METALEYES

GAME OVER
A poco meno di 3 anni dal momento in cui MetalEyes ha mosso i primi passi è arrivato il momento di mettere la parola fine

Veuve – Fathom
Raramente si ascolta un gruppo stoner con questa profondità, con questa capacità di cogliere qualche aspetto della realtà o del sogno in ogni canzone

Carmilla – Deflector
Deflector, pur offrendo poco in termini di personalità, lascia che sia qualche buon spunto compositivo a fare in modo che non passi inosservato agli amanti al death metal venato di melodie di ispirazione classica

Avatar – The King Live In Paris
The King Live In Paris è un live appagante per una delle band più personali del panorama metal europeo, ovviamente imperdibile per gli amanti degli Avatar che, dal vivo, riescono a coinvolgere maggiormente in virtù di un approccio più diretto.

Sinners Bleed – Absolution
Un lavoro distruttivo, tecnicamente ineccepibile ma consigliato solo ai fans del metal estremo di stampo death/thrash.

Weightless World – The End Of Beginning
Attivi dal 2011 finlandesi Weightless World licenziano questa botta di vita melodic death/metal core intitolata The End Of Beginning, un appassionante viaggio nei suoni moderni di matrice estrema, dalle melodie vincenti ma dalla grinta notevole.

The Negative Bias – Narcissus Rising (A Metamorphosis In three acts)
Non ci sono mai passaggi ovvi, riempitivi o momenti di stanca, il viaggio nelle tenebre non conosce sosta, tutto cambia e noi non siano più al centro, siamo spettatori di qualcosa di immensamente più grande di noi che non riusciamo né a vedere né a comprendere ma che i The Negative Bias mettono benissimo in musica.

Crepuscolo – You Tomb
I Crepuscolo, forti di tanti anni di esperienza non inciampano nemmeno una volta, il loro death metal centra il bersaglio ad ogni passaggio e sembra veramente di tornare nel negozio di fiducia ad ascoltare quello che arrivava dal nord Europa nei primi anni novanta.

Riot City – Burn The Night
Nel suo genere Burn The Night risulta un album senza pecche, ma è chiaro che si tratta di un lavoro consigliato ai fans dell’heavy metal tutto borchie e chiodo d’ordinanza, ignorante il giusto per chiudere gli occhi e convincersi d’essere ancora negli anni ottanta.

Slow Order – Eternal Fire
Il re incontrastato di Eternal Fire è il groove, che gli Slow Order sanno creare molto bene portandolo a spasso lungo un disco piacevole, più complesso e corposo di tanti altri all’interno di questo genere.

The Haunting Green – Natural Extinctions
Cristiano Perin e Chantal Fresco regalano un’opera dalle sfumature grigie, sette brani di musica che spazia e si nutre di quello che la musica rock di un certo livello e dal flavour atmosferico e malinconico ha saputo elargire in tutti questi anni, partendo dagli anni novanta e ai primi lavori di Opeth, Katatonia e il Burzum meno nichilista, elaborandolo in un contesto personale e dall’alto spessore artistico.

Timo Tolkki’s Avalon – Return To Eden
Nel nuovo lavoro firmato Timo Tolkki’s Avalon si ritrovano gli spunti e le caratteristiche peculiari che fecero risplendere la musica del musicista finnico nella scena classica della seconda parte degli anni novanta, grazie ad una serie di tracce convincenti, suonate e cantate benissimo, dal grande appeal e dotate di raffinata eleganza metallica.

Saint Vitus – Saint Vitus
Il Saint Vitus bis è un album che non offusca affatto il mito ma semmai lo rafforza senza far rimpiangere più di tanto i fasti del secolo scorso.

Minor Poet – The Good News
Questo gruppo ha un tiro maledettamente affascinante molto anni ottanta, come se di quegli splendidi anni si fosse preso solo il buono per fondare un movimento tropical statunitense molto debitore ai Beatles, a cavallo fra le diapositive rock e quelle psichedeliche.

Welkin – Everlasting Echo Of A Farewell
Everlasting Echo Of A Farewell ha il pregio di variare l’atmosfera ad ogni brano, alternando in modo sagace potenza e melodia, tradizione e modernità in una raccolta di belle canzoni e non è poco.

Khanus – Flammarion
Il black death è un sottogenere inflazionato e che richiede un grande talento per essere innovato: qui l’innovazione non c’è, e in definitiva la prova dei Khanus si rivela molto solida senza squilli.

Cremisi – Dawn of a New Era
I Cremisi raccontano tutto ciò attraverso l’unica musica in grado di fagocitare altri generi e rigettarli sotto forma di arte delle sette note, il metal, sottovalutato ed ignorato dai suoi detrattori, ma fonte inesauribile di emozioni in tutte le sue forme.

Abrahma – In Time for the Last Rays of Light
Illustrato da una copertina che rievoca atmosfere bibliche, l’album si snoda in otto brani medio lunghi, ma non prolissi: la band riempie lo spazio di musica colta, usando tutte le armi in possesso per trasformare l’ascolto in un’esperienza pregna di sacrali sfumature epico evocative.