MINISTRY

Il lyric video di ‘Wargasm’ (feat. Burton C. Bell), dall’album “AmeriKKKant” (Nuclear Blast).

Il lyric video di ‘Wargasm’ (feat. Burton C. Bell), dall’album “AmeriKKKant” (Nuclear Blast).

I MINISTRY hanno trovato un complice in Burton C. Bell (FEAR FACTORY), ospite della canzone ‘Wargasm’ di cui è stato realizzato un lyric video:

La canzone è tratta da “AmeriKKKant”, il nuovo album dei MINISTRY, in uscita il 9 marzo su Nuclear Blast Records e pre-ordinabile qui:
http://nblast.de/MinistryAmeriKKKant
‘Wargasm’ può essere acquistata in digitale
http://nblast.de/MinistryWargasm

“AmeriKKKant” è stato scritto e prodotto da Al Jourgensen. Oltre a Burton C Bell, hanno suonato sul disco DJ Swamp (Beck), NWA’s Arabian Prince, e Lord of The Cello, Sin Quirin (chitarra), Jason Christopher e Tony Campos (basso), Michael Rozen (engineer e drum programming), il batterista Roy Mayorga, e Jourgensen alle tastiere e alla chitarra.

Altro su “AmeriKKKant”
#1 – Al decostruisce la canzone ‘Antifa’: https://www.youtube.com/watch?v=XZormHXjp8M
#2 – Al sulla firma per Nuclear Blast: https://www.youtube.com/watch?v=2qwXgiDrtuw
#3 – le previsioni politiche di Al per il 2018: https://youtu.be/FzpnOKgyR1I
#4 – Al parla dello scandalo delle molestie sessuali: https://www.youtube.com/watch?v=EnQuwU-bgSM
#5 – Al parla del processo compositivo: https://www.youtube.com/watch?v=RbYS9_8-swk

www.ministryband.com
www.nuclearblast.de/ministry
www.facebook.com/WeAreMinistry
www.twitter.com/WeAreMinistry
www.instagram.com/weareministry

INFECTION CODE

Il video di ‘Santa Mattanza’, tratto dall’album ‘Dissenso’ in uscita a Marzo (Argonauta Records).

Il video di ‘Santa Mattanza’, tratto dall’album ‘Dissenso’ in uscita a Marzo (Argonauta Records).

Eccentric Pendulum – Tellurian Concepts

Immaginate Meshuggah, TesseracT e Lamb Of God che jammano insieme ai Nevermore ed avrete un’idea del sound prodotto dal gruppo indiano, un insieme di buone idee valorizzate da una valida preparazione strumentale, ma ancora da perfezionare sotto l’aspetto della fruibilità.

Nuovo ep per gli Eccentric Pendulum, realtà progressiva proveniente dall’India.

Il quintetto asiatico, attivo da una decina d’anni ha all’attivo un full length licenziato nel 2011 (Winding The Optics), un primo ep di debutto (The Sculptor Of Negative Emotions) datato 2009, ed ora torna sempre in regime di autoproduzione con questi tre brani raccolti sotto il titolo di Tellurian Concepts.
Band tecnicamente preparatissima, gli Eccentric Pendulum estremizzano il concetto di progressive metal con un’attitudine moderna che raccoglie death, thrash ed alternative metal, digressioni, partiture jazzate e piccole sfumature di musica tradizionale.
Il growl ricorda più la rabbia core che il profondo abisso del death metal, così da confermare l’approccio moderno del sound di questi tre brani, dove l’opener Tellurian I-Nil risulta un intro strumentale, e le altre due tracce (Tellurian II-Accelerated Extinction e Tellurian III-Contrivance) ci presentano una band che ha i suoi problemi da affrontare nell’intricato, ipertecnico, ma freddo songwriting.
In poche parole, la mole di tecnica questa volta non è messa al servizio della forma canzone e l’ascolto, pur nella sua poca durata, è alquanto dispendioso.
Immaginate Meshuggah, TesseracT e Lamb Of God che jammano insieme ai Nevermore ed avrete un’idea del sound prodotto dal gruppo indiano, un insieme di buone idee valorizzate da una valida preparazione strumentale, ma ancora da perfezionare sotto l’aspetto della fruibilità.

Tracklist
1.Tellurian I-Nil
2.Tellurian II-Accelerated Extinction
3.Tellurian III-Contrivance

Line-up
Kaushal- Vocals
Ankit- Guitars
Arjun- Guitars
Arun- Bass
Vibhas- Drums

ECCENTRIC PENDULUM – Facebook

ANTHRAX

Il video di ‘Caught In A Mosh’ dal DVD live “Kings Among Scotland” (Nuclear Blast).

Il video di ‘Caught In A Mosh’ dal DVD live “Kings Among Scotland” (Nuclear Blast).

Gli ANTHRAX offrono ai fan un piccolo assaggio del DVD dal vivo “Kings Among Scotland”, in uscita il 27 aprile.

Registrate lo scorso 15 febbraio al concerto tutto esaurito alla Barrowland Ballroom di Glasgow, le due ore di “Kings Among Scotland” contengono lo show intero, interviste, scene girate dietro le quinte e riprese sul tour bus, nel backstage, in hotel vari, eccetera.

“Kings Among Scotland” è stato prodotto, diretto, filmato e editato da Film24Productions di Paul M. Green (OPETH, THE DAMNED, THE LEVELLERS), mentre del mixaggio si è occupato Jay Ruston. I pre-ordini sono attivi qui www.anthrax.com.

