Mymisses – Straight On My Way

Con le Mymisses approdiamo all’hard rock sviluppatosi a cavallo del nuovo del nuovo millennio, contraddistinto da chitarre ruggenti, ritmiche grasse e cantato di grande forza espressiva.

Mymisses è un quartetto tutto al femminile nato a Cagliari due anni fa composto da Giorgia Pillai (voce), Laura Sau (chitarra), Stefania Cugia (basso) e Marta Camba (batteria).

Le quattro musiciste sarde si mettono in luce sul versante live, in giro per oltre un anno tra festival e piccoli club, prima di dare alle stampe l’agognato debutto, questo roccioso esempio di hard rock intitolato Straight On My Way; e la strada intrapresa dal gruppo non può che portarlo nelle terre assolate degli States, dove questo tipo di musica è nato, mentre quelle tortuose che si trovano nelle zone più aspre della loro isola si trasformano nelle desertiche pianure americane.
La band ci offre un hard rock moderno, leggermente stonerizzato, roccioso ma dal buon tasso melodico, grintoso e pesante, diretto e potente come fa capire subito l’opener War Cry: la title track possiede la forza di un carro armato, mentre il ritornello melodico sposta di continuo le coordinate stilistiche (un mix tra Black Label Society ed Alter Bridge).
Con le Mymisses si approda all’hard rock sviluppatosi a cavallo del nuovo del nuovo millennio, contraddistinto da chitarre ruggenti, ritmiche grasse e cantato di grande forza espressiva, come nella trascinante Face The Fear.
Diretto e ricco di chorus facilmente memorizzabili, Straight On My Way arriva al dunque senza tanti fronzoli, mentre Back To Fly smorza la tensione per poi ripartire con Slipping Away.
Be Bad è un brano alternative rock, mentre il cuore pulsa e pompa sangue metallico nella conclusiva Hard To Live, irresistibile brano on the road che mette la parola fine su un debutto assolutamente da non perdere per gli amanti dell’hard rock.
Le quattro rockers vanno dritte per la loro strada partendo alla conquista del mondo, collocandosi fin da subito tra le realtà da seguire con grande attenzione.

Tracklist
1.War Cry
2.Straight On My Way
3.Face The Fear
4.Back To Fly
5.Slipping Away
6.Be Bad
7.Hard To Leave

Line-up
Giorgia Pillai – Vocals
Laura Sau – Guitars
Stefania Cugia – Bass
Marta Camba – Drums

MYMISSES – Facebook

Social Crash – Burn Out

Quando mi sono messo all’ascolto di questo album, pensavo di trovarmi al cospetto del solito album hardcore/punk con qua e là qualche ritmica core per accontentare i fans del metal più cool.

Non avevo fatto i conti con la Wormholedeath ed il suo ormai famoso fiuto per band e sound che hanno qualcosa da dire (musicalmente parlando).
Se poi ci si aggiunge una buona vena satirica e l’irriverente sfrontatezza tipica del punk rock, ecco che i francesi Social Crash risultano una piccola fialetta di adrenalina punk/metal tra le chiappe di chi pensa che nel 2017 non si possa produrre musica personale.
Certo, a ben vedere il sound proposto da questo interessante debutto intitolato Burn Out accoglie tra il proprio spartito una serie di ispirazioni che a mio vedere, valorizzano il sound dei Social Crash, quindi va dimenticato  il classico punk rock da barricate e ribellione rock’n’roll, concentrandosi su quello che la band sagacemente introduce nella propria musica.
Quaranta minuti scarsi di rock/metal alternativo, suonato e soprattutto cantato con una personalità notevole, una serie di brani che si differenziano a seconda dell’ispirazione che la band usa a suo piacimento per rendere Burn Out il meno scontato possibile, tra accenni ai Clash, così come ai Primus e ai Rancid, con la sezione ritmica che è protagonista di un gran lavoro, sempre un passo avanti a quello che l’ascoltatore si aspetta seguendo l’andamento dei brani e la chitarra che si fa grossa con alcune bordate che richiamano l’hard rock.
Un album al quale l’etichetta punk sta un in effetti stretta e può andare per l’attitudine che il gruppo esibisce nelle trame di brani come Still Wolf To Man, Propaganda Melody e Dissidence, che si accompagna però con il rock alternativo di fine secolo.

Tracklist
1.The Whore Generation
2.Still Wolf To Man
3.My Banker Shot Me Down
4.Propaganda Melody
5.Burn Out
6.Weapon of Mass Seduction
7.Alive 8.Burning Karma
9.Straitjacket
10.Dissidence

Line-up
Manu Wild – vocals
Don Armando – guitar
Wilson Raych – drummer
Julien Harbulot – bass

SOCIAL CRASH – Facebook

Æsthetica – Sonorus Æon

Sicuramente una band che rappresenta una gradevolissima novità, direttamente dalla tundra norvegese. Energia, impegno grande qualità sono le parole chiave.

Gli Æsthetica si distinguono ancora una volta, nel vastissimo e intricato panorama doom, per la loro evidente versatilità e apertura mentale nel trattare questo genere. Non occorrono comunque eccessivi ornamenti per potersi differenziare, e questo non è sicuramente il loro intento.

