meditations” (Nuclear Blast).

Il live clip ufficiale di “The Resurrected”, dall’album “Meditations” (Nuclear Blast).

I death metallers KATAKLYSM hanno da poco pubblicato il nuovo album “Meditations”, su Nuclear Blast Records. Un regalo per i fan è il bonus DVD del nuovo disco. Il live DVD è stato filmato a Monaco, Germania durante il tour “A Moment in Time” il 21 Ottobre 2017.

La band ha lanciato il live clip ufficiale del brano “The Resurrected”, tratto dal DVD. In origine la canzone era la seconda del disco “Serenity in Fire”.

Il DVD include le performance di due classici album della band, “Shadows & Dust” e “Serenity in Fire” suonati per intero. Il concerto è stato ripreso da diverse telecamere e registrato di fronte a una sala gremita di fan arrivati da tutto il mondo. Mixato dal chitarrista JF Dagenais, il DVD comprende anche interviste con i membri della band che raccontano del tour speciale e del nuovo album “Meditations”.

“Meditations” può essere ordinato in vari formati qui:
http://nblast.de/KataklysmMeditations.

Le dieci canzoni sono state prodotte dal chitarrista J-F Dagenais e dal batterista Oli Beaudoin, mentre del mixaggio si è occupato Jay Ruston (ANTHRAX, STONE SOUR, ecc.). La masterizzazione è stata curata da Paul Logus (PANTERA e altri). L’artwork è stato creato da Ocvlta Designs di Surtsey, che si era già occupato della copertina del cd precedente. dei KATAKLYSM, “Of Ghosts And Gods”.

“Meditations” – Track Listing:

01. Guillotine
02. Outsider
03. The Last Breath I’ll Take Is Yours
04. Narcissist
05. Born To Kill And Destined To Die
06. In Limbic Resonance
07. And Then I Saw Blood
08. What Doesn’t Break Doesn’t Heal
09. Bend The Arc, Cut The Cord
10. Achilles Heel

—–

KATAKLYSM live:

Album Release Shows
07.06. USA West Hollywood, CA – Whisky a Go Go**
*w/ JUNGLE ROT
**w/ EXMORTUS

14.06. D Ferropolis – With Full Force
22.06. D St. Goarshausen – RockFels
23.06. F Clisson – Hellfest
06.07. E Barcelona – Rock Fest
07.07. RO Bucharest – Metalhead Meeting
14.07. CDN Armstrong, BC – MetalFest
21.07. D Bertingen – Rock unter den Eichen
25.07. SLO Tolmin – Metaldays
16.08. D Dinkelsbühl – Summer Breeze
17./18.08. CZ Moravský Krumlov – Rock Heart
17./18.08. D Essen – Turock Open Air

»Death…Is Just The Beginning«
w/ HYPOCRISY, THE SPIRIT
18.10. D Wiesbaden – Schlachthof
19.10. D Stuttgart – LKA Longhorn
20.10. D Munich – Backstage
21.10. CZ Zlin – MoR Café **NEW**
23.10. H Budapest – Barba Negra
24.10. A Vienna – Arena
25.10. PL Wrocław – Zaklęte Rewiry
26.10. D Geiselwind – MusicHall
27.10. I Milan – Live Music Club
28.10. CH Pratteln – Z7
29.10. F Lyon – Ninkasi Kao
31.10. E Madrid – Sala Mon
01.11. E Barcelona – Razzmatazz 2
02.11. F Limoges – CC John Lennon
03.11. F Paris – La Machine du Moulin Rouge
04.11. B Antwerp – Trix
05.11. D Hamburg – Docks
06.11. S Gothenburg – Trädgår’n
07.11. S Stockholm – Fryshuset
09.11. FIN Helsinki – The Circus
10.11. FIN Tampere – Pakkahuone
12.11. DK Copenhagen – Pumpehuset
13.11. NL Leeuwarden – Neushoorn
14.11. D Berlin – Kesselhaus
15.11. D Dresden – Eventwerk
16.11. D Oberhausen – Turbinenhalle 2
17.11. D Leipzig – Hellraiser


Maggiori info:
www.kataklysm.ca
www.facebook.com/kataklysm
www.nuclearblast.de/kataklysm

Evilizers – Center of the Grave

Una potenza di fuoco non male, con una serie di brani che esaltano anche il più pacato metallaro con maglietta dei Judas Priest e le toppe sul giubbotto che raffigurano la croce dei Black Sabbath ed il vecchio amico Eddie.

Traguardo raggiunto per i piemontesi Evilizers, con l’uscita del loro primo album di inediti dopo aver incendiato le serate metalliche dei fans dei Judas Priest con il monicker Priestkillers.