Dalla scorsa settimana gli ANTHRAX sono in tour in Nord America con i KILLSWITCH ENGAGE.

L’ultimo album in studio “For All Kings” (Tour Edition) è acquistabile qui: http://nblast.de/ANTHRAXForAllKings

In oltre trentacinque anni di carriera gli ANTHRAX hanno venduto oltre dieci milioni di copie, ricevendo diversi dischi d’Oro e di Platino e sei nomination ai Grammy, oltre ad altri riconoscimenti. Nel 1991 la loro collaborazione con i PUBLIC ENEMY su ‘Bring The Noise’ ha spezzato le barriere tra generi musicali fino ad allora considerati agli ante Big Four.

Pale Horseman – The Fourth Seal

I Pale Horseman sono autori di uno sludge che, rispetto al solito, appare molto più orientato verso un sound classico piuttosto che spinto da propensioni estreme.

Gli statunitensi Pale Horseman sono una band che in poco più di cinque anni di attività ha già pubblicato quattro full length.

Il gruppo di Chicago è autore di uno sludge che, rispetto al solito, appare molto più orientato verso un sound classico piuttosto che spinto da propensioni estreme e, alla fine, a connotare nel genere nei Pale Horseman troviamo le ruvidezze vocali ed il ricorso a riff piuttosto cupi e ribassati, senza che ciò impedisca di tessere un sound più monolitico che ostico.
Infatti, quello che resta dall’ascolto di The Fourth Seal è uno sludge doom intenso, compatto e dal buon groove, il che ci riporta essenzialmente in zona Crowbar e dintorni.
Per quanto riguarda il gradimento, come sempre il tutto viene ricondotto al gusto dei singoli: personalmente quella offerta dai Pale Horseman è la forma di doom che meno mi coinvolge solitamente, ma pur non essendo un grande fan di questa tipo di sonorità non posso fare a meno di apprezzare l’impatto e la convinzione che la band immette nei propri brani, tra i quali non ne spicca uno in particolare all’interno di un album lungo ma tutto sommato privo di particolari cali di tensione.
In definitiva, quella dei Pale Horseman è una prova che dovrebbe soddisfare senz’altro chi apprezza band come i già citati Crowbar o i Bongtripper, il cui chitarrista Dennis Pleckham peraltro si è occupato in studio della resa sonora di The Fourth Seal, così come Noah Landis dei Neurosis e di Justin Broadrick dei Godflesh, tanto per chiudere il cerchio…

Tracklist:
1. Final War
2. Witches Will Gather
3. Aokigahara
4. Bereavement
5. Gnashing Of Teeth
6. Forlorn Extinction
7. Pale Rider
8. Tyrant
9. Phantasmal Voice

Line-up:
Eric Ondo – guitars & vocals
Andre Almaraz – guitars & vocals
Rich Cygan – bass
Jason Schryver – drums

PALE HORSEMAN – Facebook

Deadly Vipers – Fueltronaut

Ad un primo distratto ascolto il disco potrebbe sembrare banale, mentre sale di tono con il passare del tempo, potendo cogliere in modo più attento le notevoli linee melodiche.

I francesi Deadly Vipers sfornano un buon disco di stoner fuzz psych dalle forti radici e capace di coinvolgere; la materia trattata non è inedita o particolarmente originale, ma il gruppo di Perpignan svolge un ottimo lavoro e ci porta nella psichedelia più pesante.

Ogni pezzo è composto per portare l’ascoltatore in un posto lontano e ha un forte sapore desert. Accelerazioni, dilatazioni, momenti di estasi sonora, oppure ritornelli che ti si conficcano in testa, confermando quanto di buono ci sia in Francia al momento per quanto riguarda la musica pesante. Più che l’arrivo qui l’importante è il viaggio, assaporare sensazioni del tuo cervello che muta peso e sostanza. La produzione è molto buona, permette di gustare il gruppo al massimo e risente in maniera assai positiva della masterizzazione in Texas da parte di Kent Stump dei Wo Fat. Infatti siamo in quei luoghi in cui il deserto diventa allucinazione e le percezioni diventano altro da sé. Ad un primo distratto ascolto il disco potrebbe sembrare banale, mentre sale di tono con il passare del tempo e degli ascolti, potendo cogliere in modo più attento le notevoli linee melodiche. I Deadly Vipers sono un gruppo notevole e fanno una psichedelia  fuzz che merita molta attenzione, piacevole e molto ben suonata.

Tracklist
1.Fuel Prophecy
2.Universe
3.Doppelganger Sun
4.The Prey Goes On
5.Stalker
6.Meteor Valley
7.Supernova
8.Dead Summer
9.River of Souls

Line-up
Fred: Vocals
David: High Fuzz
Thomas: Low Fuzz
Vincent: Drums

DEADLY VIPERS – Facebook

Machine Gun Kelly – No Easy Way Out

Con The Boogey Man scorrono i titoli di coda su questo fiammeggiante ritorno del gruppo ligure, che consolida la sua reputazione con l’album più riuscito della sua discografia, consigliato senza indugi agli amanti dell’hard & heavy di scuola classica.

I rockers savonesi Machine Gun Kelly firmano per Sliptrick Records e licenziano dopo tre anni dall’ultimo lavoro (Lady Prowler) il loro terzo lavoro sulla lunga distanza, intitolato No Easy Way Out, accompagnato da un artwork dalle fattezze di una cartolina con i saluti dalla prigione di Alcatraz.