Sonorus Æon è un album che si presenta senza troppe formalità, giusto per far capire a chi non conoscesse questi ragazzi norvegesi di che pasta sono fatti. Infatti, già dal brano di apertura dell’album Haze si ha l’impressione, poi confermata, che il sound della band abbia come punto di forza quello dell’energia, della vitalità e di un doom pulito.
Come sappiamo, però, la cosiddetta pulizia può essere un limite per chi si approccia a questo genere, nel quale sporcarsi le mani è quasi un battesimo. Gran parte di questo limite è la voce, che in molti frangenti non è abbastanza “malata” per stare al passo di una parte strumentale, soprattutto rispetto all’ottima chitarra, che invece ci dà un immaginario diverso e quasi perfetto.
Ma dato che anche la parte vocale ha delle qualità indubbie, ecco che vengono fuori al 100% nel brano Worshipper, forse il più riuscito di tutto il disco. Qui tutto è esattamente in simbiosi e ci vengono restituiti i tratti sacrali ed anche un po’ immortali dei primi Black Sabbath. Un pezzo di cui sicuramente i fan del genere potranno godere a pieno, e nel quale la band trova la quadratura del cerchio.
In chiusura, sicuramente un lavoro di alto livello per questa band scandinava, pur essendo ancora in chiara fase di sperimentazione.

Tracklist
1. Haze
2. Todesfuge
3. La Paz
4. Gates
5. Worshipper
6. Ekstasis

Line-up
Tobias Brynildsbakken Huse
Simon Dahl Okoniweski
Vetle Bråten Rian
Petter Rosendahl Moland

AESTHETICA – Facebook

EVADNE

Il video di Heirs of Sorrow, dall’album A Mother Named Death (Solitude Productions).

Il video di Heirs of Sorrow, dall’album A Mother Named Death (Solitude Productions).

Antigama – Depressant

Pensate ai Brutal Truth di Need To Control sconvolti da venti apocalittici provenienti da Ministry e Devin Townsend, e poi immergetevi tra le note estreme e futuriste, letali e impietose di Depressant.

I polacchi Antigama non sono certo un nome nuovo nel panorama death/grind europeo.

Nato all’alba del nuovo millennio, il quartetto originario della capitale Varsavia può contare su una discografia numericamente importante con sette lavori sulla lunga distanza, una marea di split e lavori minori ed un passato con la gloriosa Relapse, etichetta che è sempre stata un punto di riferimento per queste sonorità.
La proposta degli Antigama risulta un metal estremo e violentissimo, contaminato da fredde digressioni industriali, per niente caotico nel suo tsunami di watt, ma chirurgico quel tanto che basta per annoverarlo tra i meandri dell’ala moderna del genere: venti minuti di devastazione sonora senza soluzione di continuità, continui passaggi parlati che introducono alla violenza industriale e core che si  sprigiona da questi sette brani, che nulla tolgono e nulla aggiungono alla tradizione musicale del quartetto polacco.
Pensate ai Brutal Truth di Need To Control sconvolti da venti apocalittici provenienti da Ministry e Devin Townsend, e poi immergetevi tra le note estreme e futuriste, letali e impietose di Depressant, così che l’esperienza con il sound del gruppo sia totalmente spiazzante.
Gli Antigama sono una band che negli anni ha mantenuto una sua precisa identità, confermata da queste sette scariche nucleari.

Tracklist
1.Empty Paths
2.Anchors
3.Division of Lonely Crows
4.Now
5.Room 7
6.Depressant
7.Shut Up

Line-up
Łukasz Myszkowski – vocals, electronics
Sebastian Rokicki – guitars
Sebastian Kucharski – bass
Paweł ‘Pavulon’ Jaroszewicz – drums, percussions

ANTIGAMA – Facebook

American Standards – Anti Melody

Gli American Standards sono un grande gruppo di hardcore non convenzionale o artefatto, questa è musica che sanguina per davvero.

Gli ultimi tempi sono stati davvero difficili per questo gruppo americano di hardcore che sfocia nel metalcore.

Il chitarrista e membro fondatore Cody Conrad si è suicidato recentemente ed il padre del cantante Brandon Kallum è morto di cancro. Da qui parte la genesi di questo disco, un vero pugno nella faccia, fatto di hardcore potente e dalle molte sfaccettature, un suono che si sviluppa in molte direzioni. I ragazzi sono maturati molto ed il loro suono ha preso una direzione ben precisa, andando verso quel nuovo ibrido hardcore che i Converge hanno fatto nascere anni fa. Il suono è crudo, violento, veloce e senza fronzoli, molto americano nel suo essere hardcore moderno. Il disco è figlio del dolore, della perdita e della separazione da chi amiamo, e l’hardcore è l’abito perfetto per descrivere queste sensazioni. Non rimane molto tempo per perdersi in commiserazioni, non abbiamo la possibilità di schiacciare il tasto rewind o di riportare indietro la linea di avanzamento. Possiamo solo andare veloci e cercare di non farci male o di non procurarlo, sballottati dalla vita. Gli American Standards hanno preso dei bei colpi, e hanno riversato il loro dolore nella musica, facendo un notevole album di hardcore moderno. Ci sono momenti veloci ma anche passaggi più lenti ancora più devastanti di quelli veloci. Ci sono molti riferimenti all’opera dei maestri Converge, ma gli American Standards trovano una maniera personale ed efficace di fare musica. Anti Melody è un disco molto maturo e completo, che non segue l’attuale tendenza al metalcore di certi gruppi hardcore specialmente americano. L’hardcore è un linguaggio dalle molte applicazioni, ed in questo caso serve per gridare, per piangere chi non c’è più in una maniera diversa e positiva, urlando la rabbia condividendola con le altre persone. Cosa ancora più importante di tutte, è che gli American Standards sono un grande gruppo di hardcore non convenzionale o artefatto, questa è musica che sanguina per davvero.