Il loro passato incentrato a ripercorrere le gesta di Halford e soci non può che portare la band ad incidere un ottimo album di heavy metal classico, tutto impatto e attitudine vecchia scuola, ma allo stesso tempo perfettamente in grado di soddisfare i fans del nuovo millennio.
Una potenza di fuoco non male, con una serie di brani che esaltano anche il più pacato metallaro con maglietta dei Judas Priest e le toppe sul giubbotto che raffigurano la croce dei Black Sabbath ed il vecchio amico Eddie, fanno di Center of the Grave è il classico lavoro che mette d’accordo tutti con le prime tre tracce (Evilizers, Final Goal e Metal Is Undead) che sparano cannonate heavy metal, per poi lasciare alla cadenzata title track il compito di illustrarci tutto l’amore del gruppo per i Sabbath era Dio/Martin.
La sezione ritmica (Alessio Scoccati al basso e Giulio Murgia alla batteria) è potente e d’impatto, mentre è a tratti esaltante il lavoro alle chitarre di Fabio Novarese e Davide Ruffa, ma è al singer Fabio Attacco che va il plauso per non ricalcare pedissequamente i cliché halfordiani, trovando una sua identità pur rimando un cantante heavy metal di estrazione classica.
C’è ancora da far festa sulle macerie lasciate dal passaggio dello tsunami Break up, prima che Death Of The Sun e la maideniana Survival fungano da congedo al gruppo piemontese, protagonista di una prova gagliarda e sul pezzo, sicuramente da non perdere in sede live per una serata tutta birra, sudore ed ottimo heavy metal classico.

Tracklist
1 – Machinery of evil
2 – Evilizers
3 – Final goal
4 – Metal is undead
5 – Center of the grave
6 – The end is near
7 – Break up
8 – Death of the sun
9 – Survival

Line-up
Fabio Attacco – Vocals
Fabio Novarese – Electric and Acoustic Guitars
Davide Ruffa – Electric Guitars
Alessio Scoccati – Bass
Giulio Murgia – Drums and Piano

EVILIZERS – Facebook

To Find Solace – The Place

Le capacità di questo musicista sono notevoli, dato che fa tutto da solo, ed il risultato è buono, molto fresco e potente.

To Find Solace è una band formata da un unico componente di Prato, che propone un post emo rock, molto influenzato dal pop e dall’elettronica.

Questo disco piacerà molto alla parte di pubblico abituata alle sonorità più moderne del rock, quelle che si declinano sotto il nome post hardcore, ma che dell’hardcore non hanno nulla, questo è post pop con un tocco emo, soprattutto nella voce. Le capacità di questo musicista sono notevoli, dato che fa tutto da solo, ed il risultato è buono, molto fresco e potente; il ragazzo pratese è un prodotto di questi tempi, sfrutta molto bene le possibilità offerte dai mezzi moderni, e oltre al disco ha anche prodotto video validi. Il suo linguaggio è molto giovane, le melodie sono ben marcate e il tutto scorre bene. To Find Solace usa diversi registri musicali per ottenere un risultato che emoziona i suoi ascoltatori e che riesce ad andare sopra la media della maggior parte delle uscite. Il grande lavoro compiuto sta dando i suoi frutti, perché sulle piattaforme digitali il disco sta andando bene, e per questi tempi è quasi il massimo che si possa ottenere.  Questo musicista ha le idee molto chiare e potrebbe andare lontano, grazie anche ad un suono molto americano.

Tracklist
1.Mental Tattoo
2.Heartsease
3.Hiraeth
4.Limerence
5.At Sixes & Sevens
6.The Place
7.Pure Love (feat. Armo of Under the Bed)8.Despondent
9.The Perfect Room
10.The Worst Room

TO FIND SOLACE – Facebook

Northrough – The Last Warrior

I Northrough sono la one man band del polistrumentista Dassiberan e The Last Warrior, primo lavoro sulla lunga distanza, è un concentrato di potenza death metal, all’ombra di mid tempo mastodontici e suggestive aperture melodiche.

In origine questo potentissimo lavoro uscì lo scorso anno in regime di autoproduzione, ma quest’anno, grazie alla collaborazione tra Narcoleptica Productions e Envenomed Music, The Last Warrior viene stampato in cd ed è pronto a procurar battaglia tra gli amanti del death metal, dalle ispirazioni epiche e viking.

I Northrough sono la one man band del polistrumentista Dassiberan e The Last Warrior, primo lavoro sulla lunga distanza, è un concentrato di potenza death metal, all’ombra di mid tempo mastodontici e suggestive aperture melodiche.
L’epicità intrinseca si tocca con mano, le chitarre sono asce che spezzano arti nel delirio della battaglia mentre il sangue scorre, rosso come il sole che si accende di color porpora prima di tramontare sull’ennesimo massacro.
Partiamo da qui per raccontare in poche righe un lavoro massiccio, ispirato dalle terre del nord e dal suo popolo e raccontato tramite un metal estremo epico e melodico, carico di epica fierezza e valorizzato da un ottimo songwriting.
Symphony Of Doom, la power ballad Sacrifice, le due parti di Ballad Of Brom, cuore sanguinante dell’ultimo guerriero, incendiano il campo di battaglia e valorizzano questo epico lavoro attraversato da umori di tragica epicità, sia quando le atmosfere si placano e i Northrough ci regalano splendide parti semiacustiche, sia quando Dassiberan urla al cielo il suo grido di battaglia.
Il growl ricorda non poco quello di Taneli Jarva, singer dei primi e più estremi Sentenced e il sound, pur prendendo ispirazione dal melodic death metal di stampo epico (Amon Amarth), risulta vario e personale, ma tutto The Last Warrior è pervaso da un’atmosfera guerresca molto suggestiva.
L’album non può certo mancare nella collezione dei fans del metal estremo di ispirazione epica e viking, unitevi all’ultimo guerriero e siate pronti alla battaglia!