Non è facile uscire da uno dei penitenziari più famosi del mondo, a ameno che non si facciano saltare sbarre e catene a colpi di hard rock/metal, coinvolgente e ricco di refrain che entrano in testa per folgorarci come scosse provenienti da una sedia elettrica.
I primi cinque brani risultano uno più bello dell’altro, i Machine Gun Kelly sanno come muoversi nel genere e ogni brano ha una sua ispirazione che va dai sempre presenti Motorhead ad Alice Cooper, dall’heavy rock ottantiano al rock ‘n’ roll più moderno e dai natali nord europei.
Fino alla ballad Hard Times, MG Miche e compagni galeotti accendono fuochi d’artificio sulla baia di San Francisco, prima con l’hard & heavy della travolgente Broadcast King, con il basso che pulsa prima di lasciare spazio alla chitarra nel classico metallo anni ottanta che compone Aileen.
No Easy Way Out riprende la sua corsa con Stand Or Fall, mentre è già tempo del riff della itle track, un mid tempo sanguigno che cede poi il passo all’ esplosiva Take What You Need, rock’n’roll dinamitardo che apre una breccia nell’altissimo muro di cinta che divide i nostri dalla libertà.
Con l’heavy metal di The Boogey Man scorrono i titoli di coda su questo fiammeggiante ritorno del gruppo ligure, che consolida la sua reputazione con l’album più riuscito della sua discografia, consigliato senza indugi agli amanti dell’hard & heavy di scuola classica che danno anche la giusta importanza a quello che è successo nel rock dalla fine degli anni ottanta in poi.

Tracklist
01. Broadcasted Humanity
02. Broadcast King
03. Aileen
04. Eye Of The Storm
05. Nothing Ever Changes
06. Hard Times
07. Stand Or Fall
08. No Easy Way Out
09. Take What You Need
10. The Boogeyman

Line-up
MG Miche – Vocals
Jan – Guitar
Alabarda – Drums
Umberto – Bass/Guitar

MACHINE GUN KELLY – Facebook

KURGAALL

Il video di “Satanization”, dall’album omonimo in uscita a marzo (Hammer Of Damnation).

Il video di “Satanization”, dall’album omonimo in uscita a marzo (Hammer Of Damnation).

Italian goatmasters KURGAALL have published a video for the track “Satanization”, which is the title-track from the band’s upcoming fourth full-length, set to be released worldwide via Hammer Of Damnation. The superior cult of satanic victory is scheduled for March/2018!

Hammer Of Damnation :
https://hodrecs.com/
https://www.facebook.com/hammerofdamnation/
Kurgaall
https://www.facebook.com/KURGAALL/

Magick Touch – Blades, Chains, Whips & Fire

Blades, Chains, Whips & Fire è uno spettacolare esempio di hard rock, melodico ed accattivante, perennemente in bilico tra l’hard blues settantiano e l’arena rock della vena aurifera scoperta nel decennio successivo.

Prendete una manciata di gruppi storici della scena hard rock mondiale, mixateli ed amalgamateli fino a trovarvi al cospetto di un succulento e dolcissimo impasto musicale, ed avrete trovato il segreto che si cela dietro all’irresistibile sound proposto dai Magick Touch, terzetto di Bergen con un talento per i suoni hard rock melodici e classici di un’altra categoria.

Blades, Chains, Whips & Fire è uno spettacolare esempio di rock duro (il secondo per il gruppo scandinavo che aveva esordito due anni fa con Electrick Sorcery), melodico ed accattivante, perennemente in bilico tra l’hard blues settantiano e l’arena rock della vena aurifera scoperta nel decennio successivo.
Suoni della West Coast, rock britannico ed adrenalina da Sunset Bloulevard si incontrano tra le note di una serie di brani che sono hit sparati senza ritegno e timore dai tre musicisti norvegesi che con una serie di incantesimi metallici aprono le porte del paradiso; è appunto pura magia tra richiami a Whitesnake, Thin Lizzy, Kiss e molti altri eroi della nostra musica preferita racchiusi in un best of dedicato al genere immortale per antonomasia, sua maestà l’hard rock.
Io mi fermo qui e lascio parlare i tre rockers norvegesi (Bård Heavy Nordvik, HK Rein, Christer Ottesen) e la loro musica, mai come in questo caso indiscussa protagonista.
Tra le trame delle varie The Great Escape, Polonium Blues e la title track vi troverete a viaggiare con un dirigibile in un profondo porpora, tra baci e serpenti bianchi e mai come allora vi sentirete a casa.

Tracklist
1.Under The Gun
2.The Great Escape
3.Midnite Sadusa
4.Believe In Magick
5.Polonium Blues
6.Siren Song
7.Lost With All Hands
8.After The Fire
9.Electrick Sorcery
10.Blades, Chains, Whips & Fire

Line-up
HK Rein – Vocals, Guitars
Christer Ottesen – Bass
Bård “Heavy” Nordvik – Drums

MAGICK TOUCH – Facebook

THERION

Il video di ‘Theme Of Antichrist’, dall’album “Beloved Antichrist” (Nuclear Blast).

Il video di ‘Theme Of Antichrist’, dall’album “Beloved Antichrist” (Nuclear Blast).

Tra meno di due settimane i THERION pubblicheranno la loro immane opera “Beloved Antichrist”. Oggi viene svelato ‘Theme Of Antichrist’, il nuovo singolo accompagnato dal video animato, realizzato da Abysmo Films.