Tracklist
1.Writers Block Party
2.Carpe Diem, Tomorrow
3.Church Burner
4.Bartenders Without Wings
5.Danger Music #9
6.Cancer Eater
7.Broken Culture
8.Chicago Overcoat

Line-up
Brandon Kellum- Vocals
Corey Skowronski- Guitar
Steven Mandell- Bass
Mitch Hosier- Drums

AMERICAN STANDARDS – Facebook

Satanic – Architecture Of Chaos

I Satanic sono la classica band di genere, prendere o lasciare, eroi di un certo modo di fare metal per alcuni, troppo ancorati a vecchi ed ormai obsoleti cliché per altri, ma come sempre la verità sta nel mezzo.

Questo gruppo proveniente dal Quebec licenzia l’esordio tramite Brutal Records intitolato Architecture Of Chaos, incentrato su un thrash metal old school che non disdegna di bersi una birra con il death e finire per le strade a far casino.

Dall’attitudine anni ottanta, così come il proprio sound, i Satanic ci propongono dunque la loro versione di metal estremo: i cliché utilizzabili ci sono tutti, le soluzioni a livello di songwriting risultano poco fantasiose e il sound procede spedito con il pilota automatico verso il muro dove si schianterà producendo un boato metallico assordante.
Sodom/Kreator/Destruction si danno il cambio con Possessed e Venom tra lo spartito di questa raccolta di brani fatti di ritmiche velocissime, batteria a mitraglia e solos taglienti come rasoi.
Architecture Of Chaos è tutto qui, i brani si susseguono senza soluzione di continuità, ignoranti e d’impatto e sono la perfetta colonna sonora di una serata alcolica a base di metallo pesante, con un paio di tracce che permettono al lavoro di alzare la testa come Armageddon e la conclusiva Tchernobyl86, più lunghe e varie delle restanti della tracklist.
I Satanic sono la classica band di genere, prendere o lasciare, eroi di un certo modo di fare metal per alcuni, troppo ancorati a vecchi ed ormai obsoleti clichè per altri, ma come sempre la verità sta nel mezzo.

Tracklist
1.Mephistophelian
2.World Of Chaos
3.Procesing The Undead
4.Architecture Of Apocalypse
5.Armageddon
6.Systematic Fear
7.Biotech Warfare
8.Tchernobyl86

Line-up
Martin Carle – Drums
Guillaume Petit – Guitars, Vocals
Izaac Baaudoin – Bass, Vocals

SATANIC – Facebook

THERION

Il lyric video di ‘Temple Of New Jerusalem’, dall’album “Beloved Antichrist”, in uscita a febbraio (Nuclear Blast).

Il lyric video di ‘Temple Of New Jerusalem’, dall’album “Beloved Antichrist”, in uscita a febbraio (Nuclear Blast).

Under The Church – Supernatural Punishment

Gli svedesi Under The Church fanno tornare il sorriso agli amanti del death metal scandinavo con una serie di brani che sono l’abc di quel sound che fece tremare il mondo.

Swedish death metal di origine controllata, impatto, riff ed un’attitudine old school che riportano inevitabilmente indietro nel tempo di almeno venticinque anni: niente di più e niente di meno, ma assolutamente in grado di entusiasmare chi ancora è posseduto dai demoni entrati nel corpo dopo il morso virale di uno zombie.

Ecco cosa si trova in questo ottimo album degli Under The Church, accompagnato da una splendida copertina che riassume quello che troverete tra i solchi di Supernatural Punishment, il secondo full length dopo Rabid Armageddon uscito nel 2015, a formare una discografia che si compone anche di un ep omonimo, un live ed uno split.
Ma veniamo a questo ottimo esempio di death metal scandinavo, licenziato dalla Pulverised Records, che arriva alla fine di un anno avaro di uscite del genere, specialmente se confrontato con quello precedente.
Niente di male, ci pensano gli Under The Church a far tornare il sorriso agli amanti del genere con una serie di brani che sono l’abc di quel sound che fece tremare il mondo: riff malati, velocità sostenuta, stop and go micidiali e quella melodia nascosta tra le corse sui manici delle sei corde, ma importantissima per marchiare a fuoco il sound di questo gioiellino.
Allora, amanti degli Edge Of Sanity, Entombed e compagnia, fatevi travolgere dalla forza di Supernatural Punishment e delle sue nove devastanti tracce, di cui The Stygian Horror è il perfetto benvenuto che gli Under The Church vi danno prima di venire inseguiti da zombie famelici al suono delle varie Ancient Ritual, Vitalizing Funeral e Wretched Disfigurement.

