NEREIS

Il video di Now, dall’album Turning Point (Eclipse Records).

Il video di Now, dall’album Turning Point (Eclipse Records).

NEREIS reveal epic new music video ‘Now’ filmed live on tour in the Russian Federation
Watch their latest music video ‘Now’ on YouTube, and stream the album via Spotify, Apple Music, or Deezer

Italy’s hard-rocking alternative metal band NEREIS have revealed a new music video for the song “Now”. The video was directed by Maurizio Del Piccolo, and filmed on location at Adrenaline Stadium (Moscow), and A2 Green (St. Petersburg) while the band was on tour in the Russian Federation during November, 2018. Watch the video right now at this location.

“Before leaving, everyone in Italy told us to taste some authentic Russian vodka” says guitarist Sam Fabrello. “I got back, and I totally forgot to bring some home! Shall we go back to Russia? Of course, I think it may be soon…” Singer Andrea Barcheisi continues, “It was the greatest experience of our career so far. There were more than 4,000 people in St. Petersburg, and 8,500 in Moscow. When our manager said to us that both gigs were sold-out, I was a bit nervous because it was the first time that we played in front of so many people.”

“Now” is taken from the band’s latest album Turning Point which was released on June 8, 2018 via Eclipse Records. The album received critical acclaim from dozens of media outlets and radio stations all over the world. To date, the band have released three music videos supporting the album, for the songs “Breaking Bad”, “Overdrive”, and “Two Wolves” which have surpassed a combined 24,000 views on YouTube.

Download or stream Turning Point the full album on iTunes, Amazon, Google Play, or CD, and stream it via Spotify, Apple Music, Deezer, iHeart Radio, and more.

For more information on Nereis, please visit them on Facebook, Twitter, or Eclipse Records, and follow them on Spotify.

Nereis Discography
Turning Point (LP) – 2018
From the Ashes (EP) – 2014
Burnin’ Game (demo) – 2012

Nereis Lineup
Andrea Barchiesi (lead vocals), Mattia Pessina (guitar), Samuel Fabrello (guitar), Gianluca Nadalini (bass), Davide Odorizzi (drums)

Spotify (‘Turning Point’ album) – https://spoti.fi/2xQsUwG
Apple Music (‘Turning Point’ album) – https://apple.co/2pCk7If

Warm Sweaters For Susan – Warm Sweaters For Susan

Un suono scarno, essenziale, che unisce alternative rock e post punk, caratterizza il sound di questi cinque brani compresi nell’ep d’esordio degli Warm Sweaters For Susan.

Dopo essere saliti lo scorso giugno sul palco della FIM a Milano, arrivano all’esordio con questo ep di cinque brani i pugliesi Warm Sweaters For Susan, quartetto originario di Taranto formato da Gabriele Caramagno (batteria), Luca D’andria (chitarra), Mimmo Gemmano (canto, chitarra e tastiere) e Gianluca Maggio (basso).

Un suono scarno, essenziale, che unisce alternative rock e post punk, caratterizza il sound di questi cinque brani che partono con l’alternative di That’s The Way My Passion Stirs, brano che accomuna Cure, Smashing Pumpkins ed elettricità punk.
E nel suo insieme quanto proposto avvicina gli Warm Sweaters For Susan più ad una band post punk di fine anni ottanta che ad un gruppo indie rock, ed il basso su cui si appoggia The Quick Brown Fox Jumps Over The Lazy Dog richiama in modo chiaro la band di Robert Smith, mentre il brano è pregno di pulsioni punk/alternative.
Il sound creato dai quattro musicisti pugliesi attinge dagli anni ottanta e dalle prime spinte alternative rock del decennio successivo così che, a mio avviso, mostra poco di indie e molto dei generi citati; forse manca qualcosa a livello di cura nella produzione, ma siamo solo al primo appuntamento con i fans del rock alternativo, quindi aspettiamo il prossimo passo del gruppo per esprimere un giudizio definitivo.

