METALEYES

Laang 冷 – “Haiyáng 海洋
Háiyáng è un lavoro a suo modo sorprendente che ritengo meriti la chance dell’ascolto da parte degli appassionati del black meno canonico e dalle provenienze esotiche.

Lost In Pain – Gold Hunters
La band suona un heavy thrash old school che tradisce ispirazioni americane, quindi dal grande impatto, ben prodotto, veloce e basato su un lavoro strumentale di buona fattura.

Order 1968 – Tears In The Snow
Un documento di gran valore, ma soprattutto un gran disco che ha finalmente una veste adeguata.

BANCO DEL MUTUO SOCCORSO
Il video di “L’imprevisto”, dall’album “Transiberiana” (InsideOut).

DRUDKH – A Few Lines in Archaic Ukrainian
Ottima raccolta della Season of Mist Underground Activists che include tutti i brani dei tre split usciti a cavallo tra il 2016 e il 2017 dei Drudkh. Una buona occasione per assaporare anche quelle canzoni che, per le tirature limitate degli split stessi, potrebbero risultare non pervenute, ad irreparabile danno dei nostri padiglioni auricolari.

Hidden Lapse – Butterflies
Con Butterflies l’asticella della qualità si è alzata non di poco, a conferma delle enormi potenzialità degli Hidden Lapse.

Brutofuzz – Every Drop
A parte le definizioni che lasciano sempre davvero il tempo che trovano, e forse anche meno, i Brutofuzz sono un gruppo come pochi, diretto, potente e molto particolare.

Embrional – Evil Dead
Gli Embrional manipolano la materia a loro piacimento, creando una valanga di riff forgiati negli oscuri abissi dell’inferno, tra tempi veloci ed altri più rallentati, maligni come demoni intenti a portare il verbo oscuro sulla terra.


Legacy Of Silence – Our Forests Sing
In virtù di un buon songwriting la band offre agli ascoltatori un lavoro vario, incentrato sul magico suono del flauto, ma dalle atmosfere che passano agevolmente dal fiabesco all’epico, fino a più robuste e combattive impennate death metal.

Dauþuz – Monvmentvm
Al grido “Gluck Auf!”il duo teutonico ci assale con un black metal veemente, passionale e dal forte afflato epico, un terzo disco in quattro anni che non perde in furia ed emozioni.

Lord Vicar – The Black Powder
I Lord Vicar non inventano nulla, suonando un genere circoscritto, ma lo fanno con una forza espressiva ed una qualità sopra la media che li rendono una delle massime espressioni del classic doom attuale.

Ontborg – Within The Depths Of Oblivion
Within The Depths Of Oblivion non ha nulla di originale, ma a forza di spallate potentissime sfonda le nostre resistenze, ci travolge con un quel sound diventato leggenda e ci regala cinquanta minuti di melodie incastonate tra devastanti ripartenze e mid tempo, atmosfere oscure e una raccolta di tracce praticamente perfette.


Old Night – A Fracture in the Human Soul
Siamo al cospetto di un gruppo che riesce a fondere mirabilmente, con il proprio sound, il dolente incedere del doom con l’impatto melodico vibrante del migliore hard’n’heavy ossequiando al meglio la tradizione, da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare, senza che il tutto faccia mai sorgere dubbi sia sulla freschezza compositiva, sia sulla personalità esibita.

Belzebubs – Pantheon Of The Nightside Gods
Una ventata di aria malefica, un disco black death dalle tante sfumature che regala molte emozioni e lascia stupiti.

Stanley Rubik – Tuttoècomesembra
Musica come portale per sensazioni vere mediate da un esoterismo quotidiano e per questo ancora più misterioso, per uno dei più interessanti gruppi italiani.

Dethonator – Race Against The Sun (Part One)
Quasi un’ora di metallo ispirato ai sempre eterni Iron Maiden e Judas Priest è quello che si trova tra le trame di brani come Burial Ground o Ghost Of The Rolling Horizon, con le chitarre a macinare riff scolpiti nel tempo e quelle cavalcate in crescendo che hanno fatto la fortuna di Harris e soci.