Tracklist
1. The Stygian Horror
2. Supernatural Punishment
3. Ancient Ritual
4. Staircase To Hell
5. Vitalizing Funeral
6. The Death Of Innocence
7. Crypt Of Pelvises
8. Wretched Disfigurement
9. Silence Of The Shadows

Line-up
Erik Qvick – drums
Lars Henriksson – bass
Erik Sahlström – vocals
Erik Wallin – guitars
Marcus Klack – guitars

UNDER THE CHURCH – Facebook

Sartegos / Balmog – Split 7″

Uno split che mette in luce due realtà interessanti, contigue per appartenenza geografica ma differenti per l’approccio al black metal.

Uno split album dallo spirito ben poco natalizio, questo edito dalla Caverna Abismal: l’etichetta portoghese attinge dai vicini confini spagnoli proponendo l’accoppiata galiziana formata da Sartegos e Balmog.

I primi sono una one man band guidata da Rou Sartegos, con all’attivo un ep ed un altro split, e la traccia presente sul lato A del 7”, Lume do Visitante – Morrer no Nas, mette in mostra il black death che ci si aspetta da queste uscite che provengono dagli strati più profondi dell’underground metal: un growl rantolante sovrasta ritmiche martellanti che si aprono però, sorprendentemente, allorché la chitarra solista prende campo, regalando intuizioni tutt’altro che banali e una certa imprevedibilità all’interno di un mood tanto naif quanto oscuro.
I Balmog sono invee un trio afferente in maniera più ortodossa al black metal, quindi risultando di maggiore impatto nell’immediato ma leggermente più prevedibile alla lunga rispetto a Sartegos; Venomous è comunque un bel brano dal pregevole sviluppo melodico, che conferma quanto di buono già fatto da una band dalla storia abbastanza lunga e disseminata di uscite, inclusi due full length nel 2012 e nel 2015.
In sostanza, questo split mette in luce due realtà interessanti, contigue per appartenenza geografica ma differenti per l’approccio al genere: due aspetti che, nonostante la sua brevità, rendono il lavoro appetibile agli estimatori di un black iberico che mostra da tempo un certo fermento.

Tracklist:
Side A
1. Sartegos – Lume do Visitante – Morrer no Nas
Side B
2. Balmog – Venomous

Line-up:
SARTEGOS
Rou Sartegos – Everything

BALMOG
Morg – Bass
Virus – Drums
Balc – Vocals, Guitars

BALMOG – Facebook

Mhönos – LXXXVII

Per poco più di quaranta minuti tutto il dolore ed il male che ci scrolliamo dalle spalle, considerandolo solo frutto di paure ancestrali, viene evocato dai Mhönos fino a mostracelo con il suo sinistro carico di ineluttabile morte e disfacimento.

Per i francesi Mhönos si ripropone l’eterno dilemma che attanaglia chi deve esprimere un parere su musica decisamente fuori dagli schemi, che è quello di capire se si tratta di vera genialità oppure di un’accozzaglia di suoni messi assieme senza un’apparente logica.

A mio modo di vedere, ogni forma di sperimentazione musicale deve anche mantenersi in un alveo entro il quale l’ascoltatore possa percepire un qualche disegno che consenta di assimilare opere, altrimenti, a forte rischio d’essere considerate un’esibizione di rumore fine a sé stesso.
LXXXVII oscilla pericolosamente su questo confine e immagino che la sua collocazione, dall’una o dall’altra parte, dipenda non solo dalla predisposizione dei diversi soggetti a simili ascolti ma, addirittura, dall’umore specifico di una stessa persona nel momento in cui il sound dei Mhönos viene si fa strada  senza alcuna misericordia.
Cercando d’essere asettici ed obiettivi il giusto, credo che questo sia un lavoro di notevole spessore, perché qui il male cessa d’esser un qualcosa che ci accompagna in maniera subliminale per proporsi in uno stato quasi solido, tramite una forma di black metal stravolta da un approccio rituale che porta il tutto su un piano ambient drone, con l’aggiunta di vocals quanto mai malevole a completare il quadro.
I Mhönos offrono un’opera che rischia seriamente di finire derubricata a sottobicchiere se acquistata in formato cd da qualcuno che non ha ben chiaro quali siano le finalità di questi misteriosi “frati” transalpini; viceversa, se si possiede un minimo di masochistica familiarità con certi suoni, è difficile restare indifferenti a questa esibizione di velenosa ed oscura follia musicale.
Per poco più di quaranta minuti tutto il dolore ed il male che ci scrolliamo dalle spalle, considerandolo solo frutto di paure ancestrali, viene evocato dai Mhönos fino a mostracelo con il suo sinistro carico di ineluttabile morte e disfacimento: il tutto senza fare neppure troppo rumore, ma affidandolo a sonorità minimali ed artifici vocali che da sgradevoli si fanno via via insinuanti fino a non poter essere più scacciati dalla memoria.
LXXXVII va sicuramente ascoltato, sia pure a proprio rischio e pericolo …

Tracklist:
1. I
2. II
3. III
4. IV

Line-up:
Frater Erwan: basso, cori
Frater Nikaos: percussioni
Frater Samuel: percussioni
Frater Nehluj: basso, coro
Frater Alexandre: basso, cori
Necropiss: voce

MHÖNOS – Facebook

Master/Dehuman – Decay into Inferior Conditions

Un buon split da parte della Xenokorp, che non deluderà gli amanti di queste iniziative assolutamente underground, alle prese con una band storica (Master) ed un ottimo gruppo di outsider (Dehuman).