Tracklist
1.From The Woods
2.Cold Endless Nights
3.Symphony Of Doom
4.Demons
5.Ballad Of Brom-Chapter 1
6.Sacrifice
7.Northern Sea
8.Ballad Of Brom-Chapter 2
9.Altar Of Ancient Gods
10.Northrough
11.Away Fom Here

Line-up
Dassiberan – Everything

NORTHROUGH – Facebook

SINISTRO

Il video di ‘Vento Sul’, dall’album ‘Sangue Cássia’ (Season Of Mist).

Il video di ‘Vento Sul’, dall’album ‘Sangue Cássia’ (Season Of Mist).

SINISTRO are now premiering their new video for the mezmorising track “Vento Sul”, which is taken from the Portuguese Fado rockers’ latest album ‘Sangue Cássia’.

Sinistro – ‘Vento Sul’
SINISTRO comment: “So far, we’ve always done conceptual videos for our songs. This time we decided to do something different on ‘Vento Sul’, and made a documentary style video. Its more of a small film, rather than a video clip, showing a day in Sinistro’s life. The video was filmed in Santiago, Chile on our recent debut presence in South America, and we teamed up with Brazilian director Estevam Romera (SEPULTURA, DESALMADO), who is a close friend of the band, to help us develop this.”

SINISTRO are still available for interviews by Skype or mail. Please contact Season of Mist.

The artwork of ‘Sangue Cássia’, which has been created by Pedro Carmo can be viewed below.

Track-list
1. Cosmos Controle (11:14)
2. Lótus (7:55)
3. Pétalas (3:51)
4. Vento Sul (6:50)
5. Abismo (6:02)
6. Nuvem (5:32)
7. Gardénia (6:15)
8. Cravo Carne (9:59)
Total playing time: 57:38

Sinistro-Metal_Days-2018
SINISTRO live
25 Jul 18 Tolmin (SI) Metal Days 2018
29 Sep 18 Madrid (ES) Okkvlt Session
03 Nov 18 Zaragoza (ES) Iberian Warriors Metal Fest
08 Dec 18 Lisboa (PT) Under the Doom Festival

SINISTRO by Inés Achando
When SINISTRO emerged out of a spontaneous spark on a hot summer’s day spent dallying in the studio, nobody could have predicted the meteoric rise of these fascinating Portuguese doom rockers. Their first album, a new beginning after some different earlier attempts, was strongly cherished by critics and fans alike, with invitations to prestigious festivals following at an astonishing pace.

Now SINISTRO present the follow-up to the highly praised ‘Semente’ (2016) and even the first impression allows to state that ‘Sangue Cássia’ marks another huge step in the career of the remarkable band fronted by vocalist extraordinaire Patrícia Andrade. The new full-length clearly shows the confidence and experience gained from their numerous live performances.

SINISTRO succeed in expanding their sonic horizon, while keeping all the elements that made ‘Semente’ special. The melancholy and painful longing expressed in the national chant of Portugal, Fado is seamlessly forged together with rock and metal. SINISTRO harness erotic energy and lustful moments as well as bitterness and regret. Silky softness and velvet warmth contrasts sharply with harsh edges and stinging spikes.

SINISTRO started out by exploring a wide range of refence points for their self-titled debut, which was released in 2012, such as MASSIVE ATTACK, ENNIO MORRICONE, RADIOHEAD, FAITH NO MORE, ANGELO BADALAMENTI, DAVID BOWIE, SWANS, UNWOUND, MOGWAI, and CRIPPLED BLACK PHOENIX to name but a few possible comparisons.

On their following effort, ‘Cidade’ (2013), the Portuguese welcomed singer Patrícia Andrade, who quickly turned out to be the missing element in SINISTRO’s path snaking between elegant doom rock and a soundtrack like approach. Massive guitar walls combined with gritty keyboard layers and a deeply emotional vocal performance established the band as an essential name in the Portuguese music scene.