Tracklist
1. That’s The Way My Passion Stirs
2. Gravity
3. Teach Me To Walk
4. The Quick Brown Fox Jumps Over The Lazy Dog
5. Satellites

Line-up
Gabriele Caramagno – Drums
Luca D’Andria – Guitars and backing vocals
Mimmo Gemmano – Lead vocals, Rhythm guitar, Keyboards
Gianluca Maggio – Bass guitar

WARM SWEATERS FOR SUSAN – Facebook

End Of Silence – Sail To The Sunset

Un’anima death metal ed una moderna che si incontrano e creano musica estrema intimista e melodica dal piglio dark: Sail To The Sunset è un lavoro molto ben bilanciato tra i due generi principali che animano lo spartito degli End Of Silence.

Ultimamente le uscite riguardanti il modern metal melodico non mi avevano entusiasmato, trattandosi di album dalle produzioni scintillanti, patinati e perfetti negli arrangiamenti, ma poveri di contenuti e dal taglio un po’ troppo adolescenziale.

Con il secondo lavoro degli svizzeri End Of Silence le cose cambiano: licenziato dalla Wormholedeath (quindi segno che il gruppo crea musica di buona qualità), Sail To The Sunset risulta un esempio di metal estremo che non manca di sconfinare nel progressive metal di nuova generazione, quello che unisce tecnica, suoni moderni e death metal melodico.
Il quartetto mantiene un’aura melanconica lungo tutto il lavoro, le armonie dark si stagliano su ritmiche che passano dal core al death, lo scream accompagnato da clean vocals mai banali fanno il resto e sin dalle prime battute il sentore di essere al cospetto di un lavoro pienamente riuscito è forte.
La title track e poi il piglio drammatico della splendida Anchor, l’atmosfera di oscura e malinconica pacatezza di Edge Of The Road che si irrobustisce in un drammatico crescendo, insieme alla devastante F@#k Off! e al death melodico di Cross The Line fanno la differenza.
Un’anima death metal ed una moderna che si incontrano e creano musica estrema intimista e melodica dal piglio dark: Sail To The Sunset è un lavoro molto ben bilanciato tra i due generi principali che animano lo spartito degli End Of Silence.

Tracklist
1. Lost And Free (Intro)
2. Sail To The Sunset
3. Anchor
4. We Are The Fallen, We Are The Warriors
5. One Of Those Days
6. Mask Of Doom (Interlude)
7. Unspoken Truth
8. Edge Of The Road
9. A Million Miles Away (2018 Edition)
10. F@#k Off!
11. Blind Hearts
12. Cross The Line
13. Save The World

Line-up
Mathias Bissig – Bass
Thomas Stalder – Drum
Dan Näpflin – Lead Guitar
Andreas Egli – Vocal + Rythm Guitar

END OF SILENCE – Facebook

Officium Triste / Lapsus Dei – Broken Memories

In attesa dei prossimi e auspicabili full length da parte di queste due notevoli realtà del death doom melodico, questo split album è sicuramente un appuntamento da non mancare per chi ama, oltre al genere, anche questo particolare formato

Questo split album ci consegna degli ottimi brani ad opera di due realtà operanti in ambito melodic death doom attive fin dal secolo scorso, i cileni Lapsus Dei e gli olandesi Officium Triste.

