Helllight – As We Slowly Fade
As We Slowly Fade è un album che non deve sfuggire a chi apprezza il death doom melodico nelle sue espressioni emotivamente più elevate.
Norilsk – Weepers Of The Land
Weepers Of The Land non è affatto un brutto album, perché i due musicisti sono autori di un sound gradevole al quale manca quell’incisività e soprattutto quel pathos che vengono richiesti a chi si cimenta in ambito doom e dintorni: la sensazione è che ci siano ampie potenzialità per fare decisamente meglio, magari offrendo un ‘interpretazione meno dispersiva del genere.
A Pale Horse Named Death – When the World Becomes Undone
Il ritorno degli A Pale Horse Named Death è bellissimo ed assolutamente imperdibile per gli amanti del sound nato tra le vie di Brooklyn una trentina d’anni fa.
Pressor – Weird Things
Pesanti come macigni, i quattro brani che compongono questo ep non lasciano scampo: nel genere i Pressor sono un gruppo sicuramente da seguire nelle sue prossime mosse.
Cóndor – El Valle del Cóndor
Il sound del quintetto colombiano amalgama in modo sagace gli elementi dell’heavy/death/doom, e li modella lasciando che le atmosfere si dilatino senza perdersi troppo, potenziate da mid tempo potenti ed un rantolo di matrice death nel cantato.
Svarthart – Awaiting The Return
Il problema degli Svarthart è che il loro death doom è davvero troppo scarno per poter attrarre chi desidera ascoltare dolenti melodie, ma non è neppure abbastanza crudo ed incisivo per lasciare un segno.
Esben And The Witch – Nowhere
Praticamente l’album è un sogno lungo diverse decine di minuti, nel corso del quale il tempo e lo spazio sono sospesi e si va via con gli Esben And The Witch.
Who Dies in Siberian Slush – Intimate Death Experience
Convincente ritorno, a sei anni dall’ultimo full length, di una delle più influenti band della scena doom moscovita, gli Who Dies in Siberian Slush di Evander Sinque.
Eternal Candle – The Carved Karma
The Carved Karma è un lavoro ottimo, maturo benché i musicisti coinvolti siano ancora oggi relativamente molto giovani, convincente in ogni sua parte, sia quando vengono tessute dolenti melodie che rimandano al death doom sia quando è un’anima progressiva a prendere il sopravvento.
Nattravnen – Kult Of The Raven
Kult Of The Raven è l’ennesimo gioiello estremo nato dal talento di questi due grandi musicisti uniti sotto il monicker Nattravnen.
Rigor Sardonicous – Ridenti Mortuus
Il funeral, nell’interpretazione del duo di Long Island, è quanto mai essenziale e minimale ed è rivolto perciò a chi apprezza il genere nella sua versione più ottundente e meno atmosferica.
Iteru – Ars Moriendi
Ars Moriendi è un lavoro a suo modo sorprendente e che merita di arrivare alle orecchie degli appassionati del doom più oscuro e malevolo.
Painthing – Where Are You Now…?
Where Are You Now…? è un esordio ideale, che consente ai Painthing di piazzare una base già solida per un impianto compositivo che sembra avere i numeri necessari per crescere ulteriormente di livello in futuro.
Felis Catus – Answers To Human Hypocrisy
Felis Catus è uno splendido visionario e ogni suo disco è particolare, ma forse questo Answers To Human Hypocrisy è davvero il migliore, sicuramente da sentire se si vuole correre liberi per terreni lunari e guardare le nostre vite dall’alto.
Sankta Kruco – Glacialis
Doom atmosferico e black metal , una tono evocativo che declama testi in aramaico e melodie d’altri tempi, sono le peculiarità del sound di Glacialis che , come suggerisce il titolo, vive di fredde atmosfere, tra le nebbie di foreste dove si nascondono antichi culti.
RITUALS OF THE DEAD HAND – Blood Oath
Blood Oath è un album molto valido, e si capisce dopo poche note che questo, pur trattandosi di un esordio per la band, è in realtà il frutto del lavoro di musicisti di notevole esperienza e conoscenza della materia: tutto ciò lo rende un ascolto caldamente consigliato a chi apprezza queste tipo di sonorità
Mortuous – Through Wilderness
Chi ama queste sonorità le troverà maneggiate con dovizia e competenza dai Mortuous, tra suoni ribassati, growl catacombali, assoli ficcanti e micidiali rallentamenti che in certi momenti spostano il sound sul versate di un vero e proprio death doom,
DEGREDO – A NOITE DOS TEMPOS
Ancestrali arcaici infernali suoni e rumori, per un esordio che, se musicalmente poco Black Metal, rimane comunque profondamente nero nell’anima, nel corpo e nell’infernale alone Dark Ambient che circonderà qualsiasi ascoltatore che ne tenterà il coraggioso approccio.
Rostres – Les Corps Flottants
Anche quando il sound si irrobustisce sfociando in uno sludge post metal, i Rostres non perdono di vista il senso melodico ed atmosferico che ne contraddistingue l’incedere, rompendo semmai quel minimo di uniformità compositiva senza rischiare di rendere il tutto frammentario.
Skepticism – Stormcrowfleet
Una simile pietra miliare deve essere venerata come le compete da chi l’ha conosciuta in passato, mentre chi volesse approcciarsi con il genere potrebbe cominciare proprio da questo, che è il punto più vicino a quello da cui tutto è iniziato.