Having perfected their signature musical handwriting on ‘Semente’, SINISTRO are now adding experience and maturity to their songs. Each track on ‘Sangue Cássia’ is its own story and cosmos that will engulf and swallow the listener. Take your time to profoundly enjoy and marvel at the wonders laid out by ‘Sangue Cássia’!

www.facebook.com/sinistroband
www.sinistroband.com

Line-up
Rick Chain: guitar
Ricardo Matias: guitar
Patricia Andrade: vocals
Paulo Lafaia: drums
Fernando Matias: bass, programming

Style: Ambient Doom Rock

Recording: Sinistro & Fernando Matias at The Pentagon Audio Manufacturers

Mix & mastering: Fernando Matias at The Pentagon Audio Manufacturers

Cover art: Pedro Carmo

Album photography: Alípio Padilha

Shop: http://smarturl.it/SinistroSangueCassia

A Tear Beyond – Humanitales

Il talento nel saper costruire brani dal forte impatto emotivo, sorprendendo l’ascoltatore ad ogni passaggio, è l’arma in più di questa splendida realtà nostrana che richiama la scuola teatrale tedesca e ci trasporta per quasi un’ora nel suo mondo oscuro.

Gli A Tear Beyond avevano impressionato non poco il sottoscritto all’indomani dell’uscita del loro secondo album, Maze Of Antipodes, licenziato tre anni fa.

Il gruppo vicentino torna con un nuovo lavoro intitolato Humanitales, un’altra spettacolare e tragica opera dal sound che racchiude gothic, dark, extreme, industrial e symphonic metal e lo elabora secondo una personale  visione.
Capitanata dal cantante ed interprete Claude Arcano, la band rispetto al lavoro precedente (il primo album Beyond, diede inizio all’avventura nel 2012) accentua in parte l’atmosfera orchestrale e cinematografica su cui si poggia il proprio universo musicale che mantiene una forte componente teatrale, in un quadro nel quale i colori mantengono le tonalità del nero.
Il talento nel saper costruire brani dal forte impatto emotivo, sorprendendo l’ascoltatore ad ogni passaggio, è l’arma in più di questa splendida realtà nostrana che richiama la scuola teatrale tedesca e ci trasporta per quasi un’ora nel suo mondo oscuro.
Humanitales coniuga come da tradizione i generi citati e ci regala una nuova manciata di splendide trame su cui il singer costruisce un’altra performance da applausi, con l’ascoltatore che, chiudendo gli occhi, si ritroverà al cospetto di un palcoscenico sul quale gli A Tear Beyond danno vita alle atmosfere di brani capolavoro come Tale, quindici minuti di nobile e tragico metallo sinfonico, gotico e concettualmente estremo nel saper unire molte anime musicali dalle tinte dark.
Devil Doll, Rammstein e Moonspell fanno parte sicuramente del bagaglio musicale del gruppo che aggiunge una sua ormai consolidata e debordante personalità in un crescendo artistico sorprendente: per gli amanti di queste sonorità un’opera imperdibile.

Tracklist
1.Humanitales
2.Frolic
3.Sentence (Forgiveness act II)
4.So Deep Out There
5.Angels Out of Grace
6.Inugami
7.Damned Paradise
8.Inadequacy
9.Tale
10.The Frozen Night (rebirth bonus)

Line-up
Claude Arcano – Vocals
Ian – Guitars
Undesc – Guitars
Cance – Bass
Phil – Keybs and Orchestra
Skano – Drums

A TEAR BEYOND – Facebook

MORTUARY DRAPE – NECROMANTIC DOOM RETURNS

Un salto nel passato. Un salto nel buio. La compilation contenente i primi due demo. Una perla da collezionismo.

Una band che non necessita di alcuna presentazione. Per chi, da anni, è appassionato di death/black/thrash, troverà sicuramente nella sua collezione un album di questo storico quintetto piemontese (ai tempi delle prime produzioni, quartetto).

Chi è più fortunato (e anziano) forse potrà vantare di possedere i loro primi lavori (su nastro), come Necromancy e Doom Returns (rispettivamente 1987 e 1989), i primi due storici demo-tape di una band che ha segnato ed influenzato i percorsi successivi di decine di gruppi, che hanno voluto perseguire la scia del death metal più oscuro, occulto, legato soprattutto a magia nera, esoterismo e negromanzia (si potrebbe parlare di “The dark side of the death” in questo caso…). Se non vi fosse riuscito di accaparrarvi questi due demo, alla fine degli anni ’80, ci ha pensato l’italiana Iron Tyrant (già responsabile di alcune importanti ristampe dei nostri, tra cui – su vinile e picture – il primo mitico ep Into the drape) che ci regala questa compilation, contenente appunto i primi due lavori più alcune tracce live, tra cui l’eponima Mortuary Drape e la funerea Inquisition. Si parte (dopo Intro d’obbligo che dà il nome al primo demo) con la cavalcata di Primordial, fulgido esempio di come il black/thrash/death & roll dei Venom da anni stesse mietendo vittime, nessuno escluso, nemmeno i nostri. Brividi lungo la schiena per Into the Catacomba, trito di funerei mid-tempo e riff magicamente neri, con poche accelerazioni, come nella successiva Presences che dopo un breve inizio di basso, passa in un crescendo da ritmi pesanti, ben cadenzati, a velocità tipiche del thrash ottantiano. Necromancer e Soul in Sorrow, con il loro black/thrash d’annata, ci mostrano come in quegli anni solo chi aveva coraggio prendeva strade in netta contraddizione con l’incalzare successo della spensieratezza tipica del thrash di quel periodo (si legga Caught in a Mosh del quintetto targato USA, o “parla inglese o muori” dei ragazzacci di NY), mai banalmente alla ricerca del successo facile, ottenebrando i riff, ovattando con carta carbone (quindi rigorosamente nera) ogni singola nota, lanciando messaggi di cupo, misterioso, arcaico, funereo, puro terrore. “Falling in a gloom Trance – drawing the sleep of dead” (da Medium Morte qui presente dal vivo, e che chiude questa compilation) non ci lascia dubbi, solo oscure certezze. Infine, non aspettatevi la produzione di The Astonishing dei Dream Teather. Contestualizziamo le demo-tape, siamo a fine anni ’80: qui sventola la bandiera dell’underground, finemente realizzata con drappi da camera mortuaria.