E ormai inutile rimarcare quanto la scena cilena sia quella preponderante in ambito di doom in Sudamerica e la band guidata da Rodrigo Poblete è una delle più longeve in tale ambito, benché la sua produzione in circa vent’anni di attività sia limitata a tre full length, oltre a qualche uscita di minor minutaggio. Sicuramente il turbinio di musicisti che si sono avvicendati nel corso degli anni ad accompagnare il leader non ha favorito la stabilità e quindi una maggiore produttività, fatto sta che i tre brani che vengono presentati in questo split album ci mostrano una band ispirata e in grado di offrire il genere nelle sue migliori vesti. L’afflato melodico che pervade una traccia come Human rimanda ai migliori Swallow The Sun, anche se la maggiore anzianità di servizio dei Lapsus Dei allontana ogni sospetto di eccessiva derivatività, e lo stesso vale per l’ancor più romantica Sleepless. Più nervosa a tratti è The Feeling Remains, nonostante venga addolcita non poco dal ricorso alle clean vocals.
Gli Officium Triste non hanno certo bisogno di presentazioni, nonostante il loro ultimo lavoro Mors Viri risalga al 2013. In questo periodo il vocalist Pim Blankenstein non è certo rimasto fermo, collaborando a più riprese con i Clouds di Daniel Neagoe e probabilmente questo può averlo indotto ad esibire l’approccio vocale suadente e melodico di The Weight of the World, cover di un brano degli Editors uscita anche come singolo nel 2017 ed episodio decisamente evocativo, per quanto non così canonico se prendiamo come riferimento il genere proposto dalla band olandese. Con le due tracce successive, Crossroads of Souls e Pathway (of Broken Glass), registrate dal vivo (anche se non sembrerebbe) a Malta nel 2014, si ritorna infatti al feroce growl di Pim e ad un sound che porta ben impresso il marchio degli Officium Triste, come sempre capaci di conferire in tali frangenti drammaticità e malinconia al loro sound.
In attesa dei prossimi e auspicabili full length da parte di queste due notevoli realtà del death doom melodico, questo split album è sicuramente un appuntamento da non mancare per chi ama, oltre al genere, anche questo particolare formato

Tracklist:
1. Lapsus Dei – Human
2. Lapsus Dei – Faithless
3. Lapsus Dei – The Feeling Remains
4. Officium Triste – The Weight of the World
5. Officium Triste – On the Crossroads of Souls (Live)
6. Officium Triste – Pathway (of Broken Glass) (Live)

Line-Up:
Officium Triste
Martin Kwakernaak – Drums, Keyboards
Gerard de Jong – Guitars
Pim Blankenstein – Vocals
Niels Jordaan – Drums
William van Dijk – Guitars
Theo Plaisier – Bass

Lapsus Dei
Luis Pinto – Drums
Rodrigo Poblete – Guitars (lead), Vocals
Jose Agustin Bastias – Bass
Alejandro Giusti – Vocals (on The Feeling Remains), Guitars

Julio Leiva – vocals on Human and Faithless

LAPSUS DEI – Facebook

OFFICIUM TRISTE – Facebook

METEORE: AFFLICTED

Uno delle band culto del Death Metal svedese. Siamo negli anni ’90, quando tutto cominciò. Accaniti sperimentatori delle sonorità più prog, debuttarono con un album “Prodigal Sun” ad oggi ancora considerato pietra miliare del genere.

Nati nel lontano 1990 dalle ceneri degli Afflicted Convulsion, i ragazzi di Stoccolma ovviamente non possono mancare qualora si citino le principali band mainstream della scena svedese anni novanta.

Insieme a gruppi del livello di Entombed, Unleashed, Hypocrisy e Dismember (e così via), diedero un decisa spinta allo stile, oramai consacrato a culto per tutti gli amanti del Death Metal, definito oggi appunto Swedish Old School. A differenza però dei citati connazionali, gli Afflicted si spinsero oltre (e forse un po’ troppo oltre), avventurandosi per sentieri pericolosi, immergendo a caldo uno dei più classici sottogeneri del Metal in crogiuoli più prog, riuscendo comunque ad ammaliare anche i deathsters più incalliti. L’uscita del demo The Odious Reflection destabilizzò un po’ i fan, ma ben presto li conquistò, grazie anche ad una tecnica strumentale sopraffina, rara a quei tempi. Ciò convinse i Nostri a proseguire per quella strada, sperimentando sonorità sempre più inusuali, sino all’arrivo del capolavoro con la C maiuscola: Prodigal Sun; l’album – uscito per un’allora giovanissima Nuclear Blast, riscosse fin da subito un clamoroso successo. Purtroppo però, si sa, spesso, il successo da un po’ alla testa. Così, i 5 ragazzi, ossessionati dalla ricerca e dalla sperimentazione, finirono presto per perdersi per strada. La loro (un po’ folle) insistente indagine su nuove sonorità e l’assillante screening su sempre più articolate investigazioni musicali, li portarono presto a perdere gran parte dei fan, che si sentirono totalmente traditi, soprattutto dopo l’uscita dell’album del 1995 – Dawn Of Glory – che nulla aveva a che fare con il Death Svedese, ma che si avvicinava di più a suoni power metal (vi ricordo che lo stesso anno, solo in Svezia, uscirono capolavori quali : Massive Killing Capacity dei Dismember, Victory degli Unleashed e, in campo più melodic, Subterranean – il mini degli In Flames – e The Gallery dei Dark Tranquillity) e che quindi non lasciò scampo al combo di Stoccolma che, oramai preso dallo sconforto, lo stesso anno, si sciolse definitivamente.

