METALEYES

Escaping Amenti – Awakening
Industrial, death metal, orchestrazioni e cori declamatori formano la colonna sonora di un’apocalisse della quale l’uomo è il maggiore responsabile, odioso colpevole di questo totale disfacimento.

Antlers – Beneath.Below.Behold
Gli Antlers spaziano con disinvoltura tra pulsioni epiche ad aperture atmosferiche, addolcendo il tutto con delicati intermezzi pianistici e queste caratteristiche, fatte coesistere al meglio, rendono Beneath.Below.Behold un lavoro degno di ritagliarsi uno spazio di rilievo all’interno di una scena ricca come quella tedesca.

Viboras – Eleven
I Viboras sono ancora, e forse anche più di prima, un ottimo gruppo punk rock.

Power From Hell – Blood’n’Spikes
Metal da battaglia, ignorante, veloce e senza compromessi, ma interpretato con un’attitudine che fa del gruppo una realtà convincente nel panorama underground legato a questo genere di suoni.

Venus Mountain – Black Snake
I Venus Mountain sono ripartiti alla conquista del pianeta Terra: il lancio senza sosta di bombe con la scritta Black Snake porterà distruzione a colpi di rock’n’roll ed allearsi con i venusiani sarà l’unico modo possibile per sopravvivere.

Thy Feeble Saviour – And Darkness Fell
Il black offerto dal duo statunitense è crudo ed essenziale, con sconfinamenti nel grind testimoniati anche dalla brevità dei quattordici brani inseriti nella tracklist il cui fatturato in termini di durata supera di poco la mezz’ora.

Stark Denial – Covenant of Black
Gli indiani Stark Denial sono protagonisti di una prova convincente su tutta la linea, per quanto derivativa, perché qui il black metal di matrice scandinava viene esibito come meglio non si potrebbe.

Spiritual Front – Amour Braque
Amour Braque è il sesto episodio di una carriera discografica costellata di luci: la poetica del gruppo romano è pressoché unica, una commistione fra neo folk, rock per arrivare ad una formula davvero originale.

Ildra – Eðelland
Eðelland è sicuramente un album che va recuperato e, anche se non dovesse avere più alcun seguito, rimane senza dubbio uno degli esempi più efficaci di pagan black offerti nel decennio in corso.

Maidavale – Madness Is Too Pure
Le Maidavale si confermano realtà a sé stante nel panorama dell’hard rock vintage, con un’altra opera fuori dai soliti schemi dai suoni affascinanti, ipnotici e a loro modo pericolosissimi.

The Dead Daisies – Burn It Down
Burn It Down è il quarto album in studio e la band fa un ulteriore balzo temporale all’indietro, inglobando in un sound che ha sempre poggiato le basi negli anni ottanta impulsi rock blues del decennio precedente, come se John Corabi e compagni avessero lasciato gli Whitesnake dopo il loro approdo a Los Angeles, per recuperare quelli più rudi e selvaggi delle origini.

Veiled – Black Celestial Orbs
Uno spaccato di black atmosferico dal mood cosmico che convince appieno, grazie ad una linearità che è la grande forza di una proposta priva di digressioni stilistiche, essendo incentrata su un impatto reiterato ed evocativo e lasciando che i vari mid tempo scorrano in maniera avvolgente e senza soluzione di continuità.

Hortus Animae – Piove Sangue – Live in Banská Bystrica
Piove Sangue – Live in Banská Bystrica è un gradito cadeau che, come contraltare, ci spinge a chiedere a Martyr Lucifer e ai suoi compagni di dare finalmente un seguito a Secular Music: i tempi paiono essere maturi.

Feed The Rhino – The Silence
Sarebbe facile per chi ha qualche anno in più disprezzarlo ritenendolo leggero, invece questo gruppo ha delle peculiarità che lo rende apprezzabile anche da chi non è abituato a queste sonorità.

Michael Kratz – Live Your Life
In tempi in cui il genere fatica ad uscire da una dimensione ristretta, (specialmente in Italia), un album come Live Your Life è tesoro per pochi, scrigno di melodie da custodire gelosamente nella propria discografia.

Nightwish – Decades
La monumentale raccolta che riassume i primi vent’anni di carriera della più famosa symphonic metal band del pianeta.

Convocation – Scars Across
Quattro brani per cinquanta minuti, quattro litanie che penosamente si trascinano verso un luogo indefinito e nebuloso, così come accade, consapevolmente o meno, all’esistenza di ognuno.

Ascension – Under Ether
Il black targato Ascension è ben circoscritto nell’ortodossia stilistica da anni codificata e, in questo caso, la band decise di smussare anche certe soluzioni meno dirette che apparivano in passato: ne deriva così un interpretazione efficace, ben focalizzata e arricchita da interessanti break di chitarra solista.