Tracklist
1.Necromancy (Intro)
2.Primordial
3.Into the Catacomba
4.Presences
5.Vengeance from Beyond
6.Obsessed by Necromancy
7.Evil Death
8.Undead Revenge
9.Necromancer
10.Pentagram
11.Obscure World
12.Soul in Sorrow
13.Intro
14.Mortuary Drape
15.Zombie
16.Inquisition
17.Medium Mortem

Line-up
Wildness Perversion – Vocals
D.C. – Lead Guitar
S.R. – Lead Guitar
S.C. – Bass Guitar
M-B. – Drums

MORTUARY DRAPE – Facebook

Tons – Filthy Flowers Of Doom

Se volete un disco fragoroso, potente e con una psichedelia pesante e davvero imponente, allora questo Filthy Flowers Of Doom dei torinesi Tons fa per voi.

Se volete un disco fragoroso, potente e con una psichedelia pesante davvero imponente, allora questo Filthy Flowers Of Doom dei torinesi Tons fa per voi.

Nati a Torino nel 2009 dalle ceneri di tre gruppi hardcore dai quali mantengono una grande potenza, i Tons hanno fatto molti concerti ed affinato il loro suono. Non lasciatevi fuorviare dal titolo, perché qui c’è un massacro totale di musica pesante, con tanti sottogeneri presenti. I Tons possiedono un tiro micidiale, , producendo un suono dal groove pesantissimo ma con eccezionali aperture melodiche. Una delle loro caratteristiche è un’intensità spaventosa, con l’ascoltatore che viene letteralmente catturato in una spirale che non prende ostaggi. Questo loro secondo album per Heavy Psych Sounds li mette prepotentemente sulla mappa dei migliori gruppi italiani, e questo album sarà un qualcosa con il quale confrontarsi per tutte le band nostrane, e non solo. Venendo tutti e quattro da ottimi gruppi hardcore i Tons hanno mantenuto e sviluppato la componente aggressiva del loro suono, potenziando il tutto, e dandogli anche un tocco psych in alcuni passaggi. L’impalcatura sonora delle tracce colpisce duro, e in alcuni momenti ricorda i grandi nomi dello sludge più pesante, anche se qui il tutto appare molto velocizzato. La doppia cassa della batteria sottolinea nei momenti più topici il mostruoso incedere del gruppo, che farò oscillare molto le teste metalliche. I Tons sono un camion che vi investe e vi trascina per chilometri, ed è pure una morte molto piacevole. Il volume fisico di questo disco è davvero grande, e più lo si ascolta più si viene coinvolti in questa saturazione sonora della nostra testa.

Tracklist
01- Abbath’s Psychedelic Breakfast
02- 99 Weed Balloons
03- Those of the Unlighter
04- Girl Scout Cookie Monster
05- Sailin’ the Seas of Buddha Cheese

Line-up
Weed Mason
Steuso
Marco DiNocco
Paolo

TONS – Facebook

WAIT HELL IN PAIN

Il lyric video di “The Confession”, dall’album “Wrong Desire”.

Il lyric video di “The Confession”, dall’album “Wrong Desire”.

The Rock/Metal band Wait Hell in Pain has released a brand new Lyric video for the song “The Confession”:

The song is taken from the debut album “Wrong Desire” available on CD/DIGITAL at:
http://player.believe.fr/v2/3614975683440
iTunes: http://apple.co/2vP8aiD
Cd: http://bit.ly/2gKaz8N
http://amzn.to/2wKUwxs
http://spoti.fi/2xzlzjp

https://www.facebook.com/WAITHELLINPAIN/
http://www.revalverecords.com/WaitHellinPain.html

Obsolete Theory – Mudness

Mudness è un lavoro pressoché perfetto nel quale, all’interno di una base black metal, confluiscono death e doom amalgamati da un senso della melodia non comune, capace di rendere ognuno dei cinque lunghi brani altrettanti episodi in grado di nobilitare, da soli, un intero album.

Il full length d’esordio per questa band milanese rappresenta una delle tipiche folgorazioni alle quali si viene periodicamente sottoposti, e che è uno dei motivi (se non IL motivo) per il quale si spende buona parte del proprio tempo nell’ascoltare musica inedita proposta da realtà note a pochi.