Per gli amanti del death metal la Xenokorp licenzia questo sanguinoso split che vede scendere in campo i veterani Master e i molto più giovani Dehuman.

Registrati in Finlandia lo scorso anno i quattro storici brani proposti dai Master ci presentano un trio ancora sul pezzo per grinta ed attitudine estrema: quello della band di Paul Speckmann (ultimamente alle prese con Cadaveric Poison, Death Strike, Johansson & Speckmann), attiva fin dalla metà degli anni ottanta,  è un thrash/death old school che possiede lo stesso marchio di quello storico suonato da Possessed e compagnia di estremisti sonori.
Le tracce sono prese da un bootleg ufficiale, il suono non è un granché, ma l’atmosfera underground e old school rendono il tutto molto gustoso per i fans dei Master che, nell’occasione, festeggiavano i trentacinque anni di carriera nel mondo del metal estremo.
I Dehuman sono invece un quartetto belga: nati una decina di anni fa, hanno rilasciato due full length e si presentano con questi tre devastanti brani suonati live in studio; il sound delle varie Morbid Sound, Sepulcher Of Malevolence e Apocalypse And Perdition segue la lezione dei maestri europei che devastarono il vecchio continente ormai trentanni fa.
Ill gruppo ci travolge con un death metal battagliero e senza compromessi, tra Bolt Thrower e Napalm Death, oscuro e selvaggio, lasciando un’ottima impressione e la consapevolezza di essere al cospetto di una band tripallica e dall’impatto notevole.
Un buon split da parte della Xenokorp, che non deluderà gli amanti di queste iniziative assolutamente underground, alle prese con una band storica (Master) ed un ottimo gruppo di outsider (Dehuman).

Tracklist
1. MASTER – Master
2. MASTER – Subdue the Politician
3. MASTER – All We’ve Become
4. MASTER – Slaves to Society
5. DEHUMAN – Morbid Sun
6. DEHUMAN – Sepulcher of Malevolence
7. DEHUMAN – Apocalypse and Perdition

Line-up
Master:
Paul Speckmann – Bass, Vocals
Alex Nejezchleba – Guitars
Zdenek Pradlovsky – Drums

DEHUMAN:
Andrea Vissol – Bass & Vocals
Rafaël Sellekaerts – Guitars
Lou-Indigo Triagone – Guitars
Laye Louhenapessy – Drums

MASTER – Facebook

DEHUMAN – Facebook

Degial – Predator Reign

Un sound infernale creato per destabilizzare e rubare anime da portare all’oscuro signore in un’atmosfera di indicibile caos.

Se verrete risucchiati nel vorticoso maelstrom creato dai Degial, difficilmente riuscirete a tornare indietro restando imprigionati in un oscuro e personale inferno.

I Degial sono un quartetto svedese attivo da ormai più di dieci anni, hanno dato alle stampe un ep e due full length (Death’s Striking Wings uscito nel 2012 e Svage Mutiny licenziato un paio di anni fa), e tornano con il terzo album sotto Sepulchral Voice Records, questo massacro sonoro dal titolo Predator Reign, fatto di corse lungo i binari del black metal e cavalcate sul destriero death, in un’atmosfera apocalittica e rigorosamente old school.
Riff che creano vortici di male in musica, ritmiche devastanti, scream/growl da orco ferito e dunque (come un animale) ancora più rabbioso e crudele, vanno a comporre un sound infernale creato per destabilizzare e rubare anime da portare all’oscuro signore.
La title track, posta in apertura, e la successiva Thousand Spears Impale, vi danno il benvenuto nel regno della violenza e del caos primordiale, dove non ci sono rallentamenti o aperture a qualsivoglia melodia, solo terrore e rabbia, un massacro che continua imperterrito con Devil Spawn Hellstorm, cuore nero dell’album che pulsa al ritmo inumano di un sound bestiale e senza compromessi.
Clangor Of Subjugation mette la parola fine al massacro con sei minuti di black death epico ed oscuro che trascina a forza verso il fondo dell’inesorabile gorgo.

Tracklist
1.Predator Reign
2.Thousand Spears Impale
3.The Savage Covenant
4.Crown Of Fire
5.Devil Spawn
6.Hellstorm
7.Heretical Repugnance
8.Annihilation Banner
9.Triumphant Extinction
10.Clangor Of Subjugation

Line-up
H. Death – Vocals/Guitar
R. Meresin – Guitar
E. Forcas – Drums
P.J. Vorum – Bass

DEGIAL – Facebook

Begerith – A.D.A.M.

Chi ama il death metal più intenso e veloce qui troverà davvero un bel disco.

In fondo al 2017 arriva questo gran disco di death metal dei Begerith.