Discography:
Promo Rehearsal – Demo – 1990
Promo Tape 1990 – Demo – 1990
The Odious Reflection – Demo – 199
Ingrained – Single – 1990
Wanderland – Demo – 1991
Rising to the Sun – Single – 1992
Promo EP I – Split – 1992
Wanderland – Single – 19922
Prodigal Sun – Full-length – 1992
Promo 1993 – Demo – 1993
Dawn of Glory – Full-length – 1995
Relapse Singles Series Vol. 5 – Split – 2005 (postumo)

Line-up
Yasin Hillborg – Drums
Joacim Carlsson – Guitars
Jesper Thorsson – Guitars
Philip von Segebaden – Bass
Michael van der Graaf – Vocals

Fenrir – Legends Of The Grail

Questa seconda opera dei Fenrir merita davvero molto, sa emozionare e riportare in maniera efficace in un’epoca che sembra lontana da noi ma che è vicina, se lo vogliamo.

Gran bel secondo disco per questo gruppo francese di folk metal capitanato dalla strepitosa voce di Madame Elsa Thouvenot.

Legends Of The Grail arriva dopo il buon Echoes Of The Wolf del 2012, che era già sulla buona strada, ma questo supera tutte le aspettative.
In ambito folk metal la qualità media è abbastanza alta e i Fenrir incarnano tutte le cose migliori di questo genere. La loro musica possiede un grandissimo valore evocativo, nel senso che porta per davvero l’ascoltatore in un altro luogo rispetto al suo. La commistione di folk e metal è totale come raramente succede, visto che in molti casi uno dei due elementi è quello che finisce per essere preponderante, mentre qui l’equilibrio è totale. Il gusto musicale è inoltre molto medioevale, con pregevoli passaggi di violino suonati dalla stessa Elsa, che eccelle anche in questo aspetto oltre che nel canto. Il titolo e tutto il disco riecheggiano quello che è il concetto centrale del disco, la leggenda del Graal, ovvero le storie mitiche della ricerca della sacra reliquia e le storie del ciclo epico di Merlino e Re Artù, che sono archetipi immortali insiti dentro la cultura europea e non solo. Inoltre i francesi di Nancy hanno composto ed eseguito due canzoni in francese antico, la lingua d’oil, che ha una cadenza meravigliosa e che si sposa benissimo con la musica epica dei Fenrir. Nel disco non mancano gli episodi più veloci, a dimostrazione che il gruppo sa giostrare su livelli diversi e con capacità di eseguirli tutti. Infatti in Legends Of Grail vengono suonati e fatti vivere all’ascoltatore molti stati d’animo e molti passaggi musicali differenti. Le storie narrate in questo disco sono immortali e nascondono molti significati nascosti che possono spiegarci molte cose di chi siamo e da dove veniamo, e ciò ha maggiore significato se a farlo è un gruppo di grande valore come i Fenrir. Questa seconda opera dei francesimerita davvero molto, sa emozionare e riportare in maniera efficace in un’epoca che sembra lontana da noi ma che è vicina, se lo vogliamo.

Tracklist
1 A Legend Begins…
2 A Red Sun Rises
3 Camelot
4 Sir Gawain & The Green Knight
5 Conquest Of Britain
6 The Fisher King
7 Brocéliande
8 The Son Of Pendragon
9 La Dame Du Lac
10 Morgane
11 Mordred
12 Mists Of Avalon

Line-up
Elsa Thouvenot – Vocals & Violin
Alexandre Frémont – Guitar
Michaël Macé – Guitar, backing vocals
Bruno Giglio – Violin
Jordan Lavaut – Bass
Kevin Keiser – Drums

FENRIR – Facebook