Mudness è un lavoro pressoché perfetto nel quale, all’interno di una base black metal, confluiscono death e doom amalgamati da un senso della melodia non comune, capace di rendere ognuno dei cinque lunghi brani (dieci minuti medi di durata) altrettanti episodi in grado di nobilitare, da soli, un intero album.
Il bello è che, oltretutto, gli Obsolete Theory ci offrono un album in costante crescendo, visto che la partenza affidata a Salmodia III e Six Horses Of Death è all’insegna di un black relativamente più canonico, pur se proposto nella sua forma maggiormente atmosferica e ricca di punteggiature di varia natura, fino ad arrivare, attraverso la ruvida Dawn Chant (in qualche modo debitrice dei Forgotten Tomb), alla splendida Sirius’ Blood, maiuscola prova di black doom melodico che è nelle corde solo di chi possiede un talento compositivo superiore alla media, e alla conclusiva The God With The Crying Mask, che si snoda invece tra sfumature post black.
Mudness dimostra come sia ancor possibile muoversi all’interno del genere risultando freschi ed imprevedibili senza per forza spingersi su lidi avanguardistici: la bravura degli Obsolete Theory risiede sostanzialmente nell’essere riusciti a regalare cinquanta minuti di musica intensa, vibrante e in grado di restare impressa anche dopo molti ascolti.
Uno dei migliori album italiani dell’anno, al di là delle suddivisioni in generi o sottogeneri.

Tracklist:
1. Salmodia III
2. Six Horses Of Death
3. Dawn Chant
4. Sirius’ Blood
5. The God With The Crying Mask

Line up:
Ow Raygon: Guitars
Mordaul: Guitars
Tote Arthroeat: Percussions and Glockenspiel
Bolthorn: Bass
Savanth: Drums
Daevil Wolfblood: Vocals

OBSOLETE THEORY – Facebook

Viperium – Antropofobia

Maturo quel tanto che basta per non lasciare nulla di facile all’ascoltatore, Antropofobia è un grido lancinante diviso in nove capitoli, una linea musicale che ci separa dal baratro.

Il sound che sul finire degli anni novanta scalzò definitivamente il grunge dal trono della musica rock ha ispirato molte più band di quelle che i suoi detrattori potessero pensare.

Il nu metal, tacciato come semplice moda, è diventato uno dei modi più convincenti per descrivere l’animo umano, sempre in lotta con i propri demoni, le proprie paura e la follia.
I Viperium provano a raccontarcelo, tramite Antropofobia, debutto licenziato dalla Volcano Records, composto da nove brani di oscuro e pesante metallo moderno ispirato alle band che fecero tremare il mercato sul finire degli anni novanta.
Korn e Deftones sono le maggiori influenze della band foggiana che ci travolge con un sound ossessivo e claustrofobico, dominato dalla sezione ritmica, massiccia ed in evidenzia, ed un cantato che sembra davvero uscire dall’anima tormentata di un uomo moderno, in conflitto perenne con le sue fobie.
Maturo quel tanto che basta per non lasciare nulla di facile all’ascoltatore, Antropofobia è un grido lancinante diviso in nove capitoli, una linea musicale che ci separa dal baratro.
I Viperium ci martellano per più di mezzora, ci investono con la forza di tracce che producono dolore come Evil Inside, Insanity (e qui Jonathan Davis si impossessa dell’anima del singer Valeriano Castelgrande) ed il singolo I’m Drug, un lacerante brano che deflagra in mille dissonanze.
Un esordio interessante per questa giovane band nostrana, assolutamente in grado di tenere botta con un album pesantissimo e per niente scontato di questi tempi.

Tracklist
1.Nituwe
2.Evil Inside
3.Fear
4.Despair
5.Deaf Dumb
6.Insanity
7.I’m Drug
8.Brainwash
9.Eyes Of The Devil

Line-up
Valeriano Castelgrande – Vocals
Alessandro Sarni – Drums
Antonio Quatrale – Guitars
Francesco Catalano – Guitars
Aurora Corcio – Bass

VIPERIUM – Facebook

Hegemone – We Disappear

Un’opera di sicuro interesse per le sue atmosfere post metal intinte in un plumbeo black, in un’oscura darkwave e in un post-punk d’annata.

Un plumbeo riff di chitarra ci introduce nel mondo degli Hegemone, quartetto polacco di Poznan, attivo dal 2014 con l’autoprodotto Luminosity e ora con la Debemur Morti ad editare il loro secondo sforzo creativo.

