Doomed – 6 Anti-Odes To Life
La rabbia che traspariva da un concept drammatico come quello di Anna viene mitigata ed ancor meglio collegata alle intuizioni atmosferico/melodiche che Laube esibisce senza reticenza, giungendo di alla perfetta quadratura del suo cerchio compositivo; il tutto con la netta sensazione che la parabola artistica del musicista della Sassonia sia ancora in piena fase ascendente.
The Sullen Route – Last Day In Utter Diseases
Quello che resta di Last Day In Utter Diseases è la sensazione di un lavoro da rifinire ma anche suggestivo di una band dalle potenzialità ancora da esprimere, oltre che indecisa sulla direzione da intraprendere.
Lurk – Fringe
Fringe è un’opera di devastante potenza, nel corso della quale il quartetto esibisce un doom che, alla preponderante componente sludge, aggiunge anche elementi black e death, andando a formare un quadro davvero intrigante per tutti gli appassionati di sonorità oscure
Fading Bliss – Journeys in Solitude
Journeys in Solitude è gradevole, ben suonato e ben prodotto, tutti i tasselli sono al loro posto ma non penetra in profondità, come dovrebbe e potrebbe, con la necessaria continuità.
In Tenebriz – Winternight Poetry
Wolfir offre un’interpretazione del death doom melodica e convincente, denotando una certa abilità nell’alternare ampie aperture atmosferiche a passaggi di natura ambient e a riff robusti e decisi.
Karseron – Nail Your God Down
Il sound rispecchia il death metal dei primi anni novanta, quello che si muoveva lento tra doom ed un tocco gotico alla Crematory, ma senza il tappeto tastieristico in uso dal gruppo tedesco.
Self-Hatred – Hlubiny
Hlubiny è l’album che consacra i Self-Hatred tra le migliori nuove band in ambito death doom melodico, in virtù di una cifra stilistica che li colloca sulla scia dei protagonisti storici del genere.
Matalobos – Until Time Has Lost All Meaning
Breve ep per i messicani Matalobos, fautori di un death doom melodico di buona fattura.
Assumption – Absconditus
Un biglietto di sola andata verso i meandri dell’esistenza con Absconditus, per un funeral doom che non lascia nulla al caso e si colloca in uno stile fortemente innovativo.
Eye Of Solitude – Slaves To Solitude
Slaves To Solitude si va a collocare a metà strada tra i due lavori che l’hanno preceduto, recuperando, anche grazie agli arrangiamenti, il senso drammatico di Canto III ma conservando l’incedere più controllato di Cenotaph.
Postmortal – Soil
Soil è un ep altamente consigliato a chi ama il funeral death doom, che avrà così la possibilità di scorgere gli eventuali prodromi di una futura band di primo livello.
Ekpyrosis – Primordial Chaos Restored
Una bomba doom/death metal ispirata dai primi anni novanta e dalle cose migliori delle due principali scene estreme: quella statunitense e quella scandinava.
Shrine Of The Serpent – Entropic Disillusion
Nel caso degli Shrine Of The Serpent, piuttosto che della nascita di una nuova stella, è meglio parlare dell’apparizione di un nuovo buco nero musicale, la cui densità del sound tende inevitabilmente all’infinito.
NIHILI LOCUS – Lyaeus Nebularum
Interessante retrospettiva sui Nihili Locus, band che si mise in una certa evidenza negli anni novanta con un death dagli influssi doom e, in parte, black.
Et Moriemur – Epigrammata
Un tocco di solennità ed un altro di malignità per questa band ceca, che esibisceun ottimo potenziale ancora però da esprimere a pieno.
Altars Of Grief – Iris
Iris gode di una produzione eccellente, che ne esalta sia i toni cupi che le parti più aggressive, e favorisce quell’amalgama tra i musicisti che è uno dei segreti della riuscita di questo lavoro, senza dimenticare ovviamente l’alchimia di una band autrice dell’opera perfetta, un qualcosa che accade solo a pochi nell’arco di un’intera carriera.
Convocation – Scars Across
Quattro brani per cinquanta minuti, quattro litanie che penosamente si trascinano verso un luogo indefinito e nebuloso, così come accade, consapevolmente o meno, all’esistenza di ognuno.
Owl – Orion Fenix
Orion Fenix va lavorato con una certa pazienza, cercando soddisfazione all’interno di un sound minaccioso e pesante per riuscire infine a rendersi conto della sua oggettiva bontà.
Antichrist – Pax Moriendi
Pax Moriendi si rivela un esordio su lunga distanza di assoluto livello per gli Antichrist, capaci di mostrare un potenziale tutt’altro che banale e foriero quindi di altri luttuoso frutti nel prossimo futuro.
Maze Of Feelings – Maze Of Feelings
Questo primo passo targato Maze Of Feelings si può considerare decisamente riuscito, in virtù di una resa sonora invidiabile e di una serie di canzoni complessivamente valide, collocando la band polacco/russa in una fascia di gradimento in grado di attrarre sia chi apprezza il doom sia gli appassionati di death melodico.