Questi ultimi sono dei russi di Vladivostok che si sono trasferiti in Polonia, ed effettivamente il loro suono è molto influenzato dalla scuola polacca del death metal, fatta conoscere nel mondo da gruppi come Behemoth, Vader e Hate, per citare quelli maggiormente conosciuti.
I Begerith sono al loro secondo lavoro sulla lunga distanza, e con A.D.A.M. Mettono in mostra tutte le loro qualità. Il suono, come detto sopra, è un death metal molto polacco, e ci sono anche forti influenze black metal, quello delle origini. Trovano anche molto spazio dei virtuosismi chitarristici mai fini a loro stessi, che potenziano la struttura dei brani. I Begerith mettono al centro di tutto la musica e ciò che veicolano con essa, infatti non si sanno i nomi dei componenti del gruppo, che sono indicati come Begerith e numerati da 1 a 4. Non si perde nemmeno tempo con i titoli delle canzoni, come potete notare. Il disco funziona davvero molto bene, è molto potente e bilanciato, ha un’ottima produzione e riesce a tenere sempre alta la tensione. Pur venendo da un ambiente musicale ben preciso i Begerith sono unici e il loro death è molto personale e devastante. Il disco è incentrato sulla figura di Adamo, scagliato da Dio sulla Terra, mostrando tutta la sua tracotanza. I testi sono molto interessanti, come spesso succede nel death metal, e non sono solo un contorno. I Begerith sono un gruppo affermato nella scena death metal, ed impressioneranno ancora di più grazie a questa prova, che è davvero buona.
Chi ama il death metal più intenso e veloce qui troverà davvero un bel disco.

Tracklist
1.Nome Fatas Hiss Mortus
2.A.D.A.M. I
3.A.D.A.M. II
4.A.D.A.M. III
5.A.D.A.M. IV
6.A.D.A.M. V
7.A.D.A.M. VI
8.A.D.A.M. VII
9.A.D.A.M. VIII
10.A.D.A.M. IX
11.A.D.A.M. X

Line-up
Begerith I – vocals, guitars
Begerith II – guitars
Begerith III – bass
Begerith IV – drums

BEGERITH – Facebook

LEGEND CLUB MILANO : RAGE – FIREWIND – DARKEN HALF

La band di Peter Wagner sarà sul palco del LEGEND CLUB MILANO, per un’unica data italiana, il 6 gennaio!

Era il lontano 1983, partirono con il nome di Avenger passando poi a Furious Rage fino ad arrivare al nome RAGE, un nome che nei decenni è diventato istituzione quando si parla di metal teutonico! La band di Peter Wagner sarà sul palco del LEGEND CLUB MILANO, per un’unica data italiana, il 6 gennaio!
Il tour è a promozione dell’ultima fatica del gruppo “Season of the Black” fuori con Nuclear Blast, disco che a pochi mesi dalla sua pubblicazione continua a riscuotere consensi di pubblico e critica.
Due saranno le bands di supporto che contribuiranno allo spessore di questo show: dalla grecia i FIREWIND capitanati da Gus G, chitarrista di Ozzy Osbourne, i quali promuoveranno “Immortal” disco uscito all’inizio del 2017, e la melodic metal band australiana DARKER HALF.

PREVENDITE:

disponibili online su MAILTICKET

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Legend Club
Viale Enrico Fermi, 98
Milano
(MM3 Affori Centro)

Calabrian Metal Inferno Fest

Tutto pronto per la dodicesima edizione del Calabrian Metal Inferno

Tutto pronto per la dodicesima edizione del Calabrian Metal Inferno; il fetival, organizzato dalla CMI Prodctions, si svolgerà come ogni anno il 28 Dicembre presso lo Zoom Music Club di Marcellinara, in provincia di Catanzaro.
Sul palco ad infiammare gli amplificatori e gli animi dei presenti ci saranno :

CADAVERIA, con il loro sound dalle forti influenze dark/gothic presenteranno ufficialmente il nuvo album “Far Away From Conformity”, una versione remissata e rivista dell’omonimo 2004, appena uscito lo scorso 8 Dicembre.
FUNERAL ORATION, la band culto pugliese dopo un periodo di silenzio onorerà il palco del Metal Inferno con il suo oscurissimo black metal targato 1989
VALGRIND, dal 1993 feroce death metal vecchia scuola, con il nuovo album “Seal Of Phobos” uscito per Everlasting Spew Rec, i calabro-emiliani faranno scuotere le teste a tutti i presenti
INNER HATE, thrash death dalla Sicilia, anche loro presenteranno il nuovo lavoro “Reborn Through Hate”, uscito il 15 Dicembre, una mazzata che dal vivo scatenerà, e darà il via, all’inferno

All’ interno saranno presenti banchetti distro, merch, art expò and gadgets + dj set
Apertura porte alle 20:30, lo start è previsto per le 22:00 con un ingresso a scelta di 8 euro con birra piccola inclusa, o 10 euro con birra grande o cocktail, nel locale è inoltre possibile mangiare e bere a prezzi modici.

Ci vediamo il 28 Dicembre all’ Inferno !!!

28 DICEMBRE 2017
ZOOM MUSIC CLUB
Contrada Mandarano
Marcellinara (CATANZARO)
infoline 335 755 6531
(sulla statale Catanzaro – Lamezia prendere uscita
SETTINGIANO)

https://www.facebook.com/cmiprods/
calabrianmetalinferno@yahoo.it

A Melodic Rock Night

A Melodic Rock Night, annunciata la seconda edizione del festival.

A Melodic Rock Night, annunciata la seconda edizione del festival.

Tanzan Music, in qualità di partner della manifestazione, è lieta di comunicare il ritorno di “A Melodic Rock Night”, il festival organizzato da MelodicRock.it, in collaborazione con Burning Minds Music Group e Rock Temple, il nuovo mailorder italiano per tutti i fan della musica rock / metal.

Torna a grande richiesta dopo il grande successo della prima edizione, il mini-festival “A Melodic Rock Night 2” si terrà la sera del 24 Febbraio 2018, presso il Dedolor Music Headquarter di Rovellasca (CO).

Ancora una volta saranno gli artisti italiani a farla da padrone con 2 band del roster di Tanzan Music come Hungryheart e Soul Seller, che assieme ai Wheels Of Fire sono pronte a regalare a tutti i fan uno speciale set acustico in cui troveranno spazio alcuni tra i loro brani più apprezzati.

Per quanto riguarda il lato “elettrico” della manifestazione, siamo lieti di annunciare la presenza degli storici hard-rocker nostrani Danger Zone, i quali offriranno un graffiante viaggio tra tutti gli episodi in studio della propria discografia, inclusi alcuni estratti dal loro ultimo vincente album “Closer To Heaven”.

Come da tradizione non può mancare una vera e propria esclusiva a firma “A Melodic Rock Night”, per cui siamo felici di annunciare la prima uscita ufficiale in Italia dell’artista danese Michael Kratz (fresco di firma con la nostrana Art Of Melody Music), il quale proporrà alcuni tra i brani presenti nel suo lavoro di prossima uscita “Live Your Life”, un meraviglioso full-length di AOR / Westcoast che vanta tra gli ospiti alcune vere e proprie leggende della scena internazionale (tutti i dettagli sul disco saranno annunciati a breve).

Michael Kratz sarà accompagnato da una band di grande classe come quella dei nostrani Mindfeels, forti del loro notevole debut “XXenty” (Art Of Melody Music), di cui presenteranno live durante la serata anche i due singoli ufficiali.

Ma non è tutto: la seconda edizione di “A Melodic Rock Night” coinciderà infatti con il release party ufficiale dell’album di Michael Kratz “Live Your Life”, che sarà disponibile in esclusiva la sera dell’evento, ben una settimana prima rispetto all’uscita ufficiale fissata online e in tutti gli store fisici.

Novità, aggiornamenti e info relative a biglietti, orari, running order e molto altro seguiranno a breve. Restate sintonizzati perché ancora una volta tutti gli avventori dell’evento potranno usufruire di sconti speciali e ricchi premi legati alle iniziative esclusive della serata!

Partner della serata: Sound Trek Distributions, Tanzan Music, Rock Of Ages @ Radio City Trieste, Linea Rock @ Radio Lombardia, Roxx Zone, Hardsounds.it, Moviedel Productions, PriStudio, W Studio Design, Atomic Stuff Studio e Atomic Stuff Promotion.

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Biglietti e dettagli della serata: Coming soon!

www.tanzanmusic.com

www.melodicrock.it

Il 2017 di MetalEyes IYE

Dopo un 2017 intenso, che ci ha visto pubblicare circa 1450 recensioni, pari ad una media molto vicina alle 4 giornaliere, è arrivato il momento di tirare le somme e provare a stilare un’ipotetica classifica dei dischi migliori tra quelli che sono stati trattati su MetalEyes IYE.

Stante la nostra vocazione spiccatamente underground, difficilmente in tali occasioni si vedranno primeggiare grandi nomi, anche se fatico a non considerare tali i Pain Of Salvation, autori del miglior lavoro dell’anno secondo noi, pur non trattandosi certo di una band capace di smuovere folle oceaniche.
Come già fatto nel 2016 abbiamo creato cinque categorie, per ognuna delle quali sono stati indicati i migliori cinque dischi, oltre ad altri quindici che verranno classificati sesti a pari merito: una generale, una dedicata ai dischi italiani, ed altre tre riferite a macro generi denominati, rispettivamente, metal estremo (black/death/trhash), materia oscura (doom, gothic, post metal, dark, ma anche ambient e neo folk) e hard’n’heavy/alternative (quindi rock, metal classico o moderno).
Cliccando su ogni disco che troverete nelle classifica verrete indirizzati alla recensione dove, se proprio non vorrete leggere i nostri sproloqui, avrete comunque la possibilità di ascoltare un estratto dei lavori in questione.
Quindi, buona lettura o buon ascolto, e auguri per un 2018 altrettanto ricco di buona musica.

GENERALE


1.PAIN OF SALVATION – IN THE PASSING LIGHT OF DAY


2.SUBTERRANEAN MASQUERADE – VAGABOND


3.EVADNE – A MOTHER NAMED DEATH


4.ENSLAVED – E


5.VENENUM – TRANCE OF DEATH

6.ex aequo
ABORYM – SHIFTING.NEGATIVE
BELL WITCH – MIRROR REAPER
BLUT AUS NORD – DEUS SALUTIS MEÆ
EVA CAN’T – GRAVATUM
IMBER LUMINIS – NAUSEA
IN TORMENTATA QUIETE – FINESTATICO
JESS AND THE ANCIENT ONES – THE HORSE AND OTHER WEIRD TALES
KARTIKEYA – SAMUDRA
KREATOR – GODS OF VIOLENCE
NIBIRU – QAAL BABALON
PALLBEARER – HEARTLESS
SCUORN – PARTHENOPE
SLOW – V-OCEANS
THRESHOLD – LEGENDS OF THE SHIRES
XANTHOCHROID – OF ERTHE AND AXEN ACT II

ITALIANI


1.IN TORMENTATA QUIETE – FINESTATICO


2.NIBIRU – QAAL BABALON


3.ABORYM – SHIFTING.NEGATIVE


4.SCUORN – PARTHENOPE


5.EVA CAN’T – GRAVATUM

6.ex aequo
ANAMNESI – LA PROIEZIONE DEL FUOCO
CIRCUS NEBULA – CIRCUS NEBULA
DOCTOR CYCLOPS – LOCAL DOGS
EKPYROSIS – ASPHYXIATING DEVOTION
ELECTRIC SWAN – WINDBLOWN
ENZO AND THE GLORY ENSEMBLE – IN THE NAME OF THE SON
FUOCO FATUO – BACKWATER
JMP – JAM MOVIE PROJECT
LAST UNION – MOST BEAUTIFUL DAY
PAOLO BALTARO – THE DAY AFTER THE NIGHT BEFORE
PROGENIE TERRESTRE PURA – OLTRELUNA
SEVENTH GENOCIDE – TOWARD AKINA
SIRGAUS – IL TRENO FANTASMA
STARBYNARY – DIVINA COMMEDIA: INFERNO
TETHRA – LIKE CROWS FOR THE EARTH

METAL ESTREMO


1.VENENUM – TRANCE OF DEATH


2.SCUORN – PARTHENOPE


3.KREATOR – GODS OF VIOLENCE


4.MECHINA – AS EMBERS TURN TO DUST


5.SUN OF THE SLEEPLESS – TO THE ELEMENTS

6.ex aequo
ARCKANUM – DEN FÖRSTFÖDDE
BLAZE OF PERDITION – CONSCIOUS DARKNESS
DEMONIC RESURRECTION – DASHAVATAR
DØDSENGEL – INTEREQUINOX
ESHTADUR – MOTHER GRAY
EXECRATION – RETURN TO THE VOID
FRAGARAK – A SPECTRAL OBLIVION
GENUS ORDINIS DEI – GREAT OLDEN DYNASTY
KARKAOS – CHILDREN OF THE VOID
NOKTURNAL MORTUM – VERITY
ORIGIN – UNPARALLELED UNIVERSE
SLÆGT – DOMUS MYSTERIUM
TAU CROSS – PILLAR OF FIRE
WITCHERY – I AM LEGION
WORSTENEMY – DECEPTION

MATERIA OSCURA


1.EVADNE – A MOTHER NAMED DEATH


2.IN TORMENTATA QUIETE – FINESTATICO


3.IMBER LUMINIS – NAUSEA


4.NIBIRU – QAAL BABALON


5.BELL WITCH – MIRROR REAPER

6.ex aequo
1476 – OUR SEASON DRAWS NEAR
BLUT AUS NORD – DEUS SALUTIS MEÆ
CATAPULT THE DEAD – A UNIVERSAL EMPTINESS
CLOUDS – DESTIN
FROM OCEANS TO AUTUMN – ETHER​/​RETURN TO EARTH
FUOCO FATUO – BACKWATER
IXION – RETURN
MALADIE – SYMPTOMS
MESMUR – S
PALLBEARER – HEARTLESS
SEVENTH GENOCIDE – TOWARD AKINA
SLOW – V-OCEANS
TETHRA – LIKE CROWS FOR THE EARTH
USNEA – PORTALS INTO FUTILITY
VIN DE MIA TRIX – PALIMPSESTS

HARD’N’HEAVY / ALTERNATIVE


1.PAIN OF SALVATION – IN THE PASSING LIGHT OF DAY


2.SUBTERRANEAN MASQUERADE – VAGABOND


3.ENSLAVED – E


4.XANTHOCHROID – OF ERTHE AND AXEN ACT II


5.THRESHOLD – LEGENDS OF THE SHIRES

6.ex aequo
ABORYM – SHIFTING.NEGATIVE
CRAZY LIXX – RUFF JUSTICE
DOCTOR CYCLOPS – LOCAL DOGS
ENZO AND THE GLORY ENSEMBLE – IN THE NAME OF THE SON
EVA CAN’T – GRAVATUM
JESS AND THE ANCIENT ONES – THE HORSE AND OTHER WEIRD TALES
KARTIKEYA – SAMUDRA
LAST UNION – MOST BEAUTIFUL DAY
PRISTINE – NINJA
PYOGENESIS – A KINGDOM TO DISAPPEAR
PAOLO BALTARO – THE DAY AFTER THE NIGHT BEFORE
SIRGAUS – IL TRENO FANTASMA
STARBYNARY – DIVINA COMMEDIA: INFERNO
THE DOOMSDAY KINGDOM – THE DOOMSDAY KINGDOM
XANTHOCHROID – OF ERTHE AND AXEN ACT I