Territori desolati, grigi senza alcuna possibilità di luce inondano i sei brani del disco. Lavoro serio che non si rivela al primo ascolto e presenta, come coordinate, un suono postmetal molto black con influssi hardcore e linee di synth che devono molto a certa darkwave e post punk di annata.Il lento iniziale andamento di Raising Barrows, attraversato da un atmosferico synth, si anima con un gigantesco riff di matrice sludge che si adagia su ritmiche black e lo scream disperato del bassista Jakub Witkowski ci conduce in territori aspri e post black piuttosto personali. La faccia moderna del black metal che si trasfigura in paesaggi non più figli della grande natura del Nord ma in suoni grigi, plumbei, metropolitani, figli di un disagio interiore che sfocia in desolazione, angoscia e oppressione come in Π, cavalcata che cresce di intensità su uno scream oscuro fino a raggiungere vette disperate e avvilite. Il senso di disagio è intenso, come suggerisce la frase “what will remains of me after I decay”, e suggestioni dei Cult of Luna si diffondono nelle atmosfere visionarie di Хан Тәңірі prima del lungo finale di Тәңірі (più di quindici minuti),  dall’intenso attacco black condotto da uno scream ardente mentre il synth oscura l’atmosfera prima di sfrangiarsi in note di piano fredde che cambiano il mood del brano portandolo in zone post metal crude e allucinate dagli influssi industrial. Purtroppo questo lavoro meritevole si perderà nelle tante produzioni che invadono il mercato, ma l’opera è di valore e sarebbe giusto non lasciarla nel limbo dove tanti lavori rimangono inascoltati .

Tracklist
1. Mara
2. Fracture
3. Raising Barrows
4. Π
5. Хан Тәңірі
6. Тәңірі

Line-up
Jakub Witkowski – bass, vocals
Tomasz Towpik – drums
Kacper Jachimowicz – guitars
Tomasz Stanuch – keyboards, electronics

HEGEMONE – Facebook

Karseron – Nail Your God Down

Il sound rispecchia il death metal dei primi anni novanta, quello che si muoveva lento tra doom ed un tocco gotico alla Crematory, ma senza il tappeto tastieristico in uso dal gruppo tedesco.

I Karseron sono un quartetto portoghese attivo dalla prima metà degli anni novanta, ma che non ha ancora dato alle stampe un album ufficiale.

La loro discografia infatti è fatta di una manciata di demo e di una compilation, almeno fino al 2005, anno in cui la band ha uno stop di ben dodici anni prima che questo demo torni a far parlare di sè, almeno in ambito underground.
Questo ulteriore demo, che risulta una sorta di ripartenza, vede la band con la formazione a quattro composta da: Gualter (voce, chitarra e batteria), Lois (voce), Nuno (basso) e Pika (chitarra).
Nail God Down è composto da cinque brani più intro ed outro, tre inediti e altri due, For War We Ride e Evil Forces, che provengono rispettivamente dai demo Krux Krucis (2005) e Frozen Tears (1999).
Il sound rispecchia il death metal dei primi anni novanta, quello che si muoveva lento tra doom ed un tocco gotico alla Crematory, ma senza il tappeto tastieristico in uso dal gruppo tedesco, con accelerate black accompagnate da uno scream che si manifesta come quello  di un’anima dannata, un growl profondo che accentua la componente estrema del sound e tratti in cui la musica appare violenta e brutale.
Rispetto ad altri act portoghesi, come per esempio gli Heavewood, i Karseron risultano più estremi in At The Gardens of Moria e nella devastante Evil Forces, la coppia di brani che alza non poco la qualità di questo lavoro.
Hanno perso molto tempo, ma se Nail Your God Down è un nuovo inizio, allora il momento dell’agognato full length potrebbe arrivare presto, teneteli d’occhio.

Tracklist
1.Praised Be
2.Dethroned Altars
3.At The Gardens Of Moria
4.I Bleed (For You, Never Again)
5.For War We Ride
6.Evil Forces
7.Damien Dethroned

Line-up
Gualter – Vocals, Guitars, Drums
Lois – Vocals
Nuno – bass
Pika – Guitars

KARSERON – Facebook

Hungryheart – Hungryheart

La Tanzan Music ristampa una delle pietre miliari dell’hard rock melodico tricolore, il primo omonimo album degli Hungryheart, band capitanata dal duo Josh Zighetti (voce) e Mario Percudani (chitarra), uscito nel 2008, un anno fondamentale per lo sviluppo del genere nel nostro paese.

La Tanzan Music ristampa una delle pietre miliari dell’hard rock melodico tricolore, il primo omonimo album degli Hungryheart, band capitanata dal duo Josh Zighetti (voce) e Mario Percudani (chitarra), uscito nel 2008, un anno fondamentale per lo sviluppo del genere nel nostro paese.

Gli Hungryheart , attualmente al lavoro sul quarto album hanno, in questa decina d’anni, dato alle stampe altri due lavori: One Ticket to Paradise uscito nel 2010 e l’ultimo Dirty Italian Job licenziato tre anni fa, ma è indubbio che il valore artistico e temporale di Hungryheart sia rilevante nella scena melodica tricolore.
Per molti quella che diverrà la New Wave of Italian Melodic Rock ha i suoi natali proprio nel 2008 e tra le note di album come Hungryheart, uno straordinario quadro colorato di note melodiche, vivacizzato da una verve hard rock che prende ispirazione dalla scena statunitense degli anni ottanta.
La voce calda ed emozionale di Josh Zighetti e la chitarra che ricama note di raffinato rock a stelle strisce di Mario Percudani trovano la loro massima espressione in questa raccolta di brani che richiamano le atmosfere del rock duro racchiuse nel capolavori firmati Bon Jovi, Whitesnake e Danger Danger.
Inutile scrivere che Hungryheart punta dritto al cuore degli amanti del rock melodico, la band sforna una manciata di brani che vent’anni prima si sarebbero impossessati delle classifiche delle radio rock come Rock City, Stealing The Night e The Only One, con il singer, novello Jon Bon Jovi, a fare la differenza conquistando gli applausi degli appassionati.
L’album alterna brani di caldo rock melodico a frizzanti rock song losangeline (Innocent Tears), fino a toccare vette artistiche notevoli con l’hard rock tinto di blues di Hard Lovin’ Woman, brano tra Whitesnake e Led Zeppelin, sanguigno e letteralmente esplosivo.
Come scritto sopra la band italiana è al lavoro sul nuovo album, ma se vi siete persi questo bellissimo debutto, è ora di rimediare.

Tracklist
01. Rock City
02. Stealing The Night
03. River Of Soul
04. Hang On To Me
05. The Only One
06. Innocent Tears
07. Shadows
08. Hard Lovin’ Woman
09. Breath Away
10. It Takes Two
11. Gina
12. River Of Soul (2018 Revisited)
13.The Only One (2018 Acoustic Version)

Line-up
tracce #01 – #11
Josh Zighetti: voce / cori
Mario Percudani: chitarra / cori / voce su #04
Lele Meola: basso
Emilio Sobacchi: batteria tracce #12 / #13
Josh Zighetti: voce
Mario Percudani: chitarra / cori
Stefano Scola: basso Paolo Botteschi: batteria / percussioni

HUNGRYHEART – Facebook

HAUNTED

Il video di ‘Mourning Sun’, dall’album “Dayburner” (Twin Earth Records).

Il video di ‘Mourning Sun’, dall’album “Dayburner” (Twin Earth Records).

L’attesa è terminata!

Lo scorso venerdì le promesse del doom internazionale HAUNTED hanno pubblicato il loro nuovo album, “Dayburner” su Twin Earth Records.

Per celebrare l’occasione, la band ha lanciato il video del secondo singolo ‘Mourning Sun’.

Cristina Chimirri, cantante della band, dice del brano: “Quando ho scritto il testo di Mourning Sun, pensavo che spesso ci si sente inspiegabilmente pervasi da un ‘sentimento di Morte’, una sorta di richiamo a passare dall’altra parte, che molte persone vivono come allucinazione nel sogno. Ecco allora che si manifesta la volontà di generare l’incubo, il buio e la notte. Mirare dritto al Sole e spegnerlo”.

Il batterista Dario Casabona aggiunge: “L’incipit di un viaggio che dura un solo giorno, verso il nero”.

La creazione del video è stata affidata all’artista canadese, residente a Glasgow, Teresa Elizabeth Lobos.

Acquista “Mourning Sun” in digitale qui: https://hauntedband.bandcamp.com/track/mourning-sun

Recentemente la band ha pubblicato il video del primo singolo ‘Waterdawn’. Guardalo qui: https://www.youtube.com/watch?v=lys–E4K4QI

Acquista ‘Waterdawn’ in digitale qui: https://hauntedband.bandcamp.com/track/waterdawn

“Dayburner” è disponibile in diversi formati (CD via Twin Earth Records, musicassetta via Graven Earth Records, VINYL/2LP in edizione limitata via DHU Records in autunno):

CD – https://haunteditaly.bandcamp.com/album/dayburner
DIGITALE – https://hauntedband.bandcamp.com/album/dayburner-2018
MUSICASSETTA – http://www.gravenearthrecords.com/product/haunted-dayburner-cassette-preorder

Il nuovo capitolo, “Dayburner”, è stato registrato da Carlo Longo al NuevArte Studio di Catania. Il master è stato affidato al celebre Brad Boatright (Sleep, COC, Yob, Obituary e altri) all’Audiosiege Engineering di Portland, Oregon.

La suggestiva immagine della copertina è stata creata dalla famosa artista e fotografa Deborah Sheedy.

Tracklist:
Mourning Sun
Waterdawn
Dayburner
Communion
Orphic
Vespertine
No Connection With Dust
Lunar Grave

Gli HAUNTED portano alta la bandiera del doom con all’attivo l’omonimo album di debutto uscito nel 2016 che ha ricevuto feedback positivi della critica mondiale, consentendo alla band di dividere il palco con artisti quali Goblin di Claudio Simonetti, Candlemass e Hooded Menace oltre che partecipare a importanti festival come l’Into The Void e l’Eindhoven Metal Meeting 2017.

Haunted line-up:
Francesco Bauso – Chitarra
Dario Casabona – Batteria
Cristina Chimirri – Voce
Francesco Orlando – Chitarra
Frank Tudisco – Basso

Maggiori info:
facebook.com/hauntedband666/
hauntedband.bandcamp.com