La canzone può essere acquistata o ascoltata in streaming qui http://nblast.de/TherionThemeAntichrist

“Beloved Antichrist” può essere pre-ordinato al seguente indirizzo:
http://nblast.de/BelovedAntichrist

I THERION saranno in tour in Europa a partire da 1° febbraio:

THERION
con IMPERIAL AGE and NULL POSITIV
01.02. D Essen – Turock*
02.02. NL Amsterdam – Melkweg*
03.02. UK London – Islington Assembly*
04.02. UK Manchester – Rebellion*
06.02. UK Newcastle – Riverside*
07.02. UK Aberdeen – The Assembly*
08.02. UK Glasgow – Audio*
09.02. UK Sheffield – Corporation*
10.02. UK Belfast – Limelight*
11.02. IRL Dublin – Tivoli*
13.02. UK Bristol – Bierkeller*
14.02. UK Birmingham – o2 Institute*
15.02. B Kortrijk – De Kreun*
16.02. F Paris – Le Trabendo*
17.02. CH Pratteln – Z7*
18.02. F Lyon – Ninkasi Kao*
20.02. E Bilbao – Santana 27*
21.02. P Porto – Hard Club*
22.02. P Lisbon – Lisboa ao Vivo*
23.02. E Sevilla – Sala Custom*
24.02. E Madrid – Sala Mon Live*
25.02. E Barcelona – Razzmatazz 2*
27.02. F TBA**
28.02. F Marseille – Espace Julien**
01.03. I Brescia – Circolo Colony**
02.03. I Rome – Orion**
03.03. I Bologna – Zona Roveri**
04.03. SLO Ljubljana – Kino Siska**
05.03. HR Zagreb – Tvornica**
06.03. SRB Belgrade – Dom Omladine**
08.03. GR Thessaloniki – Principal Club Theater**
09.03. GR Athens – Piraeus 117 Academy**
10.03. BG Sofia – Mixtape 5**
11.03. RO Bucharest – Arenele Romane**
13.03. H Budapest – Barba Negra**
14.03. SK Bratislava – Majestic Music Club**
15.03. CZ Prague – Meetfactory**
16.03. PL Wroclaw – A2**
17.03. PL Warsaw – Progresja**
18.03. PL Gdansk – B90**
20.03. LT Vilnius – Rock River Club**
21.03. LV Riga – Melna Piektdiena***
22.03. EST Tallinn – Club Tapper***
23.03. FIN Helsinki – Nosturi***
24.03. FIN Jyväskylä – Luttako***
25.03. FIN Tampere – Olympia-Kortteli***
27.03. S Stockholm – Klubben***
28.03. S Gothenburg – Brewhouse***
29.03. D Bremen – Tivoli****
30.03. D Berlin – Bi-Nuu****
31.03. D Flensburg – Roxy****
01.04. D Cologne – Jungle****
03.04. D Munich – Backstage****
04.04. F Charmes – Rock ’n’ Roll Stage****
05.04. D Jena – F-Haus****
06.04. B Bomal-Sur-Ourthe- Durbuy Rock****
07.04. NL Tilburg – 013****
*con MIDNIGHT ETERNAL
**con THE DEVIL
***con ENEMY OF REALITY
****con ACYL

10.04. IL Tel Aviv – Barby Club
12.04. RUS Moscow – GlavClub Green Concert
13.04. RUS St. Petersburg – Zal Ozhidaniya
15.04. UA Kiev – Bel Étage

www.therion.se
www.facebook.com/therion
www.nuclearblast.de/therion

[‘selvǝ] – D O M A

Due lunghe immense jam, con le quali i [‘selvǝ] fermano un attimo della loro catarsi, perché i [‘selvǝ] non sono solo musica, sono emozione e smarrimento.

I [‘selvǝ] sono un gruppo che va ben oltre la mera indicazione di qualche genere, producono suoni che non possono essere collegati, un cavalcare un flusso furioso di emozioni e di forze che stanno dentro e fuori di noi.

Nati nel 2013, sono un’entità in continua evoluzione, dal primo Life Habitual al successivo Eléo, dove ogni nuovo lavoro marca un’ulteriore passo in avanti nella loro poetica. Ora arriva D O M A ed il viaggio verso nuovi pianeti sonori continua, dato che il loro suono sta mutando di nuovo, e ciò sta avvenendo senza forzature, facendo divenire il tutto molto naturale e precisamente come hanno intenzione che sia. Il trio di Lodi ha suonato due pezzi di lunga durata in questo disco, e forse ciò potrebbe sembrare poco alle menti poco aperte, mentre invece c’è tutto quanto deve esserci, anche di più. I [‘selvǝ] sono fondamentalmente un gruppo da gustare dal vivo, chi li ha visti capirà cosa intendo, e D O M A ne è un’ulteriore conferma. Questo disco è uno dei migliori esempi di come si possa fare un hardcore mutato, che diventa post black metal o potentissimo screamo. E forse la definizione migliore potrebbe essere proprio screamo black metal, ma come detto poc’anzi provare a definire questa musica è davvero poco importante. Ciò che deve importare del disco è la sua durezza, il suo sputarti in faccia per provare a svegliarti dal sonno in rete nel quale viviamo. Ci sono molti modi di descrivere le nostre vie, i [‘selvǝ] scelgono la loro musica, che è un dono molto prezioso ed importante, basta ascoltare questi due capolavori, che partono da basi conosciute per andare davvero molto lontano, andando oltre il grigio per calarsi nella nera realtà. D O M A è la prova fin qui migliore di questo gruppo, ed uno dei migliori dischi degli ultimi di black metal inteso in senso largo, anche perché il black non può essere inteso in un senso solo. Due lunghe immense jam, con le quali i [‘selvǝ] fermano un attimo della loro catarsi, perché i [‘selvǝ] non sono solo musica, sono emozione e smarrimento, ed è bellissimo.

Tracklist
1) silen
2) joy

Line-up
Alessandro Andriolo – Guitars, Voice
Andrea Pezzi – Bass, Voice
Tommaso Rey – Drums

[‘selvǝ] – Facebook

Dauþuz – Die Grubenmähre

Die Grubenmähre è un’opera che vale la pena ascoltare, risultando tutt’altro che uno spreco di tempo per per gli estimatori del black metal di matrice germanica.

Die Grubenmähre è il secondo full length dei tedeschi Dauþuz, dopo l’esordio del 2016 con In Finstrer Teufe.

Su lavori di questo tipo e provenienza si rischia essere ripetitivi, anche se ciò avviene comunque con connotazioni positive: l’album è l’ennesimo esempio di black metal tedesco con tutti i tasselli al proprio posto, derivanti dalla conoscenza del genere e da una buona capacità di scrittura culminante in una traccia magnifica come Kerker der Ewigkeit.
Ma è comunque tutto il disco che mantiene un livello medio oltremodo soddisfacente, tra cavalcate dai ritmi mai troppo spediti e dal sentore epico e solenne, e break acustici utili a conferire un pizzico di varietà; resta solo da rimarcare che dalle stesse lande provengono così tanti lavori di spessore uguale o superiore che rischiano di rendere inosservato un buon album come questo: colpa appunto di una concorrenza qualificata, sia in ambito tedesco sia nel resto del del pianeta, piuttosto che per demeriti dei bravi Aragonyth e Syderyth.
Die Grubenmähre è comunque un’opera che vale la pena ascoltare, risultando tutt’altro che uno spreco di tempo per per gli estimatori del black metal di matrice germanica.

Tracklist:
1. Reminicere
2. Extero Metallum
3. Drachensee
4. Trinitatis
5. Kerker der Ewigkeit
6. Dem Berg entrissen
7. Crucis
8. Die Grubenmähre I: In die Schwärze
9. Die Grubenmähre II: Hoffnungstod
10. Luciae

Line-up:
Aragonyth S. – All instruments
Syderyth G. – Vocals, Lyrics, Guitars (acoustic)

Dauþuz – Facebook

The Big Blue House – Binne My

Binne My è un ottimo ritorno per il gruppo toscano, che replica l’alta qualità della musica contenuta nel debutto dello scorso anno, candidandosi come realtà da seguire con passione da parte degli amanti del rock blues classico.

Capita sempre più spesso (fortunatamente) di occuparci di blues rock, padre di una buona fetta dei generi trattati dalla nostra webzine, e con Binne My ritroviamo una band nostrana, i The Big Blue House dei quali vi avevamo presentato Do It, debutto uscito lo scorso anno.

La band toscana torna dunque a riempire di note le giornate fredde e uggiose di questo primo scorcio del nuovo anno con otto nuovi brani di splendido blues rock, sanguigno e viscerale, elegante ma allo stesso tempo ruvido e maschio: si riaprono le porte della grande casa blu, dove a darci il benvenuto con Liar (scelta dal gruppo come singolo e video) troviamo Danilo Staglianò (voce, chitarra), Luca Bernetti (basso), Sandro Scarselli (tastiere, hammond) e Andrea Berti (batteria).
Blues d’autore ed elettricità rock confluiscono nelle vene e nel sangue di chi ascolta e i temi sono quelli cari alla band: amore con tutti i suoi annessi e connessi già ampiamente sviluppati nel primo lavoro, rifiutare facili compromessi e affrontare le difficoltà e le sconfitte anche con l’aiuto della musica.
Si gira per le stanze della grande casa blu incontrando personaggi e musicisti che sono le ispirazioni del quartetto, con porte che si aprono sulle note di Moments Of Rain, con in evidenza i tasti d’avorio di Sandro Scarselli che sanguinano blues rock, o l’emozionante Black Eyes, ballatona dal lento incedere che lascia spazio al talento di uno Staglianò sulle orme di Gary Moore e Steve Ray Vaughan.
Play This Tune è creata su  un tappeto ritmico coinvolgente, così come The Middle Of Passage torna alle radici del genere e i nostri piedi sono bagnati dall’acqua del grande fiume.
Difficile poi non emozionarsi sulle note tragiche di To Leave This World o su quelle semiacustiche della title track, brano che ricorda i migliori episodi del Clapton solista.
Binne My è un ottimo ritorno per il gruppo toscano, che replica l’alta qualità della musica contenuta nel debutto dello scorso anno, candidandosi come realtà da seguire con passione da parte degli amanti del rock blues classico.

Tracklist
1.Liar
2.Moments Of Rain
3.Black Eyes
4.Playing This Tune
5.The Middle Passage
6.Binne My
7.I’m Not On Sale
8.To Leave This World

Line-up
Danilo Staglianò – Guitar, Voice
Luca Bernetti – Bass
Sandro Scarselli – Keyboards, Hammond
Andrea Berti – Drums

THE BIG BLUE HOUSE – Facebook

https://youtu.be/JHam2ha-Kmo

DANIEL CAVANAGH (ANATHEMA), “MONOCHROME TOUR”, 13 aprile 2018 a ROMA, WIshlist Club

In collaborazione con Aftermath Music Norway, Dark Veil Productions è orgogliosa di presentare la data romana del “Monochrome Tour” di Daniel Cavanagh, il 13 Aprile 2018 al Wishlist Club.

Dopo la meravigliosa notte del 12 Luglio 2017 al Giardino del Monk con il fratello Vincent nel concerto “Anathema Acoustic”, Daniel tornerà nella capitale per presentare il suo primo album solista “Monochrome” (Kscope 2017), apprezzatissimo lavoro a sette tracce caratterizzato da un mood intimo e sofisticato; un’atmosfera elegante e malinconica che ritroveremo anche nei “classici” dello splendido repertorio della band d’origine che Daniel non mancherà di proporre al suo pubblico. Una sera di primavera all’insegna della grande musica d’autore, un appuntamento davvero imperdibile per gli amanti delle sonorità Anathema e per i cultori del rock di pregio.

EVENTO FACEBOOK https://www.facebook.com/events/734936743368067/

SUSPERIA

Il video di “The Lyricist”, dall’album omonimo in uscita a marzo (Agonia Records).

Il video di “The Lyricist”, dall’album omonimo in uscita a marzo (Agonia Records).

Norway’s blackened thrash/heavy metal band SUSPERIA (feat. former Dimmu Borgir, Satyricon and Old Man’s Child members) premiere music video for the title track from their upcoming album “The Lyricist”, due out on March 16th via Agonia Records.

“The Lyricist” will arrive nearly nine years to the day its predecessor (“Attitude”, 2009) came out. Its release has been scheduled for the 16th of March, 2018, on Agonia Records. The album is available for pre-ordering HERE.

The origins of SUSPERIA can be traced back to 1998 when Tjodalv, then occupying the drum seat with Dimmu Borgir, and long-time friend Cyrus (ex-Satyricon, Old Man’s Child) got together to share ideas and write songs. Clearly rooted and seasoned in the Norwegian black metal scene, SUSPERIA elevated its sound into more melodic areas of extreme metal, embracing and exploring a variety of musical avenues with ease.

On “The Lyricist”, SUSPERIA has gone back to its black origin in many ways, one of which is a more grimmer expression. The characteristic melodic twist the band is known for is still present, and an additional layer of variety has been added thanks to new vocalist, Bernt ‘Dagon’ Fjellestad (whose stage debut with the band was made at last year’s 70000 Tons Of Metal Festival). From SUSPERIA’s pragmatic point of view, the new album is a “good old-fashioned kick in the head, both old and new fans should find enjoyable”.

“The Lyricist” was recorded at three different studios in Norway between February 2015 and May 2016. The album was later mixed and mastered at Strand Studio (Chrome Division, The Wretched End, In Vain) by Marius Strand. Cover design and artwork was prepared by Vincent Fouquet. New band photos were shot by Espen Bakken.

Tracklist:
1. I Entered
2. Heretic
3. The Lyricist
4. My Darkest Moment
5. Day I Died
6. Void
7. Feed The Fire
8. Whore Of Man
9. Come Alive

Album formats:
– Digipack CD
– Black LP
– Black & blue on trasnsparent LP
– T-shirt (men’s & girlie sizes)
– Digital

Pre-orders:
https://www.agoniarecords.com/susperia

Line-up:
Dagon – vocals
Tjodalv – drums
Memnock – bass
Cyrus – guitar
Elvorn – guitar

SUSPERIA on-line:
Website: http://www.susperia.net/
Facebook: https://www.facebook.com/Susperiaofficial
Twitter: https://twitter.com/susperiaband
YouTube: https://www.youtube.com/user/SusperiaOfficial
Instagram: https://www.instagram.com/SusperiaOfficial/

Long Distance Calling – Boundless

I Long Distace Calling tornano su Inside Out con Boundless, un altro viaggio onirico e astrale tra il rock/metal del nuovo millennio, con ormai poche ispirazioni classiche e tanta musica moderna, originale e composta da un pugno di musicisti dal talento enorme.

Non sono mai stato un amante dei lavori strumentali, troppo spesso rifugio di musicisti dall’ego spropositato, composti da una valanga di note che alla fine non lasciano ricordo di se.

Questo avviene maggiormente proprio nel progressive, genere di cui si parla per questo sesto, bellissimo lavoro dei tedeschi Long Distance Calling, band che in passato aveva lasciato il microfono ma solo in alcune tracce a qualche ospite, tra cui John Bush (Armored Saints, Anthrax), e con un passato da alternative post rock band che con il passare del tempo ha venduto l’anima al demone progressivo con il precedente Trips a vestire i panni del capolavoro di una discografia di altissimo livello.
La band torna su InsideOut con Boundless, un altro viaggio onirico e astrale tra la musica rock/metal del nuovo millennio, con ormai più poche ispirazioni classiche e tanta musica moderna, originale e composta da un pugno di musicisti dal talento enorme.
Boundless è un lavoro da gustarsi in religiosa solitudine, chiudendo gli occhi ed aspettando che le note di In The Clouds ci facciano da tappeto volante, mentre Out There ci ha preparato con il suo alternare scudisciate post metal e progressive rock a quello che i Long Distance Calling hanno creato per noi.
La tensione elettrica rimane altissima anche nei momenti più introspettivi, tramite una musica che tende a liquefarsi ma che al tocco emana pericolose scariche elettriche (Like A River) o mastodontiche bordate metalliche (The Far Side) per poi riprenderci per mano come nulla fosse successo e così riportare il tappeto alla giusta altitudine per continuare il volo.
Siamo nel gotha del rock strumentale, poco incline ai facili compromessi, ma che lascia aperta una via a chiunque abbia ancora voglia di sorprendersi e mettersi in gioco con una varietà di sfumature ed atmosfere incredibili (On The Verge).
Boundless è un’opera a tratti entusiasmante giocando a suo piacimento con il progressive moderno, il metal ed il post rock.

Tracklist
1.Out There
2.Ascending
3.In The Clouds
4.Like A River
5.The Far Side
6.On The Verge
7.Weightless
8.Skydivers

Line-up
David Jordan – guitar
Florian Füntmann -guitar
Janosch Rathmer – drums
Jan Hoffmann – bass

LONG DISTANCE CALLING – Facebook

Warfist / Excidium – Laws of Perversion & Filth

La Godz Ov War licenzia questo split che vede impegnati due gruppi polacchi, Warfist ed Excidium, dediti ad un thrash metal old school pregno di attitudine black come da tradizione nelle terre dell’est europeo.

La Godz Ov War licenzia questo split che vede impegnati due gruppi polacchi, Warfist ed Excidium, dediti ad un thrash metal old school pregno di attitudine black come da tradizione nelle terre dell’est europeo.

I primi a presentarsi con il loro battagliero thrash metal vecchia scuola dal,l’anima blasfema sono gli Warfist, band proveniente da Zielona Gòra attiva dal 2004, con una serie interminabile di split all’attivo e due full length, The Devil Lives in Grünberg del 2014, e Metal To The Bone, uscito un paio di anni dopo.
Qui il genere viene restituito senza compromessi, rozzo ed ignorante, potenziato da una dedizione per l’estremo che porta il gruppo ad essere considerato una blackened metal band, anche se il sound di brani come The Tomb Of Desire o Sadistick Whorefuck si beano di tanto thrash metal old school di scuola tedesca.
Identico discorso per la seconda band in programma: gli Excidium da Rzeszów, quartetto di thrashers con il black metal nel motore: dal 2006 a devastare padiglioni auricolari con ep e split, la band non ha ancora licenziato un solo full length, e il loro approccio al metal estremo risulta più classico dei colleghi, con sfuriate thrash che si valorizzano tramite solos di stampo classico in un contesto che rimane corrosivo in tutto il suo svolgimento.
L’approccio tradizionalmente metal e melodico fa risultare gli Excidium più accattivanti degli Warfist, anche se la partita virtuale tra il due gruppi finisce a reti inviolate.
L’ottima heavy metal song Veil Of Stagnation e la cover degli storici Impaled Nazarene, Karmageddon Warriors, alzano di molto il giudizio di uno split comunque interessante al fine di conoscere due realtà thrash black della scena polacca, nido di velenosissime vipere al servizio del maligno.

Tracklist
1.Warfist – The Tomb of Desire
2.Warfist – Debauchery (Dirty Little Bitch)
3.Warfist – Sadistic Whorefuck
4.Warfist – Angel Death (Dodheimsgard cover)
5.Excidium – Suicidal Perspectives
6.Excidium – Denial
7.Excidium – Veil of Stagnation
8.Excidium – Karmageddon Warriors (Impaled Nazarene cover)

Line-up
Warfist :
Wrath – Bass, Vocals
Infernal Deflorator – Drums
HellVomit – Guitars, Vocals

Excidium :
Cuntreaper – Vocals
Thot – Drums
Hans Gruber – Guitars
Golem – Bass

WARFIST – Facebook

EXCIDIUM – Facebook

Armoured Angel – Baptism in Blood

Storico nastro di un gruppo tanto grande quanto poco conosciuto, anche per via della discografia su compact quasi inesistente. Eppure un piccolo grande must per i cultori del più classico speed-thrash ottantiano.

Australiani – come Hobbs Angels of Death e Nothing Sacred – e nati nel 1982 sotto le insegne di un heavy classico, di matrice anglosassone, gli Armoured Angel di Camberra, prima di sciogliersi (nel 2001) sono stati uno dei gruppi in assoluto più talentuosi e sfortunati di tutto il metal anni Ottanta.

Il loro primo demo tape uscì nel 1985: Baptism in Blood, con sei bravi e meno di mezz’ora di durata, aveva tutte le carte in regola per strappare un contratto con una major. Purtroppo, a penalizzare non poco la band, fu soprattutto la provenienza geografica, che tenne il quartetto sempre ai margini della scena. Eppure, quella prima audiocassetta possedeva qualità da vendere: uno speed-thrash articolato e già maturo, non esente da contaminazioni con il metal classico di quegli anni (siamo, quindi, dalle parti degli Agent Steel) ed in particolare capace di unire melodia ed oscurità, quest’ultima mutuata in prevalenza dagli Angel Witch più duri e tenebrosi.
Quattro anni dopo, la band rilasciò un secondo demo (Wings of Death), sulla stessa falsariga. Poi, nel 1990, apparve un altro splendido nastro, dal titolo Communion: un thrash cristallino e potente, che fece sensazione, sulle riviste specializzate. Il 1991 fu però come noto l’anno in cui il genere entrò in crisi ed il tanto atteso esordio, con i due mini Stigmartyr (1992) e Mysterium (1994), si rivelò per gli Armoured Angel un autentico boomerang.
Il demo omonimo del 1995 non ottenne più alcun tipo di riscontro e il primo unico cd pubblicato dalla band, Angel of the Sixth Order, vide la luce solo nel 1999 (a ben diciassette anni dalla formazione e, ormai, con una line-up più volte rimaneggiata, ed un solo componente originario rimasto: il bassista Glen Luck).
Il suono si era fatto più death, stile Asphyx-Bolt Thrower, forse in cerca d’una notorietà che, comunque, non giunse e gli Armoured Angel si sciolsero, appena due anni più tardi.
Esiste una rara antologia circa tutta la loro carriera, Hymns of Hate (2012). Ma è meglio, forse, ripiegare sulla ristampa su cd di Baptism in Blood, uscita per la Abysmal Sounds nel 2009: la migliore e più giusta maniera per rendere il dovuto omaggio ad un gruppo tanto grande quanto misconosciuto.

Track list
– Iron Legions
– (I Am) the Beast
– Deathwitch
– Demon Kings
– Thunder Down Under
– Rip

Line up
Rick Owers – Vocals
Rowan Powell – Guitars
David Devis – Drums
Glen Luck – Bass

1985 – Autoproduzione

LUCKY BASTARDZ

Il video di My Best Enemy, dall’album Be The One (Sliptrick Records).

Il video di My Best Enemy, dall’album Be The One (Sliptrick Records).

Italian hard rockers Lucky Bastardz have released the first official video for the track from their forthcoming album Be The One due for release on February 8th, 2018, worldwide via Sliptrick Records. The track goes by the name of My Best Enemy.

Here’s what the band have to say; “My Best Enemy talks about labyrinths of mind and their traps: a young woman enters a desert ancient palace, creepy and elegant. She will face different version of herself… is it really happening or is it just all in her twisted mind?”

Lucky Bastardz are:
Tiziano “Titian” Spigno – Vocals
Pietro “Pacio” Baggi – Guitar
Marco “Mark” Lazzarini – Drums
Paolo “Mr Tnt” Torrielli – Bass

Lucky Bastardz – My Best Enemy
Taken from the album: Be The One
Sliptrick Records 2018
Directed & edited by: Tiziano Spigno
Shooting & Photography: Samuele Valle (Gaston Video)
Location: Palazzo Durazzo – Novi Ligure (courtesy of Ferdinando Soldani)
Actress: Giulia Rudello

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Hamferð – Támsins likam

Gli Hamferð completano la trilogia concettuale sulla morte e sulla perdita e lo fanno con un capolavoro nel quale la parte strumentale è perfettamente bilanciata tra ardore e intimismo, con la voce di Jón Aldará ad incendiare i nostri sensi.

E’ un’opera di cristallina bellezza il terzo disco degli Hamferð, giunti con Támsins likam alla chiusura della trilogia concettuale dedicata alla morte e alla perdita.

A cinque anni da un disco meraviglioso come Evst il sestetto faroese, che nel frattempo ha sostituito il bassista, ora Ísak Petersen, ci regala un vero e proprio capolavoro di intensità e disperazione quasi insostenibili.
La storia tratta di una famiglia distrutta dalla perdita di un figlio, vista sia dalla parte del padre che della madre , la quale, per sopperire al dolore cerca conforto in entità soprannaturale del folklore isolano.
Il tutto è emozionalmente molto straziante e viene reso dalla band con un suono perfettamente equilibrato tra parti intime e solenni; il cantato faroese si dimostra un valore aggiunto ed è ulteriormente esaltato dal canto intenso e sentito di Jón Aldará, a mio parere tra i migliori singer sulla scena, il quale variando timbriche e toni inanella una serie di interpretazioni di altissimo livello.
I sei brani creano un pathos, una spiritualità che non ha eguali e fin dalla prima traccia Fylgisflog si rimane senza parole, quando note delicate di chitarra e violoncello tratteggiano una atmosfera in cui le clean vocals di Jon colpiscono profondamente, prima che il brano si incendi in un death doom intenso, dove il growl alternato al pulito timbro solenne lacera il cuore dell’ascoltatore; la musica raggiunge cosi alti livelli di angoscia da turbare nel profondo, i musicisti sono molto concentrati e convinti, le chitarre non suonano melodie accattivanti, ma ricercano e creano atmosfere che possano definire il senso di mancanza, la tragedia, la disperazione provata dai genitori per la loro perdita (da vedere il video di Frosthvarv per riuscire a comprendere appieno il significato del disco).
La band in una intervista ha affermato che l’ascolto di alcuni musicisti classici (Mahler, Rachmaninoff) ha contribuito alla creazione di un perfetto bilanciamento tra “bellezza, dissonanza e disperazione” e tutto questo si evince dal complessivo ascolto dell’ opera dove non una sola nota è sprecata, ma tutto è coinvolgente, volto a creare un assoluto quadro di disperazione e angoscia.
Le atmosfere intime e inquietanti di Frosthvarv, il canto solenne ed evocativo di Aldará in Tvístevndur meldur, nutrono il cuore di calde e uniche sensazioni, l’aggressività ammantata di angoscia di Hon syndrast ci ricorda che il death doom sa regalare emozioni uniche e, infine, gli abbondanti dieci minuti di Vápn í anda ci gettano in profondi abissi di sconforto suggellando un capolavoro.

Tracklist
1. Fylgisflog
2. Stygd
3. Tvístevndur meldur
4. Frosthvarv
5. Hon syndrast
6. Vápn í anda

Line-up
Remi Johannesen – Drums
John Egholm – Guitars
Theodor Kapnas – Guitars
Esmar Joensen – Keyboards
Jón Aldará – Vocals
Ísak Petersen – Bass

Hamferð